Bea e Filippo

Bea e Filippo
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lunedì 3 settembre 2012

L'inserimento... ancora?

"Tre settimane di inserimento all'asilo?"
"Filippo resisti, vedrai che ce la farai pure tu!"
"Ma io sono grande, voglio stare con Bea!"
"Stai tranquillo... fra un po', quando sarai ben inserito, rimarrai con Bea".

E poi Filippo il problema è mica solo tuo. Per una settimana finisci alle 11.00, quella successiva alle 13.00 e poi finalmente alle 15.45 (neppure la cifra tonda delle 16.00).
Ma non si può dire nulla, si sorride e si approva col volto di genitori lieti, quasi contenti per queste attenzioni pedagogiche.
E sì, la psico pedagogia ha maturato tutta la sua teoria del distacco. E quella dell'inserimento in un "mondo" nuovo: quello della scuola materna. Si accetta, perchè doveroso. Perchè (probabilmente) giusto. Perchè altrimenti si passa per quelli che non amano abbastanza i propri bambini.
Oggi questi passaggi generano traumi, vanno calibrati, gestiti nella progressività. ecc. Infatti generazioni di poveri cristi (tra i quali mi ci metto), che non hanno potuto sperimentare queste coccole sociali, stanno crescendo destabilizzati interiormente dal mancato inserimento all'asilo.
Per la cronaca 2 figli, VI° inserimento in 5 anni (un po' ce li siamo cercati, un po' ci sono cascati addosso...).
In fondo non ce l'ho con l'inserimento in sè, che in fin dei conti è un modo per tutelare il percorso educativo del bambino.
Faccio fatica a cogliere questi percorsi in un armonico desiderio che ogni agenzia educativa dovrebbe avere nel salvaguardare la globalità dell'impianto educativo di un bambino: la famiglia.
Come fa una famiglia con più figli piccoli (cioè vicini d'ètà) a gestire quasi un mese di inserimenti? Ho molti di esempi di amici e conoscenti: spesso quasi compagni di "sventura".
Sì perchè a settembre è davvero un casino: se non hai chi ti aiuta (nonni vari) devi spendere fortune in baby sitter. Se non te lo puoi permettere ti giochi i permessi non retribuiti. Se non ti puoi permettere neppure quelli.... ecchenesò.
In più tu sei costretto a fare i salti mortali per il lavoro, con immancabili incazzature dei capi di turno. E' vero che i figli sono al primo posto: che cos'è l'isteria settembrina di fronte al valore dell'inserimento? Certo che da una parte lo si inserisce e dall'altra diventa quasi un "problema" e via alla ricerca di soluzioni... perchè oggi "scherzare col lavoro" non sempre si può.
Lo so sto esagerando... sarà perchè non fumo da un giorno e quindi ho la nicotina che si ribella. Ma è da un po' che ho voglia di sto sfogo. Perchè, sotto sotto, a me questi inserimenti così lunghi, nella mia cultura pre-pedagogica, mi (a me mi volutamente rafforzativo) sembrano  quasi inutili.

Filippo lo scorso anno all'inserimento del nido: "Mamma, vai via, cosa fai qui. Tu sei grande per l'asilo".

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