
I bambini per la verità erano davvero carichi, ogni giorno chiedevano: "Quanto manca al viaggio a Barcellona?". Ma anche noi stavolta avevamo preparato tutto abbastanza nel dettaglio. Visite prenotate per evitare le code. Itinerari definiti a priori per non incappare in trasferimenti eccessivi. Spazi e tempi per tirare il fiato. Devo ammettere che avere una moglie che ha vissuto un anno in Spagna e parla benissimo il castigliano è una grande risorsa.

Ma veniamo alla cronaca dura e pura.
Atterriamo puntuali giovedì 24 aprile alle 8.00. La Catalogna si sta risvegliano e noi pimpanti come non mai alle 9.20 siamo già davanti all'acquario. Zona del porto turistico: un caldo sole ci accoglie e accompagna. I bambini sembrano non risentire della sveglia alle 4.00. Chissà quanto reggeranno.

Ci fiondiamo, visto il tempo, in spiaggia per un po' di relax. C'è pure gente che fa il bagno!
Partiti non ci fermiamo più: non ci facciamo mancare nulla.
Piazza del Re, Cattedrale col suo bellissimo chiostro, Sagrada familia, Casa Battlo, Parc Guell, Montjuic, spettacolo delle fontane, il mercato, la sardana ecc.
In mezzo qualche pausa e qualche sangria tonificante.
In mezzo qualche pausa e qualche sangria tonificante.
Mia moglie si è ritagliata pure un po' di spazi femminili: lo spaccio di Disegual, quello di Zara, quello di Custo. Il richiamo genetico dello shopping... aimè!
E pensare che mi è stata inopinatamente bocciata la proposta di una visita al Camp Nou del Barcellona... un vero tempio del XX secolo ignorato dalla mia signora.
E pensare che mi è stata inopinatamente bocciata la proposta di una visita al Camp Nou del Barcellona... un vero tempio del XX secolo ignorato dalla mia signora.

Lo confesso: Bea e Filippo superato questa piccola "prova" a pieni voti. Un po' ha contribuito la presenza di mio nipote più grande che ha trascinato non poco i piccoli. Ma loro non si sono mai tirati indietro! Interessati e attenti. Sempre carichi di domande. Curiosi e stimolati dalle tante novità incontrate. Non si sono praticamente mai lamentati, neppure quando eravamo costretti a lunghi spostamenti a piedi.
Forse perché abbiamo ritagliato un itinerario a target bambino, forse perché Barcellona ha questo potere di includere, di affascinare e di generare buon umore a prescindere.
Un po' di tutto questo, anche se - ne sono convinto - la curiosità un po' va indotta e stimolata. E con essa il desiderio di nuove conquiste! Turistiche.
In aeroporto, in attesa dell'imbarco, Beatrice se ne esce così:"Papà, il prossimo anno però ci porti a Parigi?". Sorrido. Questa è come la mamma... chi la ferma più?
Scoprire un pezzo di mondo è un bel regalo!