Nella nostra policy familiare, al capitolo “Utilizzo del tempo libero” in compagnia dei figli, è vivamente consigliato dare molto spazio al gioco. Visto che sono “montanaro” per me è quasi un obbligo farlo all’aperto e appena il clima è “praticabile” si esce, insomma si gioca in casa solo se non se ne può fare a meno (maltempo, malattie, alla sera ecc.). Per fortuna dove abitiamo ci sono parecchi parchetti che aiutano a trovare anche soluzioni mirate. Se va tutto liscio i bambini non fanno altro che passare da un gioco all’altro e più crescono più riescono a farlo in autonomia e quindi il parco può essere anche un piacevole momento di relax pure per me. Ma non è tutto oro quello che luccica e i parchetti possono nascondere insidie poco piacevoli, e a volte assolutamente non declinabili con concetto di relax.
La cacca dei cani! Finché te la trovi sul marciapiede, se la calpesti alla fine la colpa è un po’ tua, ma quando è ben nascosta vicino al cespuglio appena a ridosso dell’altalena, o proprio in fondo all’arrivo dello scivolo, o di fianco alla panchinetta dove accosti il passeggino, come fare a evitarla? Non è mica possibile tutte le volte bonificare l’area come si fa in “CSI sulla scena del crimine!” E poi: dove esiste lo spray che colora il terreno, ad esempio di rosso fuoco, quando viene a contatto con la cacca di cane (una specie di luminol da parco)? Non mi resta che rassegnarmi a portare sempre le scarpette di ricambio e pulire immediatamente quelle sporche, perché se non lo si fa subito è un dramma! Nel contempo mi auguro che i padroni dei cani vengano a compassione e spinti da un anelito di civiltà siano più solerti a pulire il terreno dalle deiezioni del loro migliore amichetto.

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L’acqua: questo fondamentale e apparentemente innocuo elemento della natura, in un parchetto è un pericolosissimo avversario. Innanzitutto attorno alla fontanella si crea sempre la super pozzanghera (ma progettare tombini o scoli decenti è troppo complicato?), per cui quando ingenuamente concedi ai tuoi figli di andare a dissetarsi è già troppo tardi: scarpe, calze e pantaloni bagnati. Se va bene, spesso la fontanella è piantata in mezzo al prato e così alla semplice acqua si aggiunge il fango! Se non c’è la pozzanghera killer, c’è il gruppetto di ragazzetti che fingendo di bere si divertono ad annaffiare tutti coloro che si avvicinano. Insomma perennemente vestiti bagnati! Proposta: se un parco è piccolino le fontanelle non sarebbe più salutare disporle all’ingresso?
Morale: un montanaro come me nel tempo sta riscoprendo il valore del giocare in casa.
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