Bea e Filippo

Bea e Filippo

giovedì 24 gennaio 2013

La Shoah: mai più!

Per me è un appuntamento importante. Non ho bisogno di appuntarmelo: me lo ricordo e basta.
Ogni anno a gennaio sul mio comodino ci sono almeno un paio di libri sull'argomento. Mi servono non solo perchè la memoria non attenui il suo ricordo, ma perchè la coscienza - la mia - si scontri con esperienze disumane perchè le sappia non solo condannare, ma disprezzare!
Il 27 gennaio è un giorno particolare: il Giorno della Memoria. Della Shoah. Dello sterminio degli ebrei nei campi di concentramento, nei Ghetti delle città d'Europa...
Mai dimenticare il grado di malvagità, disumanità, brutalità, irrazionalità di cui l'uomo può essere capace!
Mai più!

Vi lascio poche righe di Elie Wiesel... molto più eloquenti, evocative e memorabili delle mie.

“Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.
Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.
Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.
Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l’eternità il desiderio di vivere.
Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.
Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. […]
(Elie Wiesel, La notte, Edizione  Giuntina, Firenze 2001, pp. 39-40



img-memoria04"Auschwitz è patrimonio di tutti. Nessuno lo dimentichi, nessuno lo contesti. Auschwitz rimanga luogo di raccoglimento e di monito per le future generazioni". Marta Ascoli, Auschwitz è di tutti









Vi rimando anche all'iniziativa di Mammafelice sul giorno della Memoria!

martedì 22 gennaio 2013

Mi spiace... ma la tecnologia non fa miracoli!

La tecnologia non fa miracoli. Ma c'è. E' un'evidenza.
Può facilitare la vita, generare passioni, rendere più agevole la gestione del tempo. Riesce addirittura a modificare abitudini. Può piacere o no ma l'evoluzione tecnologica sarà sempre di più una compagna di viaggio.
Alle riunioni all'asilo mi capita di vedere qualche genitore che prende appunti sull'Ipad. Addio penna e agenda. Se in una discussione non si sa qualche cosa, in pochi secondi col telefono ci si connette e la Rete in qualche modo ti risponde.
I ragazzi d'oggi, poi, stanno crescendo a cereali e tecnologia: smanettanno di tutto e di brutto, lo fanno con una velocità e abilità impressionanti. A volte in maniera acritica e senza comprendere fino in fondo tutti i risvolti. Ma è così. Sono avanti, loro.
Telefonini, Smartphone, I phone, I pad, Pc portatili, PSP, WiFi, Bluetooth, Smart tv, Tablet... una pioggia di strumentazione che si evolve alla velocità della luce e che impone aggiornamenti continui altrimenti si perde il treno... metafora vecchia, ma tanto per capirci.
Per non parlare della vita Social che spesso nel Web popola un mondo semi virtuale con distanze e barriere abbattute e con tempi di risposta quasi immediati.
Si vive di login e password. Si compera on line. Si legge On line. Si pensa aggiornandosi On line. Si scrive On line perchè è semplice condividere. Se si cerca un albergo si controlla che abbia il WiFi. Se si acquista un'auto che abbia il navigatore. E così via.
Detto questo rimane il fatto che sono ancora molti quelli che della tecnologia se ne fregano, la evitano o comunque non se ne preoccupano minimamente. E vivono sereni e tranquilli.
Mia sorella ad esempio ha il PC, il WiFi, ma si connette solo quando una volta al mese glielo accendo io. Mio nipote se ne frega della Play Station... lui preferisce giocare fuori, allo stato brado. E i miei figli gradiscono (pure io). Altro approccio.
Ne conosco molti così... forse è una caratteristica della nostra mediterraneità che ogni tanto ci ricorda che oltre al virtuale esiste un mondo reale molto interessante e soprattuto ricchissimo di stimoli.

