Bea e Filippo

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martedì 8 ottobre 2013

Ottobre

"Ciao zio, oggi sono andato a raccogliere castagne, ma non ce ne sono ancora molte." Ieri sera mio nipote mi raccontava questo scatenando in me tutta una serie di pensieri, meglio di ricordi.
Quando ero bambino, ma anche da ragazzo, adoravo l'ottobre.

Era il mese della vendemmia.Quel giorno mi era permesso saltare la scuola (da qualche anno hanno capito di tenerle chiuse...). Tutta la famiglia si riuniva nella vigna di mio padre e dello zio a "catà l'uga" si diceva. 
Tra le viti a tagliare e ripulire i grappoli. Ne mangiavo sempre troppa, tanto che ricordo anche un paio di terribili indigestioni.
un paio di giorno full time: tra uva, la prima pigiatura... quel profumo di acino schiacciato. Lo zucchero e il mosto che cominciava a ribollire.
La nonna preparava la polenta nella vecchia casa dei nonni e al tardo pomeriggio (come aperitivo), tutti a mangiare le caldarroste ("i braschee").

Era il mese delle castagne. Dopo la scuola, con gli amici si partiva. Borsa, zaino, e su nei nostri boschi a raccoglierle. Attenti a non invadere terreni off limits. Pomeriggi passati tra castagne, ricci, qualche fungo.... per poi concluderle a rubacchiare qualche fico o qualche grappolo d'uva tardivo. Se era necessario si fuggiva alla grande.... ma tanto si sapeva chi eravamo.

Era il mese del granoturco. Con la nonna al campo a staccare le pannocchie mature per poi ritrovarsi alla sera un garage a "spogliarle" e a sgranarle. Preparare i sacchi di mais da portare al mulino e ritirare, dopo qualche tempo, la farina per la polenta. Serate bellissime, passate attorno a fuoco: con la nonna si badava alle pannocchie e mio papà ci preparava le caldarroste.

Era il mese della torchiatura. Dopo una decina di giorni a riposo il mosto andava spremuto per "fare il vino". Nella frazione del mio paese c'era il torchio in comune (... della Chiesa per la precisione): si doveva prenotarlo. Bellissimo: di pietra, molto grande. E quando pure a me fu concesso di far girare la ruota col palo di ferro fu una delle conquiste più belle che ottenni a quel tempo.

Era il mese dei colori forti. Dei profumi vivaci in attesa che tutto si assopisse sotto giogo del gelo, che a volte arrivava improvviso anche a novembre.

Amo ancora l'ottobre. Ma mi sembra sempre più di doverlo guardare da troppo lontano... non solo nella memoria di appuntamenti da tempo abbandonati, ma anche nell'orizzonte di scenari o usanze ormai scomparse.

Ma non tutto è perduto. 
"Papà, quando andiamo a raccogliere le castagne?"
"Presto, appena torna il bello lo facciamo!"



mercoledì 12 giugno 2013

... di amicizia

Di amicizia se ne parla un sacco. Di amici forse ce ne sono di meno.
Meglio, c'è chi considera amici persone viste anche solo un paio di volte. Chi invece investe di valori importanti e quindi distingue tra conoscenti e amici.
Credo nel fatto che i termini debbano rappresentare qualcosa, che abusarne significhi svuotarne il senso. 
L'amicizia per me è un legame importante che genera prossimità, confidenza. Che apre a condivisioni di vari livelli. Si fonda su simmetrie, simpatie, gesti gratuiti, affetto, rispetto. Si salda nel tempo e esige tempo per essere coltivata. Resiste al tempo, ma questo non è scontato...
Le persone si incontrano per caso e in varie circostanze, ma non è detto che tutti diventino amici. L'amicizia si costruisce per scelta condivisa e non è mai un atto unilaterale.
L'amicizia non è mai possessiva o invadente: si nutre di libertà perchè non è un legame esclusivo... la ucciderebbe.

Gli amici per me sono importanti. In certi momenti possono essere un appiglio importante, ma non sono funzionali al bisogno: con loro si condividono momenti di puro svago, spazi "inutili" (nel senso nobile dell'inutilità come tempo apparentemente non produttivo...) di tempo, ma pure situazioni di supporto reciproco.
Ad un amico non si ha paura a chiedere. Si accetta anche un no. Se lo dice è perchè non poteva proprio.

Da qualche giorno mi frullano per la testa questi pensieri perchè domenica sono stato a pranzo da un mio ex compagno di Liceo. Non lo vedevo da 10 anni (circa), e tra la maturità del '90 ad oggi sono comunque state poche le occasioni di incontro... le distante hanno inciso un sacco. Oltre alle varie vicende esistenziali di entrambi. Un pranzo con mogli e figli.... altro scenario dalle scorribande liceali.
Eppure domenica, tra i ricordi liceali, e le discussioni su figli e vita di famiglia... è come se avessi sperimentato   la resistenza al tempo di questo legame. 
I ricordi vivi, gli episodi che ci hanno visto protagonisti nel bene e nel male a quei tempi: tutto è riemerso quasi quel tempo fosse ieri e non   20 anni fa... 23 per la precisione, e per infierire.

