Bea e Filippo

Bea e Filippo

sabato 29 settembre 2012

Festa dei nonni! Grazie!

E' la festa dei nonni.
Che fortuna averli.
I mei bambini amano i loro nonni. Stanno volentieri con loro.
... i nonni sono, poi, le nonne (per noi).
Con la loro calma, con il loro saper gestire ogni momenti dei nipotini...
Ci sanno fare e sanno come prenderli con sorprendente capacità.
Ma sorprendente perchè? Hanno cresciuto me e mia moglie (con fratelli al seguito)... tutti tipini non semplicissimi.
Si sono fatte le ossa. E che ossa!
I nipoti sono, per certi versi, molto meno complicati.
Faticosi per definizione, certo, ... e le primavere delle nonne non tornano indietro.
Quando Filippo si mette a correre chi lo piglia?
Ma con loro possono tirar fuori più tenerezze.
Possono rifarsi con amorevole concessioni, forse anche più di quelle che servono.
Maccheimporta se si cade a qualche vizio.
I bimbi lo meritano e per le nonne è sano compiacimento.
Grazie per esserci e per stare accanto a noi e ai nostri figli!
Grazie perchè siete discrete e ci aiutate con consigli, mai fuori luogo e mai invadenti.
Grazie per quanto sapete trasmettere.

Grazie nonni... grazie nonne!

venerdì 28 settembre 2012

Autunno

Adoro l’autunno.
Mi piacciono i suoi colori.
Le atmosfere.
I profumi.  
Ne amo i frutti (quelli delle mie parti): le castagne, l’uva (quante vendemmie …), i funghi, i fichi, il mais…
La zucca e i cachi...
L’autunno è casa, è familiarità.
E’ raccogliere e gustare i frutti di un’attesa conclusa.
E' profonda vitalità prima della sosta invernale.
Una vitalità che lascia spazio anche al silenzio.

Sono affezionato all’autunno. Vorrei che i miei figli lo vivessero come l’ho vissuto io: dentro (ma proprio dentro) i profumi, colori, atmosfere, esperienze che ancor oggi, a distanza di quasi 30 anni, ricordo con nitidezza e estrema simpatia.
Ma l’autunno cittadino è quel che è.
E in pochi we non è possibile trasmettere, senza starci dentro con calma e in profondità, tutto quanto.
Se poi la pioggia arriva a rompere le scatole è ancora peggio.

Ma c’è tempo, caro autunno, riuscirò a farti amare anche dai miei piccoli!

venerdì 21 settembre 2012

Dignità, rispetto e soldi.... buttati.

Non so se ne val la pena. Non so se è giusto farlo qui. Meglio lasciar perdere? Non lo so.
Non so tante cose, allora me ne frego.

