Bea e Filippo

Bea e Filippo
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lunedì 14 ottobre 2013

All'Hangar Bicocca... sorpresi e contenti!

In famiglia abbiamo "deliberato" che finché ce la facciamo cerchiamo di evitare la festa di compleanno... quella "classica". Un po' perché noi "insani genitori post moderni" siamo allergici, un po' perchè comunque di feste i nostri due ne fanno parecchie. Nonna di qua, nonna di là .... Filippo che arriva pure a dire: "Mi il mio compleanno quanto dura?".
Con Bea la prima l'abbiamo fatta a 5 anni... con Filippo vedremo.

Detto questo, pur sapendo che alla sera in casa si sarebbe tagliata la torta con alcuni amici, volevamo far fare a Filippo una cosa diversa, che rendesse il giorno del suo compleanno un po' particolare.
Navigando qua e là ho scoperto che a due passi da casa nostra esiste un luogo particolare che propone anche attività per i bambini: Hangar Bicocca. Uno spazio/progetto, totalmente finanziato dalla Fondazione Pirelli, nato per promuovere l'arte contemporanea. Accanto allo spazio per l'arte vengono proposte attività specifiche (ludico creative legate alle mostre che sono in essere) per i bambini. Basta prenotare: è tutto gratis.
La possibilità mi colpisce. Contatto un amico di Filippo e prenoto per due: sabato alle 11.15. Iscritti al percorso creativo "L'ottava torre", attività legata all'istallazione permanente di Anselm Kiefer "I sette palazzi celesti" (... ma chi lo sapeva che era l'installazione più grande d'Europa? ... è davvero impressionante e unica).
Ecco che puntualissimo con Filippo e Leone arrivo all'Hangar. Li affido a tre carinissime animatrici e mentre i bambini iniziano l'attività comincio a curiosare in giro.  Rimango sorpreso. Al di là delle mostre di Arte contemporanea presenti scopro che all'interno dell' Hangar c'è un bellissimo ristorante, uno spazio di cinema che prevede ogni domenica alle 17.00 la proiezione di un film per bambini (di quelli non distribuiti al grande pubblico). Che oltre alle attività è riservato ai uno spazio giochi tutto per loro. E che tutto (a parte il ristorante) è gratis.
In più è tutto grande. Spazi enormi. Molto curati. Un sito industriale immenso: l'ex Breda, poi Ansaldo, acquistato, ristrutturato e riconvertito a spazio per l'arte dalla Fondazione Pirelli. 

I bambini tornano dalla visita delle Sette torri e iniziano il loro laboratorio: devono costruire l'ottava torre. Li vedo assorti, coinvolti. Il tempo vola anche per loro. Quasi due ore.
E quando tutto è terminato ci fermiamo pure a mangiare, raggiunti dalle sorelle e il resto delle famiglie.

A due passi da casa... caro Hangar Bicocca, felice d'averti scoperto!
Ci rivedremo presto!




domenica 15 aprile 2012

Voglia di autonomia!

