Bea e Filippo

Bea e Filippo

giovedì 27 febbraio 2014

Bentornata Mamma (... e moglie)

... è quello di ritorno
[.... Poco fa: "Ti comunico che finalmente mi sto imbarcando. Sto per tornare! ... ricorda che arrivo domattina alle 11.00 a Linate!".]

Finalmente, la famiglia si riunisce.
Ieri sera Beatrice e Filippo hanno preparato un cartellone: Bentornata Mamma!
Lo devono ancora colorare del tutto ma stasera si finisce e domani la mamma lo potrà ammirare.

Diciotto giorni sono tanti. Al di là dell'ironia amplificata sui benefici che la mamma lontana avrebbe apportato alla vita familiare, questa sua assenza ha pesato. E non poco.
Ma domani torna. Finalmente.

Riconoscere che ce la siamo cavata bene non toglie nulla alle dinamiche di un'assenza importante. Tangibile.
Tecnicamente "tirare avanti" una famiglia da soli è possibile. Umanamente è un di meno.
Il vuoto si sente.
Non è solo una questione di cose in più da fare, di fatica, di preoccupazioni accentrate o di ritmi da ricalibrare. La quadra sul fare alla fine si trova sempre. Basta lasciarsi aiutare e dare ordine alle priorità. Non l'ho trovato né complesso né particolarmente complicato. Forse semplicemente perché "a tempo".

L'assenza, invece, mette in gioco altri fattori. Spesso dati per scontati. O trascurati.

La completezza. Essere tutti insieme è un'altra cosa. Si condividono pesi. Ci si confronta quotidianamente. La semplice presenza genera complicità e tranquillità. Parole, sguardi, sorrisi, umori. Il tutto mi da un senso di completezza all'esperienza di famiglia che l'assenza forzata un poco affievolisce. Il di meno, paradossalmente a volte sinonimo di apparente tranquillità, è meno: trasformarlo in guadagno o ricchezza proprio non ci riesco. la nostra vita di famiglia è più completa anche perché un po' più caotica con tutti presenti... ma che importa!
La complementarietà. Insieme ci si completa: in questo credo molto. E lo sperimento. I nostri figli lo percepiscono. Hanno voglia di mamma e papà. Magari gustano i momenti esclusivi, ma avendolo sperimentato fanno capire che il meglio è quando si sta insieme. Tutti uniti. E questo completarsi emerge nella sua evidenza proprio quando non c'è. E' un punto di vista che a me piace: non divisione di compiti ma completamento reciproco nel proprio modo di essere presenti in famiglia. Ci sono caratteri distintivi di mia moglie che completano, nel vero senso del termine, miei vuoti. Questo è il bello!
La complicità. A distanza non regge. Va da sé. ... Intendo quella familiare: delle azioni condivise. pensate insieme. Magari "aspramente" dibattute. Nella relazione con Bea e Filippo a volte contrastata, ma alla fine sempre chiusa con i sorrisi, velati o meno, compiacenti. Cresce col tempo. Si rafforza. Ma se uno dei due non c'è è un casino!

La presenza è preziosa. L'esserci, non importa se a volte frammentato o frettoloso. Se stanco o vivace. Fa comunque la differenza. Non c'è gara!
Però quando necessarie, anche le assenze un minimo servono. Risaltano certi aspetti che la vita quotidiana incamera come normali, senza riconoscere ingenuamente, quasi, che scontati proprio non sono!

Bentornata Mamma!




mercoledì 26 febbraio 2014

Regalo di Natale

Me lo stavo dimenticando! Ovvero... stavo per sbagliare data.
Ero convinto fosse venerdì. Per fortuna ho sbirciato il sito del corso e mi sono accorto della modifica del calendario! Altrimenti che fregatura!