Non è un bel periodo. E non c'è bisogno di leggere giornali,  guardare la TV o ascoltare la radio: basta guardarsi attorno, frequentare un po' di gente, ascoltare gli amici o semplicemente i vicini di casa. Aziende che sono allo stremo, amici in cassa o in mobilità, con prospettive di lavoro molto fumose. Lavori in bilico, pagamenti che non arrivano, solidità finanziaria (se mai c'è stata), fortemente in crisi.
Un futuro che per molti si tinge di grigio e comincia a pesare nel modo di affrontare il presente. Le speranze che mese dopo mese vengono allontanate rispetto alla possbilità che cambi qualcosa, affossano anche le poche propsettive meno cupe. Per non contare le fatiche quotidiane legate ai costi della vita, che in maniera molto sottile erodono in un attimo i due soldi che si guadagnano o che si hanno da parte. Benzina,  energia, spesa, rette per gli asili, ecc. ecc. ecc.  Per fortuna almeno il mutuo è in leggera contrazione. risparmiare oggi è praticamente impossibile.
E' il Paese in affanno. Non regge più il peso di tanti sperperi passati: almeno così ci dicono. E ci credo, mi fido. Osservo i volti di chi oggi ci mette impegno. Magari poca fantasia. Forse, per eccesso di zelo, non riesce a dare la scossa che serve, ma l'impressione è almeno quella di pulizia. Onestà. Rigore: richiesto e vissuto. Così pare.
Non è un bel periodo. Tutti sono chiamati a subire tagli: lineari, verticali, a pioggia, giusti e ingiusti. Regioni, Province, Comuni, e noi cittadini per l'appunto.
Quasi riuscivo ad immaginare che tutti si camminasse verso la stessa direzione. Tutti a far fatica per regalare un futuro ai più giovani, ai nostri figli. A qualche generazione questo futuro è stato offuscato, ma i piccoli se lo meritano certamente migliore.
Macchè. Dalla Regione Lazio sono stato riportato alla realtà. Non sono un populista, non amo la demagogia, e non voglio trasformare l'erba in fascio. Sono scoraggiato, deluso, in qualche modo ferito come cittadino. Mi domando:  perchè di fronte a quanto succede, alle migliaia di famiglie in difficoltà, alle aziende che chiudono, ai poveri che aumentano, al futuro incerto delle nuove generazioni. Di fronte a tutto questo e a quanto sta chiedendo lo Stato ci siano persone che si permettono di buttare via, di impadronirsi, di abusare dei soldi pubblici. Senza freno. Senza dignità. Senza rispetto. Senza pudore.
Per cazzate. Quanti soldi nel cesso. Feste, cene, viaggi, macchine, moto ecc. Ma non erano di tutti e per tutti?
Ma questa gente ha idea dell'insulto collettivo e sprezzante, non tanto quello che si merita, ma quello ha fatto verso tutti?
Ma che cosa vuol dire: "avevamo perso il controllo" rispetto allo sperpero di centinaia di migliaia di euro?
Ma si rendono conto di quello che succede in Italia? Ma sanno che nelle scuole spesso il materiale didattico essenziale (e quello non didattico tipo la carta igienica) lo devono portare le famiglie?
 Ma lo sanno che siamo tra gli ultimi in Europa per il numero di asili nido? Ma lo sanno che aziende sono fallite perchè la loro Regione per anni ha rinviato i pagamenti dovuti? Ma lo sanno.... e si potrebbero fare mille esempi.
Molto meglio di me Gianantonio Stella si esprime oggi sul Corriere della Sera, come non essere pienamente d'accordo? L'ingordigia dei mediocri, G. Stella (Corriere della Sera). Lui e Rizzo da anni denunciano ste cose, e da anni chi le fa se ne frega e chi le legge si indigna in silenzio (siamo strani anche noi. italiani.. comunque). Tanto strani.
Ma i partiti che hanno sostenuto costoro (e che probabilmente sostengono quelli che il prossimo scandalo porterà a galla) con che dignità hanno il coraggio di dire di essere pronti a guidare il Paese?
Un mio amico, scherzando (più o meno), sosteneva qualche giorno fa  che la scelta migliore che Monti dovrebbe fare è questa: dichiarare guerra alla Svizzera e lasciarsi conquistare. Lasciar fare a loro finchè tutto sia messo almeno parzialmente in ordine. E poi ripartire per la batteglia dell'autonomia. Un paradosso (anche perchè la Svizzera non è scema). Ma lasciateci immaginare le mucche viola in Campidoglio.
Lo so che ci sono amministratori in gamba, che magari mettono addirittura del loro. Sono tanti e si fanno in quattro per il bene pubblico. Ma il problema è che quelli fuori controllo lasciano devastazioni alle loro spalle. Casse vuote e Comuni o Regioni o Province senza futuro.

E' il futuro quello in ballo. Era giusto parlarne?


mercoledì 19 settembre 2012

Così diversi

Bea ha 5 anni ed è femmina. Filippo ne ha 3 ed è maschio. Non basta per chiarirne la diversità?
Può darsi, ma in fondo sono fratelli, stanno crescendo nello stesso ambiente: famiglia, asilo, amici, nonni ecc. Dentro tante esperienze che ne dovrebbero, almeno in apparenza, accumunare atteggiamenti o proposizioni. Stessi stimoli, perchè diverse reazioni?
Ebbene sì: Filippo e Bea sono così diversi.

