Bea e Filippo

Bea e Filippo
Visualizzazione post con etichetta fantasia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta fantasia. Mostra tutti i post

mercoledì 17 aprile 2013

Sole, fantasia e dolce dormire

Aprile dolce dormire.... per me è così. 
Il primo caldo affossa la mia  reattività. Ho il metabolismo rallentato e propenso all'orizzontalità...
Impietositasi, una mia collega mi ha regalato delle miracolose compresse omeopatiche, chissà se funzionano.
Ma lo spirito non si lascia abbattere! La voglia c'è sempre... i neuroni reagiscono all'inattività del corpo producendo stimoli a go go. Non sempre ascoltati invero.... ma tant'è!
L'inerzia paterna (e materna... ma quella è cronica) è contrastata dalla vitalità dei bambini.
Operosi, ridestati dal clima finalmente favorevole.
Non li tieni: i loro ormoni sono usciti dal letargo.
La collezione di Filippo
E si fanno sentire!
Il sole però ha un potere in più: stimola la mia creatività... ridesta la fantasia.
Creatività, fantasia, imprevedibilità, sono tutte qualità che mi aiutano a non essere eccessivamente statico, a saper affrontare il nuovo, o quanto non ancora conosciuto, non come un pericolo - o un ostacolo -  ma come una possibilità o una risorsa.
E non importa che si tratti di persone, cose, esperienze.
Mi piace giocare di fantasia e cercare di generare in loro il desiderio di far viaggiare la loro mente.
Di trovare soluzioni, di costruire occasioni con poco, o con quello che c'è!
Cheddire di Filippo che riempie le tasche di sassolini per la sua nuova collezione?
O di Bea che ogni giorno torna a casa con un fiore diverso che puntualmente pianta con cura sperando possa mantenersi in vita?
In fondo fantasia significa anche autonomia. Capacità di rivalutare ogni momento.
Di appropriarsi degli spazi e di sfruttare quello che c'è!
Eccomi allora a coniugare la necessità, utile ai bimbi, di momenti e spazi programmati, con il tentativo di riempirli di approcci nuovi, non scontati, lasciando spazio anche a ciò che è imprevedibile.
L'importante è fare in modo che l'indolenza e la noia non si approprino mai del nostro tempo.
E' dura... in certi momenti.
Ma ce la farò!
Nonostante l'aprile col suo dolce dormire.

venerdì 2 novembre 2012

Giochiamo papà?

Solo 15 minuti di gioco con i propri figli: "Per i bambini è troppo poco".


Si dipinge!