Per fortuna, però, stasera lo apro il pacco.
In ritardo, apparentemente. Ma è pur sempre il mio regalo di Natale. Quello di mia moglie.
Come al solito lei bada al sodo. 
E quindi, anche per quest'anno, il regalo è il Corso di cucina.
Da Quaderni e fornelli. Si replica. Lo scorso anno partecipai alla lezione 10 piatti da 10 minuti, quest'anno si sale di livello: le carni di manzo e vitello.

La novità è che so come funziona: si impara a cucinare e poi si mangia. 
Ci si diverte perché si lavora in compagnia.
Le cuoche insegnanti sono davvero brave: simpatiche, molto competenti e con lo spirito giusto.

Stasera mi cimenterò con la Zuppa di Gulasch, il polpettone alla toscana, il filetto di manzo al rosmarino e con la vera cotoletta alla milanese cotta nel burro chiarificato.
... Ripeto: poi li si mangia insieme! Una vera goduria!

Lo ammetto: non vedo l'ora.
Cucinare e mangiare.
Imparare e assaporare in compagnia!
Che c'è di meglio.

E poi replicare!
Lo scorso anno alle prese con i "piatti veloci" riusci a memorizzare tre o quattro ricette che ho rifatto più volte a casa. Mi sono state estremamente utili: per variare il mio menù un po' scontato e per migliorare una tecnica culinaria oggettivamente grezza. Per divertirmi e apparire più bravo di quanto effettivamente sia.
Non basta guardare masterchef per imparare a cucinare. Serve pratica... e un po' di passione!

Sono pronto!

martedì 25 febbraio 2014

La notte di Montezuma!

 Diarrea Bambini (foto di repertorio...)
 Bambini Diarrea (... foto di repertorio)
Filippo è rientrato. Pimpante e allegro. Anche un bel colorito. 
La settimana valtellinese come al solito gli ha fatto bene.
Serata tranquilla. Cena con Bea. Qualche gioco e poi a nanna.
Ci manca la mamma. Ce lo diciamo, ma ormai mancano davvero pochi giorni al suo ritorno!
Come al solito alle 21.30 tutto tace.
Tutto perfetto.... almeno così sembrava!

E’ Notte.  “Papà, papà vieni?”. L’occhio destro a fatica si apre, cerca di guardare l’ora… ma senza occhiali è impossibile. Bella la sveglia nuova che mi hanno regalato per il mio compleanno ma i numeri in blu sullo sfondo azzurro per un astigmatico, pure un po’ miope e in pieno crollo da presbiopia, sono un flagello. Mi tocca mettere gli occhiali a aprire anche l’occhio sinistro. Sono le 2.13.
“Papà, papà, vieni, mi scappa la cacca e mi fa un po’ male la pancia”!
“Arrivo, arrivo”. Eccomi in camera di Filippo, lo prendo in braccio e lo porto in bagno.
Tranquillo espleta le sue necessità. Il suo sguardo però non mi lascia tranquillissimo… è pallidino e pure un poco sofferente.
“Papà mi sta venendo la cacca molle…”. Mi pareva che ci fosse il trucco: bisogno notturno, mal di pancia, cacca molle e volto pallido… qui ci siamo. Speriamo almeno che non si metta pure a vomitare.
Istintivamente faccio mezzo passo indietro. Non sono contrario per principio ai virus, ma quelli intestinali proprio non li sopporto. La diarrea, per essere concreto, non mi piace neanche un po’.
La faccio breve: il “Papà vieni” si è ripetuto alle 3.00, alle 4.20 e alle 6.00. 
Sempre medesimo film: mal di pancia e cacca molle… povero Filippo s’è cuccato una notte davvero movimentata. Ed io con lui!
Penso: Filippo non potevi prenderti il Virus dalla nonna in Valtellina... lei ti avrebbe accudito con la stessa cura, forse anche meglio!... Scaccio il pensiero... mica sempre si può cadere in piedi!