I bimbi questa mattina, ad un certo punto,  hanno deciso di chiudersi in cameretta, da soli: “Papà, mamma possiamo giocare da soli?”. “Va bene – dopo rapido consulto visivo e “approvativo”  con mia moglie -  ma le condizioni sono:  che non distruggiate nulla e che al primo litigio con pianto noi entriamo!”. “Va bene, va bene, saremo bravissimi” replica Beatrice la “caposquadra”. “Saremo bravissimi” le fa  da eco Filippo.  In camera da soli…. In fondo una banale richiesta e una semplice concessione può già far pensare, ma scacciamo ogni ipotesi di preoccupazione.  Partendo dalla filosofia che debbono avere i loro spazi decidiamo quindi di lasciarli fare, pronti ad intervenire al primo pianto. Scommettiamo pure sul risultato: per mia moglie non reggono più di dieci  minuti, io dando (dopo aver consultato furbescamente la quota Snai) più punto su venti: chi perde cucina per il pranzo! Affare fatto.
Invece i minuti passano, dieci, venti, si arriva a mezz’ora e a parte qualche rumorino sospetto, ma non preoccupante, e qualche scontato micro scontro verbale, sembra tutto nella norma. Il primo dato è che mi tocca cucinare perché a scommessa pari si fa secondo consuetudine, vabbè. Il secondo è che stanno reggendo sorprendentemente oltre le attese. Con mia moglie ci gustiamo il momento di pace senza troppi pensieri. Dopo un ora, per non apparire genitori disinteressati,  bussiamo alla porta e loro rispondono in coro: “Non entrate, non è ancora ora di aprire, vogliamo stare da soli!”… Dopo quasi un’ora e mezza decidiamo di fare irruzione. Concordiamo comunque di non giudicare male l’eventuale disordine o di manifestare istintivamente disappunto nel caso ci sia qualcosa di irrimediabilmente rovinato: questo loro desiderio di autonomia va sostenuto. Ma mentre siamo ancora intenti a “stendere il piano di attacco” ecco improvviso il loro grido: “Mamma, papà veniteeee!!!” Con un po’ di timore e tremore apriamo la porta della stanza. La scena  che si presenta ai nostri occhi è apocalittica e bellissima allo stesso tempo. Vestiti e giocattoli ovunque, ma la  SORPRESA è che, sorridenti e orgogliosi, ci stanno mostrando in bella posa  uno spettacolo: entrambi  bimbi sono vestiti (nel senso che si sono tolti il pigiama e si stanno presentando a noi in abiti civili)! Si sono vestiti da soli  con Bea che ha  aiutato Filippo. Hanno scelto i vestiti (probabilmente selezionandoli accuratamente tra tutti quelli che poi distrattamente hanno lasciato sul pavimento) e si sono presentati a noi con un mega sorriso già belli pronti e sistemati. Rimaniamo di fatto senza parole, la loro posa  e il loro sguardo compiaciuto quasi quasi ci commuove… Vestirli spesso è un’impresa ed ora lo hanno fatto da soli! E sono consapevoli di averci dimostrato qualcosa che a noi genitori sta provocando un enorme piacere. Le condizioni pietose della cameretta passano immediatamente in secondo piano, in coro ci viene spontaneo un “Bravissimi!!!”, e la loro risposta è “Abbiamo fatto tutto da soli, siamo stati bravi vero?”!
Non siamo soliti enfatizzare piccole cose, ma questa scena ci ha davvero sorpresi. Da una parte forse stanno cominciando a giocare insieme in modo non necessariamente conflittuale e dall’altra hanno fatto con consapevolezza qualcosa che ai loro occhi è davvero importante… e se lo è per loro perché non lo deve essere anche per noi?




giovedì 12 aprile 2012

Senza parole

Ogni tanto i mei figli mi lasciano letteralmente senza parole! Questa sera Beatrice, con un’espressione da “inquisitrice”, ad un certo punto mi dice: “Papà, ma lo sai che un mio compagno ogni tanto dice c___o! Non si dice! Lo sai?”.  “E tu che fai?” replico. “Io e le mie compagne lo diciamo alla maestra!”. “Bene, dico, ma prima di dirlo alla maestra ditelo al vostro compagno, magari vi ascolta…”. Probabilmente la mia affermazione è stata poco convincente tanto che Bea ha ribadito che “Bisogna, invece, dirlo alla maestra”. Ammutolisco con un dubbio che mi assale: meglio una figlia paladina del buon costume e quindi un po’ “piccola spia” e  “ruffianetta” o richiamarla ad una sano cameratismo? In quel momento non mi è venuto da dirle nulla, semplicemente mi sono ritratto in silenzio… e il dubbio mi è rimasto.
Ma non è finita. Poco dopo le ho chiesto a che cosa avesse giocato con le sue amichette all’asilo (nello spazio del gioco libero..tanto per inquadrare la situazione). Risposta “ A tomba!”, intuisco che non si tratta di Tomba la Bomba, mio mito sciistico, e quindi incuriosito indago. “Ma di che gioco si tratta?”. Riporto fedelmente la risposta per non condizionare un vostro eventuale giudizio: “Allora, io e le mie amiche facciamo finta che la casetta che c’è nell’asilo è una tomba. Il nonno di XXX che è morto tanto tempo fa è nella tomba, ma un diavolo non gli fa chiudere tutti gli occhi. Allora noi apriamo la tomba e facciamo finta di vedere il diavolo e scappiamo”! Riassumo il mio turbamento: se in un asilo immaginano una tomba, parlano di morte, diavolo e scappano per la paura, che farebbero queste “piccole pesti” se si trovassero in un cimitero? Non oso immaginarlo! Non colgo nella sua espressione e nelle sue parole nessun rimando esoterico e quindi un po’ mi tranquillizzo. “Ah, che gioco strano” riesco a proferire solo queste inutili parole e lascio perdere.  Ammetto  che avrei preferito mi avesse detto di aver giocato al dottore, almeno la mia stima per i maschietti si  sarebbe notevolmente innalzata.
Con Beatrice per questa sera ho chiuso, non oso neppure chiederle che cosa avesse mangiato per il timore che mi stupisca con pratiche alimentari a me ignote. Non so se la strategia del commento inutile sia la migliore, ma questa sera non ho saputo reagire in altro modo.
Per fortuna Filippo rianima l’atmosfera: “Filippo, come è andata per te all’asilo?”, “Bene!”, risponde (come fa sempre). “Ma come ti sei fatto quel graffio sul naso?”,  “E’ stato XXXX”. “E tu che hai fatto?”. Orgoglioso  mi dice “Pernacchietta, come mia hai insegnato tu papà!”. Olè, questa volta niente calci: mi ha ascoltato!