... non so chi sia, ma la scena serale a casa
nostra è questa...
Ma non è questo l'oggetto di questo post. Sto divagando.
Ritorno alla prima frase: la tecnologia, comunque, non è ancora in grado di fare miracoli. E la tecnologia a cui faccio riferimento si chiama My Sky... (concedetemi questa sorta di pubblicità... ma è funzionale al mio pensiero). E' un'opportunità intelligente: programmi quello che vuoi vedere, lo registri. Lo guardi e lo riguardi. Poi cancelli. Con bambini in casa non hai più il problema di dover organizzare i momenti per non perderti l'eventuale programma preferito. Si perde un po' il bello della diretta, ma è l'unico scotto che si paga... per il resto è un'innovazione interessante.
Eppure manco My Sky fa miracoli... con mia moglie.
Ieri sera è riuscita a far ripartire la stessa puntata di Grace Anatomy tre volte senza vederne la fine. Dallo stuodiolo accanto al salotto risentivo sempre gli stessi dialoghi... e non capivo: si sarà incantato il disco? No, semplicemente, pisolo dopo pisolo, lei, nei pochi attimi di lucidità che riacquistava, lo faceva ripartire da capo. Sempre dall'inizio, sempre lo stesso episodio... 
Stamattina le ho chiesto: "Com'è finita la super puntata di Grace Anatomy?". "Non lo so, mi sono addormentata"... neppure stavolta il miracolo!
Che il buon vecchio Morfeo sia molto più potente della tecnologia?
Nooooo stasera mi sa che ci riprova! 


Voglio il vero Filippo!

Stasera: Bea s'è addormentata alle 18.00 (a volte succede... è come la mamma).
Filippo, invece, ha fatto il bis di spaghetti al tonno, ha voluto pure del prosciutto, della focaccia, alcune mini carote, mezza banana e un dolcino. Ha fatto l'aerosol da solo, ha preso l'antibiotico dicendo che era buono.
Poi ha cantato, fatto la lotta senza danni collaterali (quasi pacificamente), sorriso un sacco, ha messo il pigiama senza frignare, ha lavato i denti senza proteste. S'è accontentato di una storia molto breve e s'è accucciato dicendo "buona notte papà... vai pure". E s'è addormentato in pochi minuti. Sempre col sorriso sulle labbra.
Ho la tentazione di far analizzare l'antibiotico o di identificare i batteri di questo virus influenzale per capire quali altri danni potrebbe provocare.
Filippo non è così. O forse è così, ma non si comporta mai così. Non lo ha mai fatto.
Rettifico e ribadisco: Filippo NON è così!
A tavola è un disastro: chiede spaghetti, ma quando li vede dice o che sono troppo stretti, o troppo larghi. O che intendeva penne. Se sono in bianco li voleva al pesto, se sono al pesto preferiva il sugo... ma ormai lo sapete. 
Ogni operazione serale si rivela spesso una fatica improba: mettergli il pigiama è come tentare di catturare un'anguilla. Fargli lavare i  denti è paragonabile ad un  atto di tortura.... a volte temo che i vicini si mettano a chiamare il Telefono Azzurro.
Per non parlare delle medicine in generale: uno strazio. Solo uno stratega navigato riesce a curarlo. 
Stasera non riuscivo a credere ai miei occhi: giulivo, placido, remissivo, accondiscendente, tranquillo, persino ubbidiente. Cinetico come al solito, ma con ordine... senza agguati. Neppure un frigno. 
Ha pure detto "Papà mi cambi i boxer che ho fatto alcune puzzette?". Che mi stia diventando pure maniaco dell'igiene: non questo non è da lui!
Ma una settimana di influenza può essere così devastante? Che è successo? Colpa della febbre? Dei medicinali? Dei batteri moderni, geneticamente modificati? 
Voglio risposte!
So che devo tenerlo in osservazione almeno 48 ore per capire se il danno sia irreparabile o meno. 
Lo ammetto stasera è stata una pacchia... ma un po' il solito Filippo mi è mancato.
Domani è un altro giorno... rivoglio il vero Filippo!



mercoledì 16 gennaio 2013

Cara influnenza ...