Bea, al di là di certi momenti in cui sembra anticipare in modo preoccupante l'adolescenza (e in questi casi i conflitti maggiori se li smazza la mamma), si sta ritagliando la sua personalità. E' in costruzione... Sta svanendo quel viso pacioccone accompagnato da sorrisi ingenui, per lasciare spazio a maggiori silenzi, a musi lunghi spesso inspiegabili. Sembrava estroversa, ora appare più introversa. Prima maggiormente aperta a tutti, ora più incline alla selezione e si avvicina agli altri se convinta. Non è sempre così... il suo sorridere, quando esplode, è ancora contagioso... ma comincia a esserci dell'altro.
Mi devo preoccupare? Non credo, ma uno sguardo attento mi (ci) tocca. Non tanto perchè venga permeata secondo i nostri desiderata: se è così mica la si può stravolgere dal di dentro. Ma perchè riacquisti un po' di quella solarità che sembra aver smarrito, almeno in parte,  per strada. Meglio: che sembra aver smarrito in soprattutto casa: quando è con altri è "sempre bravissima". La principessina.
Forse sono stati i suoi sorrisi ingenui ad accenderle qualche lampadina, a farle capire che non sempre certi atteggiamenti che subiva erano insignificanti. Si cominca a scorgere in lei una ricerca di autonomia. Il "fare da sola" sta evolvendo anche nel desiderare di "giocare un po' da sola". Di già?
Forse, forse. Se o ma. Lasciano tutti il tempo che trovano. Bea sta crescendo, a volte genera distanze per difendersi o perchè non vuole mettersi in gioco, altre volte è semplicemente più svogliata del solito o stanca. Molto stanca... ricorda un po' la madre. Sulla stanchezza... forse anche rispetto al resto? Si vedrà.
Crescerà e mostrerà sempre di più il suo vero volto, senza compromessi.

Filippo invece è il simpatico, quello che sorride sempre, che non sta mai zitto. Stupisce per la sua ilarità, per il suo essere "macchietta". Genera immediata simpatia ed empatia. Rimane comunque uno scassapalle: un po' permaloso, ogni tanto un poco iracondo, soprattutto con la sorella. Si stanca molto meno della sorella e quindi è faticoso nel fargli prendere sonno, nel convincerlo a stare un po' più tranquillo. Non si ferma mai. O quasi. E si sveglia sempre di notte. Ma quando inizi a dormire?
E' ancora molto coccolone, affettuoso, appiccicoso. E' il piccolo, ma sa farsi valere, e da buon secondo riesce a bruciare le tappe, indirizzato sapientemente dalla sorella. La sorella: guida e reprime. Il fratellino ascolta, segue e si ribella. Che assomigli un po' al padre?. Sul mangiare di sicuro... pare che alla sua età fossi come Filippo: assolutamente poco amante del cibo. Rispetto al resto? Si vedrà.
E pure lui crescerà, oddio, se rimanesse così comunque non sarebbe male!

Eccoli accumunati, nella loro sana diverità, dall'essere fratelli.
Accumunati dal crescere sotto lo stesso tetto: con mamma e papà... non si scappa!
Così diversi, ma così figli! Così parte di noi.


lunedì 17 settembre 2012

Ascòltati. E Ascolta.

Succede e non di rado. Ti vedi in un modo, sei convinto di comportarti così e cosà. Hai quasi la granitica certezza di essere impeccabile. Che ti manca? Nulla, a tuo modo di vedere. Massì, qualche piccolo difetto c'è sempre: gentile concessione alla natura umana, per se stessa non perfetta.
Eppure succede. Ti vedono in un altro modo, appari molto meno impeccabile. In certi momenti lasci di stucco. O comunque generi una visione divrersa da quella che ti eri costruito.
Succede. Certo che succede: l'immagine che si ha di se stessi non sempre corrisponde a quella che hanno gli altri. 
Domanda che sorge spontanea: dove sta l'immagine? Dove sta l'essere (o la realtà)?
Oppure si deve per forza convenire che l'immagine corrisponda all'essere?
Lo so che stasera mi sto addentrando in meandri davvero complicati. Ma ogni tanto affrontare il complicato può essere utile. O almeno interessante.
Fatto sta che l'interrogativo si ripresenta con energia: perchè è così difficile in certe fasi (o spesso, o sempre) della propria vita essere come si appare o apparire come si è realmente?
Di più: fare in modo che, come si appaia a se stessi, così si riesca serenamente ad essere (davvero se stessi) di fronte agli altri.
Di risposte vere e proprie non ne ho perchè da una parte dovrei sostenere che spesso ci si costruisce un'immagine di se stessi un po' idealizzata - e toccare l'io è un casino perchè mi si incavola di brutto -, dall'altra dovrei invece puntare il dito sul mondo esterno (genericemnte gli altri) che, invece, è sempre a caccia dell'errore pronto a scovare la pagliuzza senza tener conto della propria trave.
Ma le risposte, a onor del vero, ci sono. Basta saperle vedere (ascoltare) e accettare.
La scarsa abitudine ad accettare che "essere fatti" in un certo modo (con tutti i limiti e le imperfezioni del caso) è un dato di fatto e quindi è inutile nasconderlo a se stessi.
Imparare a piacersi partendo dai propri limiti aiuta ad essere liberi e senza timori rispetto ad eventuali distonie tra come si è e si vorrebbe apparire. Ma allo stesso tempo genera il desiderio di affrontare il limite non come una presenza fatalisticamente intoccabile, ma come un piccolo "avversario" affrontabile. E perchè no: battibile.
Che ascoltare come gli altri ti vedono può essere interessante... e utile.
Val la pena quindi prendersi del tempo per ascoltarsi... e per ascoltare. Val la pena.

