Bea e Filippo

Bea e Filippo

martedì 27 maggio 2014

Le colpe dei padri?

Oltre alla sbornia elettorale io sono immerso nella sbornia "di moglie e suocera in viaggio" (per lavoro o per diletto non cambia la sostanza). 
Ma non mi lamento. Si regge e guardo al positivo: Filippo è in vacanza in Valtellina, la lavatrice lavora la metà, il frigorifero è moderatamente vuoto (io e Bea ci arrangiamo con poco) e la TV è tutta mia!!!

Insomma si sopravvive senza traumi... per ora.

Però ci sono altre sbornie che mi colpiscono e mi fanno pensare. Mi creano un disagio che fatico a tollerare e comprendere. Sono quelle notizie che mi fanno inca**are.

E' di qualche giorno fa questo articolo: "Il Bambino mangia a scuola? Se è povero no!". Titolo provocatorio e resoconto dei fatti comunque emblematico. Fotografia di un'Italia contraddittoria nei propri amministratori: ci sono comuni che non fanno pagare ai figli degli indigenti e chi non li fa mangiare, con gli altri per carità. Semplicemente si arrangiano.
In certi casi chi non può pagare il buono mensa deve mangiare un panino in classe (magari da solo) o può lasciare l'edificio scolastico.

Buone prassi (anche queste ci sono e l'articolo le descrive) e situazioni davvero tristi. Il tutto in nome di che cosa? I conti in ordine? Di uno stato giusto? Attento alle differenze?
Come se nella maggior parte dei comuni italiani una razionalizzazione delle spese inutili non permetterebbe di garantire un pasto a tutti i bimbi che frequentano le scuole.

A Salerno ad esempio (ci un caso che mi colpì molto)  non è prevista nessuna esenzione per i figli di famiglie a bassa reddito, ma quel comune non si è fatto problemi a spendere quasi 4.000.000 di euro per le luminarie natalizie (erano quelle di Parigi). Lì c'è un fenomeno di sindaco... figuriamoci in altri luoghi.
Cito un caso, ma con un po' di tempo e voglia basta il povero Google a illuminare -  non solo il Natale - , ma anche i modi con cui nei comuni (specialmente in quelli dove lo sconto alla mensa scolastica non è ammesso) i soldi vengono spesso sprecati senza remore. 

Ma torno alla questione. Perché mi inca**o? 
Perché credo sia davvero ora di smetterla di far pagare ai figli (ai bambini!) le "colpe dei padri".

Le colpe di chi ha un reddito basso perché ha un lavoro poco remunerativo.
Le colpe di chi ha la sfiga di aver perso il lavoro.
Le colpe di chi magari ha due genitori che gli hanno regalato dei fratelli e nel caso ripartire il poco è dura.
Le colpe di quei "padri" (o padri dei padri) che hanno governato alla cavolo di cane in questi anni sperperando senza civiltà. E lasciando eredità di questo genere.
Le colpe di uno Stato che nel tempo ha perso sensibilità rispetto all'uguaglianza delle differenze. Semplicemente se ne frega? Non ditemi che è così!

In fondo c'è la colpa più grave (che si trasmette di padre in figlio): è la sfiga di essere povero o non abbiente. A cui si aggiunge quella di essere da povero, Italiano. Con l'aggravante che il povero salernitano è più sfigato di quello veronese (parlo di politiche sulle rette alle mense scolastiche) o del povero di Lecce o di Sassari (e altri comuni amministrati in modo più ragionevole, rispetto a questo tema).
E non c'è destra o sinistra che si distingua. E neppure il grillismo (cfr. il caso del giovane sindaco di Pomezia: "Il dolce solo a chi lo paga...", ma vai a ca*are!).

Questo è un tipoi di "federalismo" a mio avviso grave, pericoloso, grave, discriminatorio. La scuola deve tornare ad essere un "pacchetto unico" altrimenti il banco prima o poi salterà.
Prima o poi questi bambini salteranno... sul carro dell'incazzatura repressa di un mondo che li ha messi da parte. Di uno stato che non ha capito che di colpe loro non ne avevano. Di uno stato che li ha bollati da subito. Di uno stato indifferente e quindi .... perché non disprezzarlo? 