martedì 10 aprile 2012

Insoliti - e preoccupanti - eventi in famiglia

Sono seriamente preoccupato. Ci sono situazioni che non hanno spiegazioni logiche o razionali e che necessitano cautela nel tentare di darne un senso. Ieri sera dopo essere tornati dalla giornata pasquale nella mia mitica Valtellina, la serata si stava svolgendo in maniera normale: cena leggera, da post pranzo pasquale, qualche gioco con i bimbi per favorire la digestione, solito rituale pre nanna (pigiama, lavaggio denti, latte e storia). Mia moglie che si mette sul divano e che dopo dieci minuti si addormenta ed io che, come un falco, mi impadronisco del telecomando (abbasso il volume... per non disturbare) e vaiii, sintonizzo la tv sul mitico torneo di Golf: "L'Augusta Masters" (sì ormai mi sto dando pure al golf!).
Sembrava una serata "tipo" che si sarebbe conclusa quando, poco prima di infilarmi nel letto, sveglio mia moglie che si sarebbe catapultata sotto le lenzuola senza neppure rendersi conto di essere ancora vestita.
Invece succede l'imprevedibile! Sono alla quattordicesima buca di Bubba Watson che Lei (la chiamerò così d'ora in poi) si sveglia, e invece di pronunciare la sua solita frase "perchè hai cambiato canale che stavo vedendo... - manco se lo ricorda - "  afferma perentoriamente: "Il divano fa schifo ora lo pulisco, spostati!". Ma è Lei che parla? Non è che  sta (sto) sognando? Pulire il divano alle undici di sera? Si alza di colpo e via! Non scherzava affatto:  mi costringe ad abbandonare il mio posto, prende lo smacchiatore speciale, bacinella, spugna e inizia a lucidare il divano. E' talmente concentrata e professionale che mi mette soggezzione. Non ci credo! Ma che sta succedendo? In silenzo continuo a guardare la Tv, non oso parlare per non spezzare l'incantesimo e per non aumentare il mio turbamento... anche perchè in questi casi se parlo rischio di dover far qualcosa pure io, e non ne ho proprio voglia!
Dopo mezzora il divano è tornato del colore originale e posso tornare al mio posto, ma la cosa sconvolgente è un'altra. Lei, si sposta in cucina e comincia a lucidare i fornelli. Sono le undici e mezza! Ma che demone le ha preso? Fingo indifferenza, ma spio incredulo e la vedo superconcentrata a lucidare tutti i fuochi (in effetti dopo la sua cura sono tornati al colore originale... non me lo ricordavo neppure che erano d'acciaio), è così attiva da lasciarmi senza parole. Mi sorge un dubbio: ma è proprio lei? Mi avvicino e le faccio una domanda tranello... risponde in maniera corretta: sì, è proprio lei! Sono confuso. Lucidati i fornelli torna sul divano, stranamente non mi costringe a cambiar canale e s'addormenta. Domani tornerà la vera Lei, penso. E riprendo a guardare Golf.
Invece oggi si presenta un altro motivo di grave preoccupazione. Tornati da una simpatica gita fuori porta con amici, sono già le 18.30. Bea si è addormentata e Filippo, stanco morto, si è meritato un po' di cartoni in TV. Ciondolo in casa sistemando stancamente e con una lentezza disarmante alcune cosette rimaste in giro. Vorrei fiondarmi al pc, ma sicuramente lo occuperà Lei. "Ho deciso di sistemare il balcone!" queste lugubri parole irrompono nella calma pre cena. Sì, il virus notturno s'è ripresentato. No, il balcone no! E' impresentabile, ci vorrebbe almeno una giornata per renderlo "normale" e di certo dovrò fare qualcosa pure io! Ormai Lei è già oltre i miei pensieri: è fuori a spostare reperti bellici e a tentare di togliere incrostazioni e macchie dell'età della pietra. Prevengo e mi offro per portare di sotto quanto va buttato e faccio in modo di incontrare qualche vicino per prolungare la mia permanenza oltre la soglia di casa. Fatto sta che dopo un'ora s'arrende e rinvia ulteriori interventi ad altra data. Ricomincio a respirare e prepariamo la cena.
Due episodi in meno di 24 ore: che le starà succedendo? Sono preoccupato! Ho deciso di monitorare con attenzione questa nuova congiuntura che si sta presentando nella nostra famiglia: se la situazione dovesse precipitare dorò farmi trovare pronto! Lei così non l'ho mai vista: non me la immagino come una nuova Rottermaier: non sarei pronto a sopportarne l'urto domestico!