martedì 11 settembre 2012

Siamo ai saluti: Addio “cose da piccoli”!

Filippo ha iniziato l’asilo. E questo è già un dato  di fatto  importante. Ha mollato pure il pannolino… altro elemento da non trascurare (evvaiiii).
Con Bea si è già avanti, quasi troppo avanti … se si ricordasse che è ancora un bimba di 5 anni, non sarebbe male. Ma questa è una storia che riprenderò.

Ma ciò che mi ha colpito  di più in questi primi giorni di settembre è stata la presa di coscienza che un sacco di cose “da bimbi” piccoli non servono più! E dai programmi familiari non serviranno più (intendo a noi), ma anche questa è  un’altra storia.

Non si tratta di un semplice cambio di stagione, ma di una vera e propria rivoluzione!
Eccomi quindi ad archiviare, cioè ad eliminare definitivamente (per eliminazione intendo trasferimento coatto a chi  servono) alcuni aggeggi, strumenti (come chiamarli?), insomma alcune cosette che ci hanno accompagnato, supportato, aiutato (e chi più ne ha più ne metta) in questi ultimi anni.

Ad alcune di loro però mi ero davvero affezionato.
Quanti momenti trascorsi insieme. Una collaborazione efficacie, con molta complicità, insieme a Filippo e Bea: alleati per facilitare la vita. Non potevo più tenervi in casa, ma mi mancherete un sacco.
E veniamo ai saluti.

Caro seggiolone (quello basico!): eri comodo, semplice, low cost (infatti ti ho piazzato anche nelle case delle nonne). Facilmente smontabile: tanto che hai viaggiato con noi un sacco di volte … è vero mi sono accorto proprio all’ultimo che eri pure ulteriormente smontabile (veniva via il pezzo davanti) … ma non fa nulla. Ti sapevi muovere a destra e sinistra. Non ti lamentavi mai: nè con Bea nè con Filippo! Eppure ne hai viste di sutti i colori e i sapori: su di te hanno rovesciato di tutto... ma in un attimo ritornavi a posto.
Grazie mille!
Alza sedia colorato: e tu? Hai fatto sentire Bea e Filippo più grandi perché capaci di stare a tavola con mamma e papà. Comodosissimo, pure elegante e  super adattabile. Morbido al punto giusto e facile da pulire.
Quando sei stato respinto per la prima volta ho sofferto per te!

Borsa Hoppop: tu sei stata la mia preferita. Perché non sei solo una borsa, hai una marcia in più, soprattutto quando diventi sedia. Che bello andare a cena da amici, o in giro e non avere problemi nel mettere i bambini a tavola. Grazie a te! Chi ti ha inventato è davvero un grande! Non è facile avere due cose in una, soprattutto che funzionino entrambi … con te è stato amore a prima vista.

La spondina per il letto: quando Filippo ha mollato il lettino (non parlerò qui di lettino o letto da campeggio perché mi sembrano preistoria) sei entrata a far parte della famiglia. Sei stata importante… ogni volta che ho tentato di metterti a riposo e lasciarti andar via, è stato lo stesso Filippo a reclamare la tua presenza. Diceva: “Papà, non toglierla, se no cado”. E con molta probabilità senza di te avrebbe assaggiato la consistenza del parquet parecchie volte. Poi quest’estate ti ho dimenticata a casa e Filippo (in modo un po’ ingrato) non ha più chiesto di te. Sedotta e abbandonata. La vita è così.  Ma per me non sei l’ultima della classe… grazie anche a te!