Alle 7.00 puntuale suona la sveglia. Beatrice pacifica viene da me ed esclama: “Papà, Filippo non si vuole svegliare”. “Bea neppure io per la verità – intervengo -… però Filippo lascialo in pace: questa notte, senza che tu te ne accorgessi, si è svegliato ben 4 volte. Per colpa di un virus… ha preso un po’ di diarrea. Quindi vestiti in fretta, lascialo stare che oggi lui rimane a casa.”
Mi alzo e vado da Filippo. Povero, dorme di gusto: la notte lo ha realmente stremato. Sembra non abbia febbre ma il volto è proprio provato.

Per fortuna la nonna è disponibile e quindi lo può accudire. Posso non prendermi ferie! Olè.
Al telefono con la nonna ci consultiamo.
“ Forse sarà utile sentire la Pediatra?” le chiedo.
“Vediamo come va questa mattina, tanto se gli è passata di solito consiglia di dargli i Fermenti Lattici, senza altri medicinali. A proposito ne hai in casa?”
“Crede? Magari è necessario qualcosa di più “pesante”!”
“Se non ricordo male anche lo scorso anno con Bea bastò quella?   Aspettiamo e vediamo.”
”In effetti. Ha ragione, ora ricordo pure io. Eventualmente se si ripresenta la diarrea ci pensa lei a sentire la pediatra?”
"Ci penso io, stai tranquillo".
La sana calma delle nonne.

Questa è stata proprio una notte passata a combattere con  la vendetta di Montezuma. 
Mi chiedo come farò a scavallare la giornata. Ma è così: i virus non hanno pietà e non controllano se all'esterno c’è luce o meno!

Maledetta diarrea!

mercoledì 19 febbraio 2014

Discesa ... con curve

La seconda settimana da papà single sta andando in discesa. Lo ammetto è quasi rilassante. Filippo è in vacanza da mia mamma in Valtellina: "Papà, io voglio stare dalla nonna otto giorni"... ed io profondamente rispettoso della voglia di autonomia dei miei figli l'ho assecondato.
A casa quindi siamo rimasti io e Beatrice. E naturalmente la colonia marina: tartaruga e pesci, tanti pesci. Sempre di più.

Bea forse per il fatto che non ha occasioni per bisticciare con Filippo, forse perché si accorge di essere serenamente al centro dell'attenzione, forse perché i ritmi che ci dedichiamo sono realmente pacifici è bravissima. Tranquilla. Ce la caviamo alla grande.
Se non fosse per i compiti di inglese che mi trovano impreparato... mi richiama sulla pronuncia. Lo ammetto sono molto più ferrato con le lingue morte.
Se non fosse per la continua e perdurante necessità di rifornire l'astuccio con quanto immancabilmente e misteriosamente smarrito (siamo ormai alla cifra record del decimo temperino e della dodicesima gomma).
Sto pure diventato un abilissimo "temperatore" di matite colorate. Velocità e precisione. Imbattibile.
La vesto in fretta senza critiche (di mia moglie) sugli abbinamenti o le distonie dei colori.
Ci mangiamo le nostre "porcate" preferite. ieri per sbaglio sulle chiacchiere m'è scappato il sale al posto dello zucchero: è riuscita a dirmi che non erano male.
Insomma, tutto molto sereno.

Ma c'è sempre il MA. 
Non tutto è perfetto. Ogni discesa ha le sue curve, da affrontare con prudenza.

"Pronto, ciao sono Gianfranco, volevo dirti che il mobile è pronto!". cavolo, il mobile che mia moglie ha fatto smontare per ricostruire e colorare... me ne ero dimenticato!
"Bene, perfetto. Quindi?". 
"Verrei domani a montarlo, ti va bene?"
"Certo, vieni pure, ti lascio le chiavi di casa e t'arrangi. Mi raccomando rimettilo in sesto secondo le indicazioni della signora, altrimenti mi cazzia... io mica ho capito come è stato modificato".
"Tranquillo, mi pare di aver capito i suoi desideri... male che vada ne aggiustiamo il tiro in seguito".
Sono in una botte di ferro.