sabato 17 marzo 2012

La sorpresa

Se c'è una cosa che mi piace molto dei bambini è il loro continuo sorprendesi di fronte al nuovo! La loro sorpresa è sincera, coinvolgente, per certi versi tenera perchè dice molto del loro conquistare a poco a poco quello che a noi adulti sembra scontato e che spesso non ci fa più nè caldo nè freddo.
Oggi è stata per in nostri figli una giornata ricca di sorprese: dopo molte insistenze li abbiamo portati all'acquario di Genova. Filippo in verità non vedeva l'ora di vedere gli ippopotami e Bea era impaziente di ammirare i delfini. E' andata buca per entrambi: ippopotami non pervenuti e delfini in "manutenzione". Ma la delusione è durata pochissimo. Ogni metro percorso tra vasche grandi e piccole è stata per loro una continua sorpresa. Gli squali, i pinguini, le tartarughe, i pesci colorati (Nemo in particolare), le ranocchie arancioni, le razze, le murene: decine di incontri per loro entusiasmanti.
E come i mei c'erano decine di bambini rapiti allo stesso modo! Una specie di spettacolo nello spettacolo.
Almeno per me è stato così: i loro sguardi emozionati, il loro coinvolgimento e il modo con cui continuamente trascinavano me e mia moglie ad osservare con loro perchè condividessimo quella sorpresa ha reso questa giornata davvero speciale. Grazie al loro sguardo anche per me è stata una giornata con cose nuove, con dettagli scoperti,  in altre occasioni neppure  notati.
Siamo tutti d'accordo nel riconoscere che ogni giorno che passa per i bambini significa scoprire qualcosa di nuovo, ma spesso non ci accorgiamo che in loro le cose nuove emozionano: non li lasciano per nulla indifferenti. Questo sentimento li spinge a continuare a cercare di scoprire, li spinge avanti con lo spirito di chi è libero dentro.
E'  proprio questo loro desiderio di scoprire il nuovo, questa sana libertà e la capacità di sorprendersi che rendono li rendono uno stimolo continuo anche per noi adulti. Sono convinto che una delle principali responsabilità di noi genitori sia proprio quella di inocoraggiare e sostenere tutto questo. Se, per pigrizia o stanchezza, se perchè poco interessati a quanto ci circonda o generalmente indifferenti a quanto avviene, preferiamo spegnere o anche solo intiepidire questo loro desiderio di nuovo, rischiamo di farli crescere più "poveri" e soprattutto meno capaci di amare il bello che li circonda.
Di contro se li sosteniamo in  tutto questo percorso  i nostri figli, non solo ne beneficeranno, ma sapranno pure - a loro modo -  risvegliarci un po', trasmettendoci desideri nuovi e il gusto di ulteriori scoperte. E se ricominciassimo a sorprenderci un po' di più anche noi sarebbe il massimo!

mercoledì 7 marzo 2012

Quando i bimbi sorprendono!

Qualche sera fa mio figlio (per la cronaca ha 2 anni e 4 mesi) al termine della cena mentre stava tentando di mangiare il suo budino al cioccolato preferito e dopo aver ridotto i propri pantaloni (quelli beige, in tinta col dolce) in una specie di crepe alla nutella mi guarda, mentre con un cucchiaio tento di aiutarlo, e mi dice: "Papà, non ho bisogno del tuo aiuto, faccio da solo! Tu pulisci e basta." Immediatamente mi sono detto: "Tata Lucia che farebbe? a quale superRegola si appellerebbe?" Niente, nessuna risposta e ho mestamente ritratto la mano, limitandondomi ad asservare goccia dopo goccia il budino che continuava a cadere sui pantaloni (quasi nuovi e praticamente compromessi).
I bambini stupiscono e spesso sono imprevedibili. A volte ti colgono davvero impreparato, ma è proprio questa la loro forza: non sono mai scontati, obbligandoti a novità continue. E questo ci costringe ad essere sempre vivi!
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