Non so se è stato il legame di quei tempi, quell'essere compagni e amici in un frangente speciale della nostra vita che abbiamo particolarmente amato.
So solamente che il tempo non cancella tutto, non ce la fa. Molto resiste dentro di noi: associa immagini a sentimenti e sensazioni... non tutto cede alla semplice nostalgia. E basta un attimo, o un incontro per far ripartire l'orologio dell'amicizia... che magari non avrà moltissime occasioni di ulteriori incontri, ma ha la forza di non svanire.

Carissimi Bea e Filippo, quando penso all'amicizia penso anche a voi: vi auguro di apprezzare, amare, coltivare, cercare, costruire e gustare tante amicizie. Ne vale la pena.




martedì 5 febbraio 2013

Restituitemi questo ... e vi voto!

Faccio mia con energia ed entusiasmo  l'iniziativa di Stratobabbo, e rilanciato anche da La Solita Mamma!
E la voglio prendere sul serio perché è giusto che si mettano a posto le cose. Perché i politici più scafati, arguti, intelligenti, onesti e retti si dovrebbero impegnare a restituire solo l'Imu? Perché ridurre l'orizzonte della giustizia sociale a questo dettaglio che poi va a beneficio solo di chi possiede un immobile o un terreno? Perché favorire magari personaggi come Brunetta costretti ad indebitarsi  per pagarsela (a proposito, caro Brunetta, mettendo insieme il mio umile reddito e le mie proprietà sono riuscito a pagare l'Imu senza eccessivi affanni, per cui ti propongo uno scambio: tu mi passi il tuo stipendio e i tuoi beni e io ti do i miei, vedrai che l'Imu non sarà più un flagello!)? 

Cari canditati è ora di svoltare, di non limitarsi a queste promesse universalistiche che toccano tutti e nessuno... di scendere  sulla terra. Raccogliete quello che veramente è importante per i potenziali elettori, ciò che ognuno di noi vorrebbe vedersi restituito e dire chiaramente quello che sarete in grado di fare. Prometteteci i nostri sogni, placate le nostre nostalgie!
Così finalmente potreste dare un segno di attenzione ai dettagli: solo se vi preoccupate del "piccolo" saprete gestire il "grande". Massima del piffero, ma fa gioco al pensiero generale.
Chiedete ad ogni cittadino di segnalare almeno cinque "cose" che vorrebbe gli fossero restituite: partite da lì. Senza retorica, o preclusioni di sorta. Con coraggio! Promettete e non vi pentirete!

Intanto comincio a comunicarvi le mie. 
Mi piacerebbe riavere indietro:

a. Anzitutto vorrei la restituzione di tutto il sonno che ho perso in questi anni di vita dei miei bambini. non è possibile che in uno stato civile non si tenga conto del fatto che i bambini piccoli possono incidere molto sulla salutare necessità di dormire dei propri genitori. Un bel decreto che permetta un recupero delle ore di sonno perse con ore di lavoro da dedicare al dormire. Immaginate quanti genitori felici. In più vi costerebbe molto meno del quoziente familiare!
b. Le scarpe da calcio "Tepa sport": sono le uniche con le quali ero in grado di calciare le punizioni all'incrocio dei pali. Da quando non ci sono più la mia carriera calcistica ha avuto un lento ed inesorabile declino.
c. Gli scarponi da montagna San Marco e la Picozza  della Camp che erano sulla mia Focus che mi hanno rubato esattamente il 28 maggio 2003. Non ne ho più trovati di così comodi... E già che ci sono mi restituiscano la possibilità di vedere la finale di Champions tra Mila e Juve (così per sfizio), perché  quella sera mi tennero in caserma per la denuncia due ore visto che le forze dell'ordine erano impegnate...
d. Tutti i CD di Davide Van De Sfross (soprattutto "Manicomi", che è introvabile) che in parte erano sulla macchina rubata - sempre la stessa Focus -  e in parte su quella incidentata da mia moglie nel 2007... sparirono misteriosamente dal carrozziere. Mi interessano solo i CD perché le custodie le ho tenute tutte.
e. Il pile che ho regalato anni fa al marocchino che mi aveva appena rubato in casa. Ero affezionato... del cellulare e del cordless (confuso per un altro cellulare) non mi importa nulla, ma quel pile grigio scuro della Tink Pink mi piaceva...