La mensa scolastica? Perché non gratis?
I soldi si troveranno perché non di parla di decine di miliardi di euro (2 o 3? anche meno...) diciamocelo chiaro!

Ma per favore basta con bambini che mangiano il panino da soli in classe!




giovedì 22 maggio 2014

Addomesticare?

"Papà, allora tu ci hai addomesticati?" 
Quasi in coro e a bruciapelo Bea e Filippo mi pongono la domanda. Sono diretti. Poso il libro. Il Piccolo Principe, ci siete arrivati, vero? Avevo appena terminato di leggere l'episodio della volpe, quello celeberrimo, ma che ormai avevo dimenticato.
"L'essenziale è invisibile agli occhi... addomesticare vuol dire creare legami ...tu diventi sempre responsabile di quello che hai addomesticato"... probabilmente l'ultima volta che ho ripreso queste parole sarà stato più di 20 anni fa. 
Ma torniamo alla cronaca: "In un certo senso è proprio così. Da quando siete nati io e la mamma abbiamo creato un legame speciale con voi. Unico. In giro ci sono tantissimi bambini, ma voi due siete unici per me e la mamma! ma è la stessa cosa anche tra di voi... se ci pensate bene...".

E' un poco più tardi del solito e sono stanchi. I loro occhi ormai a fatica a vincere il richiamo al sonno. Scorgo, però, una certa serenità nel loro addormentarsi con questo pensiero. Come se, ancora una volta, la lettura serale trasmettesse un surplus di serenità. Non lo so.
E pure a me questo tipo di pensiero ronza nella mia testa e mi richiama, ancora una volta, alla necessità e alla bellezza del leggere bene. Testi di valore.
Più volte nel mio blog ho parlato di quanto ritenga la lettura una vera miniera d'oro. La possibilità di lasciarsi quasi "riempire" di pensieri, immagini, situazioni, considerazioni... e più passa il tempo più mi accorgo che questo approccio è fondamentale anche per i miei figli.
Non credo alla lettura come necessità moralistica, con una valenza puramente etica. Credo al valore delle storie, che quando sono raccontate bene dicono sempre di più di quanto l'autore volesse comunicare.

In questo mesi ai nostri bambini, prima della nanna, io e mia moglie (ci alterniamo rigorosamente per esplicita richiesta di Bea e Filippo), abbiamo letto due libri di Sepùlveda: "Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza" e "Storia del gatto e del topo che diventò suo amico". Ed ora stiamo terminando il Piccolo Principe.
Le sere in cui tocca a mia moglie, mi vado poi a rileggere quanto mi sono perso. Non riesco a rimanere con i pezzi mancanti.

Questi tre libri - che consiglio vivamente a tutti... soprattutto come letture per chi ha figli - a mio avviso hanno questo potere: quello di pacificare. Di esprimere concetti quasi scontati con uno stile avvolgente. Delicato ma mai noioso o pesante. E di far pensare anche i bambini. Pratica quantomai in disuso. Purtroppo... e non solo nei bambini.

Ad esempio, nella "Storia del gatto e il topo che diventò suo amico", Sepùlveda aggiunge all'intreccio narrativo come sintesi delle piccole azioni descritte, una frase sull'amicizia: "i veri amici condividono sogni e speranze ... i veri amici si prendono cura l'uno dell'altro ... un amico capisce i limiti dell'altro e lo aiuta... ecc." Il filo conduttore è l'amicizia. Mai banalizzata. Sempre ricondotta a contorni di concretezza e verità.

Non mi importa quante di quelle frasi siano diventate patrimonio di bea e Filippo: mi importa sapere che le abbiano ascoltate. Che si siano interessati a quella vicenda semplice e bellissima, quella di Mix, Max e Mex... e in questi personaggi abbiano avuto la possibilità di scoprire un modo di intendere l'amicizia. 