Questo articolo comparso oggi su Repubblica On Line mi ha messo la pulce nell'orecchio: ma io quanto gioco con i miei figli? Quanto tempo dedico ogni giorno a giocare con loro? Sono un tipo che ama abbastanza giocare con loro, che si diverte a farlo, ma concretamente quanto lo faccio?
Ho provato a quantificare (minuti veri) per rendere oggettivo il mio percepito. Dal "mi sembra di" al reale "quanto gioco"? Vediamo che ne è uscito.
Primo dato: sono un tipo "stagionale" e da "esterno". Nella bella stagione e quando si può stare fuori con i bimbi gioco parecchio. Non solo in vacanza. Quando si può: a palla, a nascondino, a "ce l'hai", a guardie e ladri, a cercare oggetti, a fingere di cucinare con quanto la natura offre, con i giochi dei parchi. A esplorare, a cercare animaletti, magari anche a catturarli. Mi piace coinvolgere - quando possibile - anche altri bimbi e fare i modo che anche i miei gustino il gioco in compagnia. Quanto gioco? Se lavoro, purtroppo poco... ma appena posso passo le ore all'aperto con loro. E anche d'inverno se il freddo non è eccessivo si esce: il movimento secondo me è davvero funzionale al gioco, e all'aperto è tutta un'altra storia. 
Secondo dato: quando siamo costretti a stare in casa faccio più fatica a giocare con loro. Da una parte perchè con i bambini ancora un po' piccoli non è semplice trovare giochi che li appassionino per molto tempo. E' un continuo "qua uno e via l'altro".  E poi sempre a riordinare... che pizza!
Oggettivamente durante la settimana gli enventuali momenti del gioco potrebbero essere il pre-cena o il risicato post-cena. In casa mi si fa un po' di necessità virtù:  Tv e gioco. Generalmente prima di cena guardano i cartoni (altrimenti preparare la cena è un casino) e dopo cena si gioca. O viceversa... dipende. Ma in settimana si tratta di giochi davvero di pochi minuti. Purtroppo il tempo a disposizione è questo per cui si fa di necessità virtù. Spesso poi con mia moglie ci si divide. Non sempre si gioca tutti insieme: magari gioca lei ed io sistemo un po', o viceversa. Comunque lo ammetto nei giochi in casa mia moglie mi batte!
Durante il we (sempre se costretti per forza maggiore a stare in casa) grazie al tempo a disposizione si riesce a giocare un po' di più, cercando di incastrare il momento del gioco nelle mille cose da fare.
Ma allora quanto gioco con i miei figli realmente? Non riesco a quantificare: passo dalle ore quando si esce a giornate in cui non ci gioco affatto. Fare una media non mi è facile: credi di star sopra ai 15 minuti citati nell'articolo, ma in certe settimane sono in quella media... non voglio eludere la domanda iniziale, ma è così.
Provo però ad andare oltre alla questione dei minuti. Il gioco è una dimensione che i bambini amano se si insegna loro ad amarla. Non è detto che tutti i bimbi abbiano voglia o passione per il gioco. A volte è questione di carattere (è proprio così?) o semplicemente di disabitudine casalinga. Questo può incidere?
Nella nostra casa sì è sempre cercato di dare spazio al gioco, ma non sempre il tempo lo permette. E' pur vero che a volte si possono trasformare delle cose che "si devono fare" in una specie di gioco: dal fare la spesa al Supermercato con i bimbi coinvolti in piccoli giochetti alla ricerca di quanto serve, al riordino dei vestiti dopo l'asciugatura con Bea e Filippo che si divertono a fare la caccia ai calzini uguali. Ad arricchire i trasferimenti a piedi per le commissioni con piccole gare alla ricerca di oggetti colorati o di tappe da affrontare... e così via. Le occasioni oggettivamente possono essere tante: dalla caccia ai sassi colorati, ai salti sui tombini, alla raccolta delle foglie speciali ecc.
Giocare con i propri figli è fondamentale, oltre che utile, ma non solo. E'  bello in sè perchè accresce il legame, aiuta a tramettere piccoli (e grandi) valori. Stimola la fantasia in loro e in me... cavolo che la stimola.
Il gioco è un'alleato: è uno scacciapensieri per sè e per i figli, è un peccato non cogliere queste occasioni. A volte la pigrizia mi fa sciupare occasioni importanti.
E' pur vero che giocare con loro non è semplice: a volte non si ha voglia, o semplicemente non si è abituati o lo si reputa una perdita di tempo (con tutto quello che c'è da fare!). 
Ma giocare con loro rafforza la relazione e aiuta a conoscerli meglio : sia per le qualità fisiche che per gli approcci mentali: insegnare a saper perdere è la sfida maggiore!
Giochiamo papà? Va bene, dai iniziamo!

giovedì 31 maggio 2012

Ma lasciamoli fare

Da interventista convinto (in fondo sono pur sempre un ansiopapà) a teorizzatore del federalismo familiare. Nessun fraintendimento politico: semplicemente una rivalutazione di spazi educativi caratterizzati dal “lasciamoli fare!”. 
Ma che imparino a gestirsi da soli almeno un po’ del loro  tempo e dei loro spazi. 
Che si abituino a costruirsi momenti che devono riempire da soli e visto che lo possono fare che sfruttino l’occasione. In fondo non è sempre possibile essere costantemente appiccicati a loro: a proporre, fare, gestire, occupare, dirimere, inventare, giocare.
Insomma dirigere  ogni nanosecondo della loro esistenza.

Ma che può succedere mai? 
Che si annoino?  Se mai succedesse non è una pestilenza. 
Che litighino? Lo fanno anche se ci sono di mezzo io. 
Che facciano disastri utilizzando le cose a modo loro? Vabbè tanto la nostra casa è per natura sempre al limite del “casino cronico”.

