Bea e Filippo

Bea e Filippo
Visualizzazione post con etichetta pazienza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta pazienza. Mostra tutti i post

martedì 12 marzo 2013

Di sera e di mattina

E' Sera.
Ieri sera Bea e Filippo ci hanno fatto una sorpresa: ad un certo punto sono spariti nella loro cameretta. qualche minuto ed eccoli apparire tutti sorridenti e orgogliosi. Si sono messi il pigiama da soli! 
Bella sorpresa! Un tassello in più nella loro voglia di autonomia. 
O più in concreto nel comprendere che in effetti si devono un pochetto arrangiare... ogni giorno di più. 
E in più cose.
Il loro sguardo era proprio bello, soddisfatti e coscienti di averci fatto contenti. 
Orgogliosi. Belli da vedere.

E' Mattina.
Questa mattina invece la scena è stata un po' diversa. Se da una parte il risveglio è sempre un'attentato alla pace del loro sonno (e qui li capisco fin troppo bene), dall'altra il momento del vestirsi è regolarmente una vera e propria battaglia. 
Bea di solito è alle prese con la madre: la vedono in maniera diversa e non se la mandano a dire. La mamma la vorrebbe un po' più casual, Bea preferisce la comodità. 
Di compromessi non se ne parla. Finisce sempre con una vincitrice per la buona pace dell'altra... se la vince Bea, la mamma borbotta incavolata, se la spunta la mamma Bea frigna per mezz'ora.
Filippo, invece, è un caso "patologico". E mi tocca.
Vestirlo può essere uno spasso o un dramma. E il dramma prevale.
Proponi la tuta, vuole i pantaloni. Ma quelli verdi non vanno bene, quelli grigi sono stretti, quelli blu solo se c'è il sole, quelli rossi sono brutti e così via. 
Mantenere la calma è durissima, infatti dopo un'iniziale tentativo di mediazione di solito lo vesto con quanto scelgo io. Piange, ma si lascia vestire, e dopo qualche minuto si tranquillizza.

Sera e mattina... spesso due scenari diversi. Spesso due bambini diversi. 
Sono due bambini molto normali... che si ritrovano due genitori altrettanto in balia dei momenti della giornata: solitamente più tranquilli la sera e spesso di corsa al mattino.
In entrambe le situazioni ci si rende conto che in famiglia dovrebbe prevalere la dinamica del saper accogliere, del saper osservare e condividere il momento per quello che è, senza trascurare i momenti belli, come se fossero "dovuti" e senza esasperare le dinamiche conflittuali pronte ad esplodere in altre circostanze.
E' la continua ricerca della serenità, del giusto esserci. Pazienza, fermezza, accoglienza, gratitudine, attesa, comprensione. Di tutto un po', e sempre.

Di sera e di mattina.




martedì 20 marzo 2012

Concedere il Tempo

Non c'è nulla da fare: di fronte al tempo i bambini e gli adulti hanno due approcci completamente diversi che spesso vanno addirittura in conflitto. I bambini, almeno questo è quello che vivo io, nonostante appaiano generalmente dinamici e iperattivi, amano prendersela comoda. Come dargli torto: per loro lo scandire dei minuti o delle ore è relativo, essere in ritardo è un concetto astratto. A loro appare normale prendersi il tempo necessario per ogni cosa veloce o lenta che sia, in fondo non fa differenza.
Quando propongo a Filippo di correre, scatta come una scheggia e corre felice, ma se gli dico di "fare in fretta" nulla si muove. Mi rendo conto che spesso mi devo semplicemente arrendere a questa evidenza e devo esercitare la pazienza. Sì la pazienza, questo termine quasi arcaico e quasi stonato nel nostro mondo, è forse l'unico che sa descrivere l'atteggiamento più rispettoso. Saper aspettare e concedere il tempo necessario. Purtroppo non sempre è possibile: quando ci sono appuntamenti, orari da rispettare si devono per forza imprimere delle improvvise accelerate. Quante volte mi capita di prendere in braccio Filippo non perchè necessario, ma perchè non posso permettermi i suoi ritmi. O quante volte aiuto i miei figli nel mangiare, nel vestirsi, nel preparare qualsiasi cosa perchè si è semplicemente in ritardo (almeno dal mio punto di vista). Spesso intervengo per necessità, ma in numerose circostanze soltanto perchè non riesco ad aspettare: sono  stanco, un po' arrabiato o semplicemente un po' più autoreferenziale del solito. A volte mi "scopro" ad accorciare il loro tempo solo perchè non sono capace di gestire il mio. In certi casi  mi ritrovo a imporre ritmi non corretti solo perchè in quei frangenti non riesco (o semplicemente non ne ho la voglia) ad aspettare. Invece, quando sono capace di concedere il tempo necessario mi accorgo che il clima familiare  rimane più sereno e piacevole. I bambini hanno bisogno di tempo per assaporare ogni cosa che fanno, e più glielo togliamo meno gustano le esperienze che vivono.
Visto che nel giro di pochi anni in nostri figli ci "bruceranno sul tempo" in molte cose, forse è più saggio  in questo momento concedere loro più spesso di dettare i ritmi anche del nostro tempo... forse ne guadagneremmo in salute.

sabato 10 marzo 2012

Pazienza

La Pazienza. Ogni giornata è sempre una specie di rincorsa, si comincia al mattino: la sveglia, la colazione un po' arrabattata perchè il tempo è poco, vestire bambini - a volte è un'impresa titanica - e poi via: asilo per i piccoli e lavoro. Tutto d'un fiato fino al rientro a casa dove il ritmo non si placa. E' così perchè i bimbi non mollano mai, e mica li puoi anestetizzare. Ad un certo punto si spengono, ma a quel punto ci si deve arrivare. Ed è qui che entra in gioco la scelta dell'atteggiamento verso quello che ti succede davanti: a volte va affrontato e magari anticipato, spesso va semplicemente accolto rispettandone i tempi e i modi. Non si riesce a portare tutto dalla propria parte o ricondurlo alle proprie esigenze. In famiglia spesso prevale la dinamica del dover accogliere e soprattutto, con i piccoli di casa si deve saper aspettare: accogliere i loro tempi, il loro modo di vedere e affrontare le cose, il loro essere semplici e a volte incomprensibili. Osservare, aspettare un poco alla ricerca della chiave giusta per entrare nelle situazioni che si creano senza provocare per forza un conflitto, che sfocerebbe inevitabilmente nel pianto, nel capricco, insomma in un momento di frattura. Per me questa è la pazienza: imparare a lasciarsi "gestire" dal modo di affrontare il tempo e le cose da chi ti sta di fronte: i bimbi anzitutto, perchè sono quelli che inconsciamente scandiscono i ritmi. Solo così, poi, con calma si riprende in mano la situazione e si guida il tutto, e si riconduce pian piano tutto verso il programma preventivato. Non sempre ci si riesce, a volte si perde altre si vince, ma se si affrontano i momenti con questa consapevolezza certamente si generà più serentià.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...