"Addomesticare" forse è un po' anche questo. "Riempire i legami" con i propri figli non solo di momenti di vita in cui si condivide naturalmente un po' tutto, ma cercare di renderli partecipi di pensieri importanti. 
Di storie che mi superano, perché non sarei stato in gradi di inventarle. Così che abbiano la possibilità di attivare un loro modo di riflettere. 

Che sappiano scoprire da soli l'essenziale... quello invisibile agli occhi.



lunedì 19 maggio 2014

... periodo così!

Ci sono periodi così. Capitano a tutti. Credo, Lo spero altrimenti sono da ricovero.
Quelli pieni di tante cose che fatichi a capire che stai facendo. Se la testa è connessa. Sabato sono stato alla festa dell scuola di Bea e mi ero preparato per il gioco che invece devo fare alla festa dell'asilo di Filippo.Venerdì ho pagato l'iscrizione alla gita di Filippo alla rappresentane di classe della scuola di Bea. 
Ieri ho chiesto a  Filippo "Allora li vuoi fare sti compiti?". Mi risponde Bea: "Papà sono io che devo fare i compiti... non Filippo! E adesso non li voglio fare...".
Oggi è lunedì: hanno nuoto. Allora perché io e mia moglie abbiamo preparato la sacca di ginnastica?
Che mi (ci) stia sfuggendo qualcosa di mano?

Di più. Mercoledì mi riparte la moglie per un viaggio di lavoro: 11 giorni in America, Texas. Il problema è che i miei suoceri sono appena partiti per un viaggio di piacere in Canada, per 13 giorni. 
Sincronismo perfetto.
Non mi pesa rimanere da solo a casa con i bimbi... ma senza il supporto della suocera prevedo giorni davvero complessi. Ma ce la faremo!
Ma solo se sopravvivo a queste due sere in cui mia moglie deve preparare la valigia. Diciamo che il più è fatto!

Guardo al 7 giugno come una meta importante: festa dell'asilo di Filippo... ultimo impegno pre-vacanze... poi anarchia per qualche mese. Tempo un po' più vuoto, da riempire, lo so... ma almeno non sono costretto a inseguire.
Mi attendono una decina di giorni di quelli davvero tosti!

Ci sono periodi così. Anche per il Blog. Non è che non mi vengono idee. Ma tutto, per vari motivi rimane sulla penna. O sulla tastiera, fate voi. Il tempo lo potrei trovare. Eppure non ci riesco. Manca la voglia. Rimando e non concretizzo. Nonostante i mille stimoli di Bea e Filippo.
Poi ci si mettono i problemi di alcuni amici che coinvolgono la mente. Le questioni pratiche legate all'asilo alle quali non riesco a starmene fuori. Ma è dura cambiare la testa a tanta gente... soprattutto se ha una certa età.

Ci son periodi così... me ne devo fare una ragione!


venerdì 9 maggio 2014

Auguri Mamma! ... una cena speciale!


Quest'anno è un anno strano! Almeno in casa nostra! Sono piovuti giochi inattesi e tutto per dare un volto un po' diverso alla festa di papà e mamma! Questa volta è toccato alla mamma! 
E ci ha pensato Hasbro

"Buongiorno! Siamo la Hasbro un'azienda di giochi, si avvicina la festa della mamma, se le mandiamo una serie di giochi della Play Doh per festeggiare la sua signora le va bene? Le chiediamo solamente di pubblicare qualche foto sul suo blog che rappresentino un momento di gioco con quanto le invieremo." "Buongiorno, in effetti un cosa simile era avvenuta anche per la mia festa e non mi era dispiaciuta. ma che cosa mi mandate per la precisione?" "Vi invieremo una serie legata alla cucina, molto simpatica"! "Allora accetto, i mie bimbi stanno vivendo il trip dell'impiattamento compulsivo da post Materchef Junior. Ok allora spetto il gradito dono".
Stavolta però non dico nulla né ai bambini né alla mamma! 
Quando tutto arriva lo nascondo in attesa della giusta occasione. 
L'altra, sera prima di cena,  chiamo Bea  e Filippo e propongo loro la sorpresa: "Bambini guardate questi giochi nuovi! Vi va di preparare una cena speciale per la mamma che oggi è la sua festa?"
"Sì papà, che bello! Ma possiamo usarli tutti?"
"Certo... oggi (8 maggio) è la festa ufficiale della mamma... e quindi potete divertirvi a prepararle una bella sorpresa. Intanto io vado in cucina e mi metto ai fornelli con i cibi veri."