"Papà, a carnevale all'asilo devo vestirmi da Gnomo. Me lo prepari tu il vestito, visto che non c'è la mamma!"
"Filippo, sei in Valtellina con la nonna, lei è bravissima a confezionare abiti di carnevale. Affidati a lei!"
"Papà, per la sfilata dell'Oratorio - pure Bea parte con le richieste - dovrei vestirmi da sportiva con una spada gigante... me la costruisci tu?"
Che cosa ho fatto di male? A me il carnevale non è mai piaciuto moltissimo. Mi sono riciclato in questi ultimi anni perché ai bambini piace... ma mettermi a preparare costumi proprio non ce la posso fare!
"Bea, non è obbligatorio vestirsi da sportivi... ma il costume da pirata che hai usato lo scorso anno non ti piace più?"

Ho urgente bisogni di supporto!!!











martedì 18 febbraio 2014

Compiti. Perché? Il dubbio di Bea!

Domenica aveva la luna storta. Non ne aveva proprio voglia. Alle mie insistenze Bea esclama: "Papà, perché devo fare i compiti?".
E' partito da qui un piccolo dialogo sul tema tra me e lei.

Lo racconto sui Nuovi Papà: Papà, perché devo fare i compiti?.

Non è semplice spiegarlo. Magari logico, all'apparenza, ma non del tutto scontato. E poi quando Bea mi ha domandato: "E tu li facevi?", lì non sono riuscito a mentire.

Comunque il tema è attuale, lo sarà sempre con la scuola come compagna di viaggio. Meglio chiarire le cose da subito!

lunedì 17 febbraio 2014

Pesci a scuola!


Cara Maestra di Beatrice (mia figlia)
sai che ti prendo davvero sul serio. Lo faccio per correttezza e rispetto quando ricevo proposte che reputo serie e interessanti.
Sono disposto a donare alla tua classe un piccolo acquario dotato di un numero indefinito di piccoli pesci. Inoltre lo fornirò provvisto di pompetta filtra acqua e di scogli esteticamente davvero gradevoli.
In omaggio avrete pure cibo in abbondanza. Cibo che sono disposto a fornire vita natural durante. Non vorrei mai che le ristrettezze in cui riversa la scuola si possano ripercuotere su quelle innocenti creaturine.
La razza dei pesci mi è ignota (ma prometto di informarmi e fornirvi tutte le informazioni necessarie), ma una cosa è certa: sono una specie robusta, dinamica, passabile esteticamente (soprattutto i maschi) e particolarmente feconda (anche se le madri poi si divorano gran parte dei piccoli appena nati ... starà a voi capire il perché!). 
Scorgo nella tua disponibilità una lungimirante visione educativa verso i bambini che potranno approfondire la natura e i suoi abitanti. E lo potranno fare in diretta! 
Scorgo nella tua proposta il desiderio di generare cura e attenzione verso creature all'apparenza indifese: un progetto sano e di lungo respiro. Come non condividerlo e appoggiarlo?
Aspetto tue indicazioni su come procedere al trasloco. 
Sarà per me una grande sofferenza. Puoi immaginare quanto attaccamento a queste piccole, semplici, dinamiche creaturine, ma per il bene dei tuoi alunni (tra cui c'è mia figlia) sono disposto a cotanto sforzo!
Lo faccio per il bene dei ragazzi e della scienza!
Ti chiedo solo di farlo in fretta, prima che cambi idea... o semplicemente per abbreviare il mio patire.
A presto!

giovedì 13 febbraio 2014

Vista e info...

Caspita... che vista dall'ufficio locale...
Il cielo grigio di Singapore non promette proprio nulla di buono!
E poi quei 32 gradi, di un caldo umido! Appiccicoso.
Un caldo che ti costringe ad un bagno rinfrescante in piscina prima di cena... scusa: dopo la lunga giornata di lavoro!
Cena organizzata in locale sulla spiaggia.... a mangiare polpa di granchio alle spezie!
Mi raccomando vacci piano con il piccante!