Ma lasciamoli fare! 
Ogni tanto ci vuole. Ripeto: che potrà mai succedere? 
Forse che Beatrice metta Filippo sul carellino dell’Ikea e lo porti in giro per la casa fingendo di essere la guida del parco dei dinosauri? “Guarda quello è un T-Rex! Eccoci al Triceratopo”; Filippo: “Bello! Guarda che gigante!”.
O che Beatrice si metta a leggere il libro dei Barbapapà… leggere? 
Si fa per dire (ha 5 anni). A inventare, grazie alle immagini, storie verosimili, con Filippo che dopo qualche minuto comincia a protestare: “No, non è così, hai sbagliato!”. E Bea risponde:” Filippo! Sto leggendo io… non è sbagliato!”. 
E via di sto passo fin al cambio del libro. 
Oppure che Filippo spada in “resta” insegua Bea chiamandola alla battaglia? Con Bea che giustamente fugge avendo fiutato il pericolo.
O che prendano le coperte del divano (dopo un aiutino del papà) costruiscano una tenda, anzi no: la loro nuova casa, dalla quale poter simulare una reale vita di famiglia?
O che Beatrice (sì, sempre da lei si parte… d'altronde le femmine sono troppo avanti) imponga a Filippo di giocare "all’asilo" dove lui deve fare il cucciolo e lei la maestra. “Fai questo, fai quello, stai in piedi, siediti, vai di qua, vai di là… ecc.",  finché Filippo (maschio sì, ma non del tutto rimbambito) si ribella e dice: “Basta. Sono stufo di fare il cucciolo!” 
(… comunque in questo caso lo rassicuro: “non ti preoccupare, questo gioco ti aiuterà a diventare  un discreto  marito”).
O che si mettano a ritagliare, per il loro nuovo super collage,  il bollettino per pagare la tarsu: vabbè mica è colpa loro se lo avevo appoggiato nel posto sbagliato.

Ma lasciamoli fare! 
La loro fantasia sa bruciare i tempi morti.  Se si abituano i bambini a giocare, poi  la loro gestione del tempo diventa più semplice e molto più dinamica. E, senza alcun tipo di rimorso, diventa più semplice anche la mia.
Lasciamoli fare!
Che si allenino a non annoiarsi. Ad essere ideatori e  protagonisti delle loro trame!
Tanto succede sempre che prima o poi ritornino alla base: "Papà, ci aiuti a fare questo?", "Mamma, giochiamo a...". 
Va bene così. 
Appena si può: lasciamoli fare!


sabato 14 aprile 2012

Creatività... un pensiero

Creatività, fantasia, imprevedibilità, sono tutte qualità che permettono ad una persona di non essere statica, di non fermarsi mai di fronte a nulla, di saper affrontare il nuovo, o quanto non ancora conosciuto, non come un pericolo ma come una possibilità o una risorsa. E non importa che si tratti di persone, cose, esperienze. La persona creativa è coraggiosa perchè non ha paura di rischiare, perchè ama stupirsi e sa godere del bello. Non sono particolarmente dotato artisticamente, anzi, ma gioco di fantasia e creatività più verso la gestione del tempo e nel modo di rapportarmi con i miei figli che verso le cose che potrei plasmare. Non so se sia un limite ma mi sforzo di generare in loro il desiderio di far viaggiare la loro mente e la loro fantasia.
Il lato più artistico lo gestice mia moglie che quando ha un po' di tempo sa coinvolgere i bimbi in creazioni di ogni tipo. A me piace più coniugare la necessità, utile ai bimbi, di momenti e spazi programmati, con il tentativo di riempirli di approcci nuovi, non scontati, lasciando spazio anche a ciò che è imprevedibile.
L'importante è fare in modo che l'indolenza e la noia non si approprino mai del nostro tempo. Anche il far poco o il lasciar del tempo vuoto, con un approccio mentale di questo tipo non generano mai nè insofferenza nè insoddisfazione. Basta saper giocare di fantasia e dar spazio al proprio spirito creativo.



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...