Avrei molto altro da aggiungere ma non voglio esagerare o incentivare promesse impossibili. In fondo con pochi investimenti (magari con l'IMU di Brunetta si fa tutto) rendereste felice un uomo... 
Un elettore che sarà fedele e riconoscente!


martedì 9 ottobre 2012

Presente e Ricordi

Forse certe cose non si devono più fare. Non lo so.
Domenica ho portato i mei bimbi, con alcuni amici a raccogliere castagne.
Ho scelto i luoghi della mia infanzia, i boschi dove da bambino passavo ore con mia nonna e con mio padre.
Ho ripercorso itinerari conoscevo a menadito... un tempo meglio, ma la memoria regge ancora.
Era davvero da tanto che non mi rimmergevo con calma in questi luoghi.
Tanta familiarità. Tante Esperienze.
Belle e spensierate e anche faticose.
Ho incontrato dei mei parenti alla lontana che terminavano la vendemmia. La vendemmia: bellissima! Per me indimenticabile.
Addirittura una cugina di mio padre mi ha detto che "sembro ringiovanito".
Abbiamo mangiato davanti alla chiesetta di una piccola frazione disabitata, su un tavolino in pietra costruito da mio padre almeno 30 anni fa con il mio aiuto.
Era caldo, si stava bene. Anzi benissimo.
I colori non erano ancora quelli autunnali, ma i profumi quelli sì.
Uva, castagne, fichi, funghi, noci... muffa.
Bimbi scatenati, contenti, allegri, liberi, spensierati.
Completamente a loro agio.
Si sono lasciati conquistare da cose semplici e le hanno lasciate entrare, senza barriere, in loro.
E così hanno gustato i luoghi e il tempo. Se si è liberi è facile.
Pure io contento per loro e con loro.
Ma quanti ricordi. Di volti che non ci sono più.
Di momenti unici. Di un mondo passato, lontano.
La natura non passa, si ripresenta e ti ripresenta i suoi cicli, i suoi frutti, i suoi odori.
Lei aiuta a fissare i ricordi. Per fortuna non tradisce.
A due passi dal mondo che ha corso avanti davvero in fretta, lì sembrava che tutto si fosse fermato.
E il mio parlare, per molti momenti della giornata, è stato quello di un vecchio... sembravo mio nonno.
"Qui ho fatto, qui ho detto, lì con mia nonna, là con mio papà...Ricordo che una volta... e così via".
Mi sono ripigliato sul tardi.
Tornando in città la mia mente era ancora rapita dai quei ricordi. Non riusciva a liberarsi. Tanti ricordi.
Di chi non c'è più.
Contento e malinconico, pensavo.
Tutti domivano in macchina... ed io mi tornavo a quel mondo..
Forse certe cose non si devono più fare.
O forse sì, senza paura dei ricordi. E di se stessi.

giovedì 28 giugno 2012

Starete bene! Bea e Flippo divertitevi!

Domani Bea e Filippo partono per il mare. Staranno con la nonna (ed una baby sitter di supporto) un paio di settimane prima di iniziare le vacanze di famiglia. Ci mancheranno. La casa sarà vuota per un po' e il pensiero della loro partenza genera pensieri contrastanti.
Da una parte la certezza che staranno bene, saranno coccolati.  Gusteranno il mare con la gioia dei giochi d'acqua, dei bagni, della sabbia amica per tante creazioni. Staranno bene perchè riposeranno, respireranno aria buona, potranno godere di qualche vizio (sano e meritato) in più e perchè potranno tenere dei ritmi molto più rilassati. Le vacanze sono anche possibilità, libertà, novità: essere fuori dall'ordinario. Sono momenti di riposo, senza lo sterss del tempo che scorre per forza. La vacanza può fermare certi attimi, perchè quello che c'è dopo spesso può essere rinviato.
Staranno bene: non abbiamo dubbi.
Dall'altra, però,  la distanza in qualche modo si farà sentire. Una distanza scelta per loro, ma che saprà insinuare sia una parvenza di senso di disagio nell'averli "spediti lontano", sia un moto di nostalgia che col passare del tempo diventa sempre più grande. Siamo molto fortunati  perchè i nostri figli, anche quando sono lontani da noi, stanno bene e sono sereni. E' una fortuna che stiamo coltivando abituandoli a stare con gli altri, ad essere aperti senza eccessivi attaccamenti a noi. A stare con le nonne, anche per più giorni, non per bisogno, ma per staccare dall'ordinario. Ma tutto questo non elude ciò che istintivamente cresce: il desiderio di stare con loro il più possibile. Non riesce a sopire del tutto il latente disagio di lasciarli in mani ad altri: anche se sono più che fidate e sicure.
Ma penso sia giusto che ogni tanto vadano. Il distacco temporaneo come possibilità e non trauma. La penso (pensiamo) così: questo sarà il loro destino futuro, e quindi che il presente, nel suo piccolo, supporti questa condizione.
Siamo fortunati perchè staranno bene! E presto ci si riunirà!
Buone - inizio -  vacanze Bea e Filippo! E diveertitevi alla grande! (se riuscite, mi raccomando, fate i bravi).
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