Pedana da passeggino: mi hai costretto più volte ad andare in giro un po’ gobbo, e di fronte ad ostacoli oltre i 5 cm mi hai fatto sudare parecchio … Non è sempre stata colpa tua. Se abbiamo marciapiedi di m…a checci-puoi-fare? Ma grazie a te abbiamo scaracollato in giro Bea e Filippo insieme, con lo stesso passeggino,  un sacco di volte. Km senza problemi e senza sentire Bea lamentarsi perché stanca. Tu eri lì a sorreggerla … ha pure imparato a  viaggiare sedendosi su di te. Ciao multipedana!

Il saluto finale è per te: il passeggino! Quasi mi scende la lacrima… ma quanto  mi mancherai? Non solo perché il tuo dovere l’hai fatto fino in fondo, ma perché ti sei sempre adattato a tutto. Portavi i bimbi e ogni cosa: spesa, palloni, giocattoli, vestiti, cibo, bevande, di tutto di più! Hai viaggiato con sole e con la pioggia, col vento e con la neve. Sull'asfalto, nello sterrato; corsie preferenziali e sentieri accidentati. Non ti se mai lamentato, nonostante ti si costringesse spesso a ripiegarti su te stesso (povera artrite) per accomodarti al tuo posto nel bagagliaio. A volte mi sentivo un po' crudele. Non ci hai mai lasciati in panne… e sei super ecologico! Sappiamo già che senza di te si ricomincia davvero, ma era giunta la tua ora! Addio caro compagno di strada!

Non possiamo dire di non avervi maltrattato un pochetto, con dei bimbi come si fa mantenervi perfetti?... Ma alla fine era solo per permettervi di compiere il vostro dovere! E fino in fondo!
Grazie e un saluto a tutti!

PS. Quasi tutte questi "amici" li trovate qui Nildi , e lo Shop è pure ON LINE!!

lunedì 10 settembre 2012

Il fumo... vizio duro a morire!

Il tabagismo è una brutta bestia! Sia quando ne sei immerso da fumatore semi incallito, sia quando tenti di liberartene. Miiii, quanto è complicato smettere di fumare! Il tuo corpo si ribella a quest'assenza, e la testa in asseconda il corpo. Eccome se lo asseconda. Anzi, fa il tifo per lui, ti fa sentire in colpa per non concedergli l'ormai assodata (quasi necessaria) dose di nicotina.
Ti si genera un desiderio fisico (o mentale.... è difficile capirme la dinamica precisa) che chiede soddisfazione e al quale si deve opporre una resistenza, almeno da parte mia, quasi eroica! Che fatica.
A nulla valgono in certi momenti i rimandi alla salute, alle conseguenze nefaste di sto vizio. Non si vedono, non ci si pensa. E' così e basta.
Ma forse finalmente il vento sta girando. Qualcosa sta cambiando... soprattutto nel mio atteggiamento. Non è sufficiente sapere ed essere coscienti a livello razionale che fumare è una cosa stupida, che fa male, che accorcia lavita, che nuoce alla salute di chi ti sta vicino, che è una costo inutile ecc., è necessario razionalizzare la stupidità (e tutto il rresto elencato)  in se stessi e così far scattare una nuova molla. Quella decisiva, che rafforzi la volontà.
Se poi un giorno tua figlia ti dice: " Ma papà, lo sai che il fumo fa male e tu non smetti perchè il cervello non riesce a farsi ascoltare dal tuo corpo?", forse è venuto il tempo di attivare questo benedetto cervello: che faccia la sua parte fino in fondo.
So che ci vuole determinazione, pazienza (di questa poi, ne devono avere tantissima quelli che mi circondano perchè in questi giorni non sono il massimo della malleabilità...). Ci vuole molta calma e autocontrollo: dire che le sigarette non creano dipendenza (anche fisica) è una stupidaggine! E quindi la fatica e lo sforzo è reale... non solo mentale.
Ma questa brutta bestia si può combattere. Siamo uomini... mica macchina! Caspita!
Sono in mezzo alla battaglia. Tante piccole schermaglie quotidiane che, dopo vari tentativi in passato, questa volta mi vedono (per ora) riportare piccole vittorie.
La guerra è lunga, lo so. I vizi devono morire nel corpo e nella mente,  e mettere d'accordo entrambi è un casino... ma questa volta (finalmente) mi vedo sulla buona strada!
In più mi sto concretamente accorgendo dell'innegabile effetto risparmio... e in tempo di crisi non è poca cosa.
Ce la devo fare... ce la farò!
... e se ce l'avessi quasi fatta? (Psssss.... aspetta!)

martedì 4 settembre 2012

Ritorno alla base!

