Sono un amante dello sport. Ne amo davvero tanti: dal calcio al basket, dal golf alla pallavolo. Lo sci, l'atletica, l'alpinismo e l'arrampicata, pure lo "skyrunner". Il ciclismo, il nuoto, il tennis e il ping pong.
Da giovane riuscivo a seguire in TV anche la pallamano, la pallanuoto, il biliardo o la vela (indimenticabili le nottate a guardare l'America's Cup).
Di questi sport molti, a livello amatoriale, li ho pure praticati un po'. In maniera molto basica so giocare a calcio, basket, pallavolo, ping ping, tennis, biliardo. In bici ho fatto giretti mica male e da ragazzo facevo pure le campestri. Da qualche annetto mi diletto pure con lo sci. Non includo il nuoto perché il livello basico è oltre le mie attuali capacità. Ho camminato per i miei monti a destra e manca con anche qualche piccola ferratina.
Con la nascita di Bea e Filippo ammetto di aver mollato un po' tutto. Non è che facessi chissà che cosa, ma almeno la partitella a calcio del sabato mattina non mancava mai... Non è che i miei figli siano responsabili del mio "sfascio" sportivo, ci mancherebbe. Mi hanno semplicemente fornito un alibi perfetto per riconsiderare la mia condizione: quella di un quarantenne con un fisico in lento appassimento e quindi poco propenso agli sforzi che lo sport, anche solo amatoriale, impone.
Fatica, costanza, rigore ecc.
Mi ritrovo così, alla soglia dei quarantacinque anni un po' impigrito, sovrappeso, col vizio del fumo duro a morire. Eppure ogni volta che seguo qualche evento sportivo mi parte l'embolo del "mi piacerebbe"! E' stato così quando ho seguito le imprese di
Kilian Jornet, o la
Tor des Geantes. O all'arrivo del
Kima. Magari poi mi metto pure a fare una camminata seria per scontrami col rifiuto del mio fisico che mi dice "ma che cavolo pretendi da me"!
... sugli sport di squadra mi sono un po' ritratto, per decenza.
In più da qualche tempo è scoppiato, attorno a me, il virus del running. Tutti che corrono, e corrono. E più passano i mesi più corrono. Ma come cavolo fanno!
Non ho manco la scusa di essere un super intellettuale: leggo molto, scrivo un pochetto, ma no, non sono un intellettuale. Proprio no!
Ma non c'è proprio più nulla da fare per me? Ne parlavo con alcuni miei amici... tutti sulla stessa barca: un po' rassegnati un po' compiaciuti. Ma non del tutto. Per entrambe le cose.
Ed ecco la mia idea, anzi la mia sfida: oggi quasi tutte le aziende top che producono marchi sportivi scelgono (in)giustamente testimonial di livello! Quelli che fanno vendere di più, e il marchio accompagna le loro imprese o semplicemente li mostra, E' la legge del marketing. Mica sbagliano per carità, ma in fondo camminano dove l'acqua è bassa.
Ma non è che le vere sfide sono altre?
Carissime Nike, Adidas, Puma, The Nord Face, Scarpa, Salomon, Montura, Tecnica, Ferrino, Asics, Colmar, Enervit, La Sportiva, Salewa, Camp, ecc. Ma avete mai provato a prendere due o tre (o anche uno) quarantenni o su di lì, un po' pigri, sovrappeso, con qualche vizietto poco salutare, notoriamente poco sportivi e trasformarli in atleti? Magari ci avete già pensato. O forse no!
Questa potrebbe essere una sfida vera! Un'impresa. Di quelle serie.
Significa aprire orizzonti di possibilità: ricreare, da una base su cui nessuno scommetterebbe un euro, un soggetto nuovo!
Rendere l'impossibile una realtà: darsi un obiettivo e sfidare le leggi della "normalità".
Io sono a disposizione! Pronto a correre il rischio.
In fondo come esiste la possibilità che una persona venga "assoldata" per
bere Rum sulla spiaggia, non vedo perchè non si possa accettare una sfida del genere... che poi è pure molto più salutare!
Allora chi ci sta?