Beatrice e Filippo, lo confesso, sono in un periodo davvero positivo... si entusiasmano subito e iniziano a trafficare. Sono divertiti dal materiale a disposizione e dalle possibilità. 
Soprattutto la postazione gelati attira la loro attenzione... e anche qualche rivendicazione di utilizzo prioritario. Ma alla fine si mettono d'accordo e tutto fila liscio! Il Play Doh viene azzannato in tutte le sue versioni. Preparano piccole delizie e si buttano con entusiasmo sulla gelatiera. "Papà anche il dolce possiamo fare!" Mi stupisce, non è una marchetta-  a me non viene proprio per natura -, la malleabilità del prodotto. Non voglio fare confronti, ma questo Play Doh si lavora benissimo! Morbido,  e - fondamentale - facile da pulire!

Alle 20.00 arriva la mamma!
Bea e Filippo in coro: "Mamma, mamma è pronta la cena per te! Auguri!"
Eccoli a presentare i cibi preparati, descrivendo con entusiasmo tutte le procedure del caso e i risultati ottenuti.
Non tutte le pietanze sono riuscite per il verso giusto, ma i gelati erano davvero fantastici!
Ci vuole ancora un po' d'allenamento.
La mamma è stupita, sorpresa e gradisce molto. 
"Ma quando ha comperato tutti questi giochi?"
"Comperato? E' un regalo per festeggiarti! Auguri!!!"

... grazie Hasbro!











martedì 6 maggio 2014

Figli costosi e inutili!

Il Censis è spietato. Ha studiato le ricchezze degli italiani e alcune dinamiche rispetto alla gestione dei redditi. Il CDS ne ha descritto i risultai in questo articolo: "I dieci italiani più ricchi possiedono quanto 500.000 operai"
Ma dell'articolo quello che mi ha colpito maggiormente è stata la parte finale introdotta così: "Il secondo figlio raddoppia la possibilità di diventare povero". Immagino che un'affermazione del genere non si riferisca ai 10 italiani più ricchi, che probabilmente di figli ne potrebbero fare una vagonata senza problemi. Riguarda il il resto... che pare sia molto più ampio.
Ma torniamo ai figli: il secondo è un casino, col terzo il default è dietro l'angolo. Anzi, quasi certo.
Non ci sono cazzi: fare figli è stupido, inutile e dispendioso. Come cavolo ce lo devono far capire? 
Infatti una coppia senza figli, dice sempre il Censis, riduce sensibilmente il rischio di indebitamento per mutuo, bollette, affitti, rette di sta cavolo di asili nido, baby sitter, ecc.

Il figlio è una (o due o tre o quattro)  bocca in più da sfamare, un corpo da vestire, un insieme di bisogni da soddisfare. Un certo numeri di vizi certificati che non si possono eludere. I figli sono rette da pagare, spazi in più da occupare, tempo da riempire in vario modo. Ogni loro vagito, ogni loro respiro è un costo. Se poi crescono, azz.., il vortice assume contorni drammatici: corsi, feste, vacanze, vestiti, giochi elettronici, cultura, salute.

La soluzione però si staglia con una chiarezza abbagliante davanti ai nostri occhi: basta figli! 
Si risolverebbero una marea di problemi: 
- la disoccupazione: meno figli, meno potenziali rivendicatori di un posto di lavoro
- la bamboccionite: niente figli niente bamboccioni parassiti incagliati nelle case di papà e mammà!
- i debiti: senza figli una giovane coppia si può far bastare un tranquillo bilocale e quindi non è costretta a implorare un mutuo. a questo punto non necessita di un lavoro stabile: può benissimo accontentarsi del lavoro precario a vita! Che pacchia!
- i consumi inutili: niente cameretta, game boy, play station, passeggini o carrozzine, pannolini, tricicli o monopattini, bambole, libri dei dinosauri