Bea, Filippo e l'influenza. Tutti e tre insieme. Per la prima volta. Bene o male le malattie hanno alternato i bersagli, questa volta no.
E non è mica un'influenza tanto leggera: febbrone, intasamento, starnuti, naso che cola giorno e notte... è così da tre giorni in attesa che si plachi il tutto. 
Santa nonna di giorno... ma la notte tocca a noi.
Non siamo i primi nè saremo gli ultimi.
Chissà quanti papà e mamme sono già stati alle prese con bambini che si svegliano ogni mezz'ora... poveri cuccioli... o perchè non respirano o perchè hanno sete, o perchè la febbre ricomincia a farsi sentire.
Chi non ha avuto a che fare con qualche bimbo che non sopporta prendere le medicine: che importa se la tachipirina finalmente sia diventata anche uno sciroppo alla fragola: fa schifo a prescindere. Con Filippo uso il trucco dello sciroppo rosso per la tosse... funziona. Con Bea no problem, a lei piace pure.
La malattia poi genera reazioni o effetti collaterali diversi: Bea con la febbre diventa logorroica, come se la battaglia tra i globuli bianchi e il virus esigesse una specie di cronaca minuto per minuto. Impressionante il fiume di parole che riesce a far scorrere senza interruzioni...
Filippo, invece, diventa intollerante a tutto... insopportabilmente noioso e frignoso. Tollerato con l'attenuante della malattia... ma con grandi sforzi.
Comunque mi fanno tenerezza: quando hanno i picchi di febbre sembrano così inermi, quasi indifesi. Sono provati, deboli e non reagiscono a nulla. Sono davvero ko, non fingono. Tanta tenerezza!
Cara influenza... hai vinto, mo' lasciali stare.
Ma ti domando:  perchè ti accanisci con i bambini?
Che ti hanno fatto di male?
Loro non hanno impegni, scadenze, preoccupazioni, rutture di vario genere?
Hanno meno difese immunitarie, meno spirito di reazione, contagio sicuro.
In fondo non devi sbatterti neppure molto... bella lotta!
Perchè non te la prendi com me? Ti sei forse impigrita?
Preferisci vincere facile?
O temi forse che mi possa pure arrendere?
Hai paura di vincere troppo facile, ammettilo?
Che forse, sotto sotto mi farebbe comodo lasciarti vincere?
E' questo che non potresti sopportare?
Hai paura che sotto sotto, se non sei esageratamente debilitante, io possa sfruttarti?
Magari per dormire un bel po' di più?
Per concedermi in santa pace un sacco di sport alla TV?
Per bighellonare per qualche giorno in casa senza pensieri, lasciando tutto il mondo fuori?
Ho capito: mi lasci stare perchè non ti fidi... perchè hai timore che il mio star male non sia poi così male.
... mi hai scoperto, va bene ti lascio perdere, ma tu esci da Bea e Filippo!
Che ti accanisci a fare?
Vai via e l'anno prossimo o lotti con me o non farti neppure vedere!
 

domenica 13 gennaio 2013

Creatività culinaria

Moglie in cucina alle prese con i peperoni. Spiros (vincitore di Masterchef) suggerisce, per togliere facilmente la pelle, di scottarli al forno e poi di metterli per qualche minuto in un sacchetto di plastica.
Variante di mia moglie, per velocizzare i passaggi, peperoni in forno NEL sacchetto di plastica....
Secondo voi che cosa è successo?

giovedì 10 gennaio 2013

Quadro di Famiglia!


Eccolo! 
Il Nostro Quadro di famiglia!


L'idea è venuta a mia moglie... lo ammetto su certe cose ha la vista più lunga.
Un nostro amico è un Writer molto bravo. E' pure famoso in quel mondo, che non conoscevo. Ma non è un semplice "graffitaro"... sta portando le sue creazioni oltre i muri, oltre la strada. Di più. Oltre le bombolette e i pennelli (se li usa) esplora forme espressive e creazioni che hanno una dimensione spaziale ed un uso di materiali diversi. Ecco che nascono dei "quadri particolari": a più dimensioni, dove i colori e le creazioni si intrecciano verso orizzonti artistici originali, mantenendo la lettera come cifra espressiva principale. La lettera che acquista senso nel suo emergere dalla creazione e suscita emozioni nell'armonia dei colori che la esaltano. ... a me piace guardarli così!
Se volete conoscerlo, ammirarne o esplorare la sua espressione creativa e la sua abilità lo trovate qui Matteo253. Non ho le competenze per valutarne il livello artistico, ci penseranno altri, ma per me è molto bravo. E mi piace quello che fa, che crea.