Comunque sappi che qui ce la caviamo bene. 
Il momento migliore è la mattina. La riorganizzazione degli orari regge alla grande... alle 7.45 siamo già pronti per uscire.
I letti non li faccio sempre, ma il resto sì... cambio pure l'acqua ai pesci e alla tartaruga, anche se la tentazione di portarli tutti nel laghetto del Parco Nord è sempre molto forte.
Alle 21.00 sono a nanna e quindi pure la sera scorre tranquilla!

I bimbi sono sereni, pensa che ieri mi hanno detto: "Se la mamma non c'è ti dobbiamo aiutare di più vero?". Lo ammetto sono bravissimi, oltre le mie aspettative.

Qui è in arrivo l'ennesima perturbazione, cheppalle!!!
Neppure per questo fine settimana posso fare una sana sciatina con i piccoli... vabbè andrò in Valtellina.

A presto! 






martedì 11 febbraio 2014

Organizzazione: la sveglia!

Organizzazione.
Questa è la parola d'ordine!
Il momento critico è il mattino. Per varie ragioni. La prima è che svegliarmi è dura. Molto dura. Quando c'è la mamma ci pensa lei, a volte delicatamente, a volte con la forza... ora che sono solo è un incubo.
Mi viene l'ansia e mi sveglio un sacco di volte... sto proprio invecchiando!
Comunque prevenire meglio che curare: due sveglie! Una sul comodino mio, una su quello della mamma. La seconda dovrebbe darmi il colpo di grazia. 
Levata anticipata di 20 minuti.
Ce l'ho fatta.  Almeno per oggi.

Poi tocca ai bambini. Bea si sveglia in un secondo...  e dopo due riesce pure ad articolare le prime parole.  In sequenza e con senso logico. Quando inizia poi non smette più. 
Filippo è tutto suo papà. Non batte ciglio per i primi 10 minuti. Poi inizia con i lamenti: "La luce è troppo forte! Spegni! Ho sonno. Sono stanco. Voglio riposare." Ha bisogno di almeno 20 minuti di decompressione. Lo capisco... ecco perché inizio la fase del risveglio alle 7.00.

Quindi mi sono organizzato in questo modo:

6.40   Mi alzo, mi doccio e mi vesto
7.00   Sveglio i bambini
7.05   Vesto Bea 
7.10   Mi preparo il caffè
7.20   Vesto Filippo
7.30   Colazione insieme
7.45   Lavaggio denti
7.50   Rifaccio i letti (se proprio ho tempo....)
8.00   Pronti a uscire 
Le scarpe!!!! ma perché le dimentico sempre?

Questa mattina qualcosa non ha funzionato, alle 7.43 eravamo già tutti pronti!
Domani si deve assolutamente fare meglio!


lunedì 10 febbraio 2014

Partenza


Lo scoglio maggiore è statala valigia. Ci scherzo su, ma quella povera di mia moglie ha dovuto concentrare in uno spazio per definizione insufficiente non solo abiti (e accessori) per 19 giorni, ma gli stessi adatti a climi diversissimi.
Petronas Towers
A Singapore troverà un clima praticamente equatoriale: caldo e umido.
A Seoul e Shanghai ieri nevicava. A Pechino troverà - 7 gradi. Per fortuna a Kuala Lumpur si risale a 30/33 gradi.

"Cara se ti dimentichi qualcosa pazienza. Guarda che da quelle parti qualche negozio lo dovresti trovare...".
Lo so, l'ho praticamente autorizzata ad utilizzare in modo indiscriminato la carta di credito, ma ieri ero quasi tentato di chiamare la Protezione Civile: "stato di calamità naturale", emergenza valigia!!! 
Alla fine però ce l'ha fatta. Tutto è pronto!
Si parte!

"Cara Mogliettina
Lo so. Non ha molta voglia di partire. Ti capisco. Non solo perché di fatto non è un viaggio di piacere, ma perché 19 giorni sono tanti. Perché gli anni passano per tutti. Perché ci si stanca un sacco. Perché i bambini ti mancheranno tantissimo... e spero anche il marito. 
Tanti perché...