Beatrice e Filippovi ricordate ancora dove sta la vostra casa? Dal 28 giugno non ci siete... un'estate fa'!
Le vacanze (le lunghe vacanze) sono finite e domani si rientra.
Un'estate lunga. Su e giù per l'Italia. Sempre in buone mani e con mille attenzioni.
Domani si ritorna.
So che ne avete voglia pure voi.
Della vostra cameretta, dei vostri giochi, dei momenti tra le mura più familiari.
So che in fondo desiderate riabbracciare i vostri ritmi: quei momenti che appartengono a voi e che l'estate per certi versi mette per qualche mese in un angolo.
Ma quei momenti non spariscono: da domani riappariranno con i vostri luoghi, con i volti che più conoscete.
In più si ricomincia con l'asilo. Sarete pure insieme.
Vi aspetta molto: amici, maestre, giochi, attività, appuntamenti speciali.

Ritornate diversi: non solo in peso e altezza. Sembrate così cresciuti. Siete così cresciuti!
Allora pronti a ripartire?
Mi raccomando, ricordatevi che anche mamma e papà saranno immersi nei loro tempi: abbiate pazienza se qualche volta saranno di corsa, se non sempre saranno pronti ad ascoltarvi o a capirvi.
Ma vedrete che anche quest'anno tutto andrà bene.
Pronti?

lunedì 3 settembre 2012

L'inserimento... ancora?

"Tre settimane di inserimento all'asilo?"
"Filippo resisti, vedrai che ce la farai pure tu!"
"Ma io sono grande, voglio stare con Bea!"
"Stai tranquillo... fra un po', quando sarai ben inserito, rimarrai con Bea".

E poi Filippo il problema è mica solo tuo. Per una settimana finisci alle 11.00, quella successiva alle 13.00 e poi finalmente alle 15.45 (neppure la cifra tonda delle 16.00).
Ma non si può dire nulla, si sorride e si approva col volto di genitori lieti, quasi contenti per queste attenzioni pedagogiche.
E sì, la psico pedagogia ha maturato tutta la sua teoria del distacco. E quella dell'inserimento in un "mondo" nuovo: quello della scuola materna. Si accetta, perchè doveroso. Perchè (probabilmente) giusto. Perchè altrimenti si passa per quelli che non amano abbastanza i propri bambini.
Oggi questi passaggi generano traumi, vanno calibrati, gestiti nella progressività. ecc. Infatti generazioni di poveri cristi (tra i quali mi ci metto), che non hanno potuto sperimentare queste coccole sociali, stanno crescendo destabilizzati interiormente dal mancato inserimento all'asilo.
Per la cronaca 2 figli, VI° inserimento in 5 anni (un po' ce li siamo cercati, un po' ci sono cascati addosso...).
In fondo non ce l'ho con l'inserimento in sè, che in fin dei conti è un modo per tutelare il percorso educativo del bambino.
Faccio fatica a cogliere questi percorsi in un armonico desiderio che ogni agenzia educativa dovrebbe avere nel salvaguardare la globalità dell'impianto educativo di un bambino: la famiglia.
Come fa una famiglia con più figli piccoli (cioè vicini d'ètà) a gestire quasi un mese di inserimenti? Ho molti di esempi di amici e conoscenti: spesso quasi compagni di "sventura".
Sì perchè a settembre è davvero un casino: se non hai chi ti aiuta (nonni vari) devi spendere fortune in baby sitter. Se non te lo puoi permettere ti giochi i permessi non retribuiti. Se non ti puoi permettere neppure quelli.... ecchenesò.
In più tu sei costretto a fare i salti mortali per il lavoro, con immancabili incazzature dei capi di turno. E' vero che i figli sono al primo posto: che cos'è l'isteria settembrina di fronte al valore dell'inserimento? Certo che da una parte lo si inserisce e dall'altra diventa quasi un "problema" e via alla ricerca di soluzioni... perchè oggi "scherzare col lavoro" non sempre si può.
Lo so sto esagerando... sarà perchè non fumo da un giorno e quindi ho la nicotina che si ribella. Ma è da un po' che ho voglia di sto sfogo. Perchè, sotto sotto, a me questi inserimenti così lunghi, nella mia cultura pre-pedagogica, mi (a me mi volutamente rafforzativo) sembrano  quasi inutili.

Filippo lo scorso anno all'inserimento del nido: "Mamma, vai via, cosa fai qui. Tu sei grande per l'asilo".

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