Ma torniamo all'idea di mia moglie. 
Da tempo aveva in mente di commissionare un "quadro di famiglia", ogni tanto le nascono queste voglie.... La assecondo e provo a chiedere ai vari Leonardo, Raffaello, Caravaggio, Piero della Francesca. Che delusione: le loro proposte artistiche non incrociavano le nostre intenzioni. Per loro il quadro di famiglia significava  rimanere in posa un paio di mesi, con costumi improbabili...  Come cavolo facevo a tenere fermo Filippo? Lasciamo perdere. E poi pretendevano parcelle in nero con monete tipo il ducato, lo scudo. Vabbè, abbiamo lasciato stare.
Non parliamo poi di Picasso o Van Gogh. Me li avevano proposti come il non plus ultra, ed ero fiducioso. Ma il primo ci ha presentato un bozzetto con le teste quadrate, le mie braccia incastrate sotto le gambe di Beatrice.. l'altro ci ha piazzato in un vaso di girasoli: suvvia fossero state almeno stelle alpine! Ma come si fa? Ero scoraggiato.
Si era sul punto di rinunciare, optando per la classica macchina digitale: una bella foto ingrandita! Discorso chiuso! Tutti felici e contenti.
Un giorno però Matteo ci invita ad un suo allestimento, con aperitivo annesso e gratis. Riesce ad andarci solo mia moglie - che caso -  e rimane colpita, non dai cocktail. 
Ed ecco l'idea: niente foto, niente ritratti classici o impressionisti. Il quadro di famiglia dovrà essere di lettere., e Matteo l'artista designato.
Le iniziali dei nostri nomi il soggetto principale: i colori, la disposizione, le forme, i materiali e i toni della creazione in mano all'Artista. Le iniziali dei nostri nomi saranno i nostri "volti", le nostre storie: insomma la nostra famiglia!
Matteo accetta e dopo pochi mesi ecco che il risultato viene accuratamente appeso alla parete del nostro salotto!
Bellissimo! Ci rapisce da subito: i colori scelti, la composizione e i materiali della creazione, lo stile. 
La scelta delle frecce azzurre che legano quelle iniziali per trasmettere il senso di unità (ma il significato si può allargare a molto di più: l'andarsi incontro, il ritorno e l'abbraccio, chi più ne ha più ne metta: le creazioni generano libertà. E sono belle proprio perché aperte a più significati). Gli schizzi bianchi e azzurri (con il tocco di nero.... rimando calcistico a me molto caro...) che a me dicono diversità che si integra. Unicità che arricchisce. Quelle iniziali allineate, spigolose e armoniche: la nostra famiglia!
Anche i bimbi lo adorano, e tutti ne siamo orgogliosi.
Abbiamo il quadro di famiglia!
Grazie Matteo!







mercoledì 9 gennaio 2013

Milanese o Valtellinese?

Ore 7.50, Beatrice si sta vestendo per andare all'asilo. Toccherebbe anche a Filippo, ma lui preferisce giorovagare per la casa in mutande... di vestirsi manco a parlarne.
Esamino la situazione e decido che devo uscire presto... e delego alla paziente mamma (... si fa per dire) l'impresa, e mi preparo rapidemante per svignarmela.
Per inciso: oggi l'abbigliamento era d'obbligo (e facile). All'asilo era in programma la festa d'inverno per cui i bambini dovevano indossare una maglietta bianca e possibilmente dei pantaloni grigi.
... mi preparo, torno in cameretta a salutare e vedo Beatrice che indossa la maglietta bianca, dei fuseaux grigi e una gonnellina bianca di quelle tipo di raso tutta svolazzante... dono di un'amica di mia moglie. Vabbè, non commento. 
Tipo questa ma bianca
Fatto sta che istintivamente dico a Bea: "Mica vorrai andare all'asilo così? Questa gonna è per giocare, non per uscire...". M'è scappata di botto, così. Checcipossofare?
Beatrice mi guarda, si lamenta un po' e s'azzittisce.
Sto per uscire e sento che sussurra: "Mamma, papà è valtellinese, e quindi non le capisce certe cose vero? Noi che siamo milanesi è vero che possiamo andare in giro così?".
Rimango senza parole. Me ne vado... in fondo avevo fretta.

Razionalizzo. Ci penso. Rifletto. Mi intristisco. Mi deprimo.
Sono stato pugnalato alle spalle da mia figlia! E devo capire che cosa frulla nella sua testa.

E mi ribello...

Punto primo: l'associazione concettuale "Valtellinese=non capisce" è chiaramente un tentativo di condizionamento socio-urbano improprio, fuorviante e  da combattere da subito. E' in atto un attentato, o comunque una campagna denigratoria, verso le capacità cognitiva di chi proviene dalla Valtellina (montanaro per antonomasia)... scorgo lo zampino malefico di quella mangia smog di mia moglie (o "sciuscia nebia", come si dice da noi in Valle). Devo andare a fondo: che stia nascendo un'associazione anti Valtellina tra le mura di casa?
Punto secondo: "Noi che siamo milanesi...". Noi chi? A parte, cara Bea, che sei residente a Bresso. Comune della periferia Nord di Milano. I milanesi ti schifano, anche se hai il Parco Nord, non hai problemi di parcheggio, non devi fare la coda in comune per qualsiasi problema, hai dei vicini che ti salutano e si accorgono che esisti, hai trovato posto al nido comunale ecc. Ergo non sei Milanese. Rassegnati. E non lo sarai mai al 100%, perché tuo papà è montanaro: tiè! E poi se essere Milanese significa poter indossare quella gonna, che vantaggio ne hai? Fattelo spiegare dalla mamma, tanto desiderosa di tornare ad abitare a Milano.
Punto terzo: papà è Valtellinese e se ne vanta... e comprende molte cose, forse anche più di quelle che i milanesi credono. Quando crescerai te le spiegherò.