Ma ormai la partenza non è negoziabile, noi ci siamo messi il cuore in pace e ce la metteremo tutta per farti sentire serena e tranquilla. Ci mancherai, e questo lo sai... e noi mancheremo a te. Lo sappiamo anche noi. 
Seoul
Però, dai, metti via i pensieri cupi e guarda al positivo.
Quando mai ti ricapiterà di anche solo vedere queste città: Singapore, Kuala Lumpur, Seoul, Shanghai, Pechino, Taipei?
Mezzo oriente in una volta sola!
E visto che Tokyo ed Hong Kong le hai già viste, sei un privilegiata (nella nostra famiglia!).

Potrai finalmente andare oltre le solite immagini tratte da google o alle ambientazioni cinematografiche. 
Vedrai dal vivo le Petronas Towers (hanno girato un bel po' di film da quelle parti!). 
Farai in tempo a farti una piccola fuga sulla muraglia cinese. 
A Singapore e Taipei hai solo l'imbarazzo della scelta su che cosa visitare.
Mentre a Shanghai pare meritino i concessionari della Ferrari, Maserati e Porche... vabbè so che non te ne frega nulla, ma era tanto per dire.

Mangerai un sacco di schifezze,  che a te pure piacciono. 
Potrai dilettarti - sempre compatibilmente con il tempo a disposizione - nel tuo hobby tanto amato: la fotografia! Non ti mancheranno i soggetti interessanti.

Noi ce la caveremo... so che sarà un bel problema comunicare perché quando io vado a nanna tu ti svegli (praticamente)... ma in qualche modo ci arrangeremo!

Pensaci, ma non troppo!
Goditi l'oriente e fallo un po' anche per noi!!
Portaci tante immagini! 
E il tuo sorriso!
Buon viaggio!"

Papà, Bea e Filippo!



giovedì 6 febbraio 2014

Di arrabbiature e no ...

Condivido "a casa mia" due estratti di articoli pubblicati sul magazine On Line I Nuovi Papà.

Sono due temi a cui sono molto legato. Perché toccano la mia vita quotidiana e a volte smascherano difficoltà reali di coerenza  rispetto alle piccole scelte che sono costretto a fare.
Sono temi allo stesso tempo normali e complessi. Per il presente e di prospettiva. Uniscono e dividono. Pacificano e causano piccoli conflitti.
E mi fanno riflettere. Son fatto così, che ci posso fare?

Sto parlano di alcuni no detti ai miei figli per aiutarli, almeno questa è la mia intenzione, a crescere rispetto al loro grado di autonomia. 


Ebbene sì, ogni tanto i miei figli me lo chiedono. Forse che mi travesta di uomo crudele e indifferente ai loro bisogni? Forse che mi diverta, ogni tanto, nel vederli in difficoltà alle prese con qualche richiesta specifica, subdolamente imposta?
Non mi sembra, ma questo “perché” nasce da un dato di fatto: non è semplice abituarli all'autonomia.
E quando ci si prova i primi ad obiettare sono proprio loro. Sì quegli stessi bambini, e mi riferisco proprio ai miei figli,  che se da una parte, in altre circostanze (soprattutto precedenti), rivendicavano proprio il “poter fare da soli”, in altri frangenti chiedono aiuto. Un supporto che faciliti, richiesto o per pigrizia o per oggettiva difficoltà. O semplicemente come compagnia rassicurante.
Il problema, però, non è la domanda, apparentemente stonata: come, un papà che non aiuta i propri figli? Ma la risposta: come comportarsi? E’ giusto, opportuno, utile offrire sempre il proprio aiuto o, in certi casi, è più educativo lasciare che se la sbroglino da soli?
La casistica è davvero varia, non solo quella legata agli episodi con protagonisti i bambini, ma soprattutto quella che ha messo in gioco le mie certezze o i miei sentimenti di papà.
Per un certo periodo (che non si è del tutto concluso), e in relazione a determinate situazioni, molto forte è stata in me la tentazione di “fare cambio”. Il desiderio di sostituirmi a loro.

Sto parlando delle mie arrabbiature... quelle che che fan parte di una relazione (la mia di certo) con i propri figli. Quelle che se esistono avranno un perché ... non sempre corretto, però.


“E me lo chiedete pure? Vi lascio un minuto da soli e vi mettete la mani addosso. Vi chiedo di rimettere a posto i pennarelli e vi trovo a lanciarvi cuscini. Vi invito gentilmente ad andare a lavarvi i denti e vi viene in mente di svuotare la cesta dei pupazzi! 
Come faccio a non arrabbiarmi? E sempre poi a scaricare le eventuali colpe sull’altro: è stata la Bea! No, è colpa di Filippo. Mi ha colpito per primo, no, ha iniziato lei! Sapete simulare meglio dei calciatori! A me non piace proprio arrabbiarmi. Se alzo la voce, se mi esce la faccia da cattivo, se parto col pippotto che vi ricorda quello che dovevate fare e non avete fatto, il perché e il per come ci si deve comportare in un altro modo … arrivare a questo punto mi irrita. Mi da fastidio. 
Perché mi arrabbio? 
Non tanto perché vi vorrei perfetti, ma ogni tanto sembrate voler fare il contrario di quanto richiesto. E ci resto male, mi sembra sempre di contribuire a creare un clima di tensione che non sopporto. Dovete ammettere che non arrabbiarsi mai è impossibile. Come si fa? Ditemi voi! Ma anche voi vi arrabbiate: se vi dico qualche no, a volte sembra cascare il mondo. 
Ma torniamo alla vostra domanda: insomma, dovrei continuamente far finta che non sia mai successo nulla, che il disubbidire sia sempre accettabile o comunque un comportamento naturale e accolto senza problemi. Ubbidire, non esageriamo, che poi mica vi do’  ordini da caserma. 
Vi chiedo (anzi, io e la mamma vi chiediamo) il minimo sindacale. Più che ordini sia chiamano memo di comportamenti alla base della convivenza civile: non picchiatevi, sistemate, lavatevi, vestitevi, non allagate il bagno, provate ad allacciarvi la scarpe da soli, mangiate sui piatti per non sbriciolare da tutte le parti, non buttate i vestiti a terra, ecc. Siamo ben al di sotto anche dei 10 comandamenti. 
Suvvia, avete pure di che lamentarvi? Perché mi arrabbio? Perché nonostante tutto spesso fingete di non sentire. Vi sembra del tutto naturale fingere di non aver capito. Non sempre, lo so, ma spesso ci cascate. Perché in certi casi è davvero complicato farne a meno. Alzo la voce: mi impongo e vedo che capite che dovete cambiare registro. Lo capite perché non siete stupidi... e lo fate. E’ chiaro?”
“Papà, però tante volte non ti arrabbi e noi poi ti ubbidiamo lo stesso? E allora perché ti arrabbi?”
... continua Qui

martedì 4 febbraio 2014

Pagella, la prima

"Papà, ma lo sai che un po' sono emozionata per domani?".
Distrattamente chiedo: "Emozionata per che cosa?".
"Ma non ti ricordi, le maestre consegnano a te e alla mamma la mia pagella!".
"Caspita, è vero... me lo stavo dimenticando".
Interviene Filippo, quello che mette i puntini sulle i: "Ma dai Bea, tanto non ti bocciano!".

La prima pagella. Un'altra prima volta.
Siamo in prima elementare, primo quadrimestre: relativizzo... che sarà mai?
Eppure la semplice emozione di Beatrice un po' contagia.

"E sono anche un po' preoccupata"
"Come mai? Pensi che qualcosa sia andato male?"
"Ogni tanto le maestre mi dicono di colorare meglio e di essere un po' più precisa..è grave?"
"Grave non credo, però non devi essere preoccupata. qualsiasi giudizio riceverai sarà utile per capire quello che hai fatto di positivo e quali sono gli aspetti su cui dovrai migliorare. Ricordati che la pagella è la fotografia di tutto quello che hai fatto in questi mesi."