Per fortuna c'è Filippo. Quest'estate in Valtellina una vicina di casa di mia mamma, passando col proprio nipotino dice: "Matteo, guarda che c'è Filippo, anche lui è Milanese come te!". Filippo, la osserva con una certa irritazione e ribatte:"Io non sono Milanese, sono Valtellinese!". Orgoglio di papà!

Se mi capiterà di viziare un po' di più il maschietto di casa non accusatemi di favoritismi. Non sono di parte, sono loro che sono Milanesi....

venerdì 4 gennaio 2013

A volte ci vuole...

A volte è fortuna (culo...in gergo). A volte semplicemente un'insieme di combinazioni propizie. In altri casi, invece, gira tutto storto. Premesse ottime, risultato pessimo.
Entrambe le situazioni sono accumunate da un fattore: i programmi, le previsioni, i piccoli progetti, le intenzioni raramente si realizzano. L'imprevedibilità la fa da padrona. Nel bene e nel male.
Lo scorso anno ad esempio ogni uscita alpina sulla neve è stata il regno della sfiga. Filippo si è sempre ammalato (il sempre non è un eufemismo)... e dulcis in fundo Bea a carnevale s'è beccata la varicella. Se non erano le malattie ci ha pensato il tempo. Il vento, la neve, il gelo... e il caldo: quando i bimbi stavano bene la neve s'era sciolta!
In queste vacanze invece Montezuma pare essersi preso una pausa. Tutto è girato per il verso giusto.
Esagero: proprio tutto! 
Tutti in salute... neppure un raffreddore. Tempo stupendo: impreventivabile in questo periodo. Sole, cielo limpido, temperature accettabili... quasi fuori stagione.

Bambini rilassati, con la voglia di fare. Certo Pippo qualche capriccio lo ha piazzato... mica aveva voglia di fiondarsi ogni giorno sulle piste... "Papà, non posso sciare tutti i giorni... se no cado"... E' un furbetto. In fondo m'assomiglia un po', neppure io sono un fanatico degli scarponi ai piedi.
Beatrice invece è stata sorprendente. Oltre le previsioni e le attese (soprattutto della mamma).
Con le amichette se messa di buona lena e via. Da sola sullo skylift, nessun timore sulla seggiovia. Spensierata e nel suo mondo, ma padrona degli attrezzi... brava, senza paure. Senza lamenti. Non sembrava vero. Sciava cantando. "Papà canto perchè se è ripido, mi distraggo e non ho paura". Beata innocenza...
E le serate allietate da ottima cucina casalinga (la nostra), dall'amicizia, dalla serena tranquillità senza nessun tipo di pressione... il lavoro è stato rigorosamente posto fuori dalla porta. Ed è rimasto lì, senza disturbare. Che pace!
Ho pure riprovato, dopo circa vent'anni, a giocare a monopoli... non sono un gran stratega, è vero, ma Bea con i dadi ha un fondello spaziale. Tanto da farmi rosicare, e tanto!
Il sonno. E no che non ti dimentico. Finalmente (e sottolineo finalmente) sei tornato. Ininterrotto, il più delle volte. Da non credere.
Giorni volati e la fantomatica Befana è alle porte a richiamarci la ripresa del quotidiano.
Ma questa volta riparto soddisfatto.
Vedo le prospettive. I bimbi che crescono aprono un sacco di possibilità. Questo  mi piace. Mi piace molto. Non sono solamente destinatari di premure e attenzioni, ma cominciano finalmente a gestire qualche momento in autonomia, a seguirti, a farti immaginare un ventaglio ulteriore di attività che con loro sarà possibile fare. Il loro grado di interazione finalmente va decisamente oltre il bisogno... è una grande conquista. Per loro e per me.
Si alza il livello e la sfida diventa davvero più affascinante. Interessante.
Questi giorni, così positivi, mi hanno regalato queste prospettive.
Cara Befana, porta pure via le feste...
Il resto lascialo stare, mi raccomando, mi serve per divertirmi ancora per un po'! 
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...