Sorride. In fondo la sua preoccupazione o emozione, mi sembra più indotta dalle amichette. Non mi dispiace il suo approccio, sanamente distaccato, per ora.
Avrà molte occasioni per confrontarsi (o scontrarsi) col giudizio altrui, che sia delle maestre, degli amici, dei capi, dei genitori.
Dovrà pian piano farsene una ragione. Soprattutto capirà che essere valutati non è sempre facile da accettare, ma può essere un bene se viene fatto per creare prospettive e fornire ulteriori opportunità.

Vedremo come va.

lunedì 3 febbraio 2014

Esorcizzare l'assenza, i pro!

Ci si prepara in modi diversi. 
Mancano 8 giorni alla partenza e ieri, giustamente, mia moglie s'è comperata la guida di Singapore e della Cina. Avrà l'occasione di girovagare un po' nei fine settimana, perché non sfruttarla? Ma il suo ottimismo dura poco: "Ho troppe cose da fare... non so se riuscirò a visitare quasi nulla? ... Uffa, poi a Singapore al pomeriggio ci sono i monsoni e a Pechino si gela! Come farò?"
"Guarda che qui siamo sotto monsoni da una settimana e pare non smetta... per cui non cambia molto. Comunque a Singapore ci sono 30 gradi e in questo momento non mi farebbero schifo!" le rispondo, ma si richiude nei suoi pensieri. 
Pensa alla valigia... sarà un vero tormento! Lo so già.

Invece, per quanto mi riguarda, cerco di metterla sul positivo. L'assenza della mamma per 19 giorni, sarà per definizione un evento tragico per l'equilibrio familiare e per la serenità di un papà, però può accompagnarsi a piccoli aspetti positivi. Non trascurabili o almeno consolatori. Dei palliativi.

Faccio leva su questi. Li immagino e costruisco le opportunità. 
Voglio assolutamente esorcizzare la sua assenza e quindi mi metto al lavoro.
Provo ad elencarli:

a. Risparmio energetico:

Conti precisi non li posso fare (una bolletta della corrente è illeggibile...) ma senza la mamma ci sarà:
- uso limitato asciugacapelli
- non uso della piastra liscia capelli
- dimezzamento utilizzo lavatrice e asciugatrice
- due caricabatterie di cellulari inutilizzate

b. Anarchia televisiva

Per 20 giorni calcio libero alla TV. E non solo: golf, basket, Olimpiadi di Sochi senza limiti... Non sarò costretto ad attendere che si addormenti sul divano. Non ci saranno discussioni. Scorpacciata di sport in TV! 
In più non sarò costretto a vedermi (o anche solo semplicemente sentirmi) sti cavolo di programmi su Real Time o ad assorbirmi l'inizio di Greace Anatomy. Evviva!
Padrone assoluto del telecomando! Quando mi ricapita?

c. Sonno sereno

Dormirò un poco più rilassato. Semplicemente perché non riceverò pedate o gomitate notturne tese a ridurre il volume del mio russare. Lo so che sopportare chi russa è durissima, ma è pur vero che il russatore subisce violenze fisiche e psicologiche inenarrabili... 

d. No caccia all'oggetto

Sono convinto di essere moderatamente più ordinato di mia moglie. per la precisione sono assolutamente padrone del mio disordine. Qualità che manca alla mia dolce metà: il suo è un disordine sistematico e irrazionale. "Non trovo le chiavi di casa. Hai visto il mio cellulare? Dove hai messo la mia borsa? E le scarpe, il portafoglio, il passaporto, il bankomat...". E' una continua caccia all'oggetto, e senza indizi.
Per fortuna ci saranno 20 giorni di tregua!

In fondo anche le piccole cose hanno il suo valore... so bene che a conti fatti i pro non pareggeranno i contro (sui quali rifletterò nei prossimi giorni), ma pensare positivo non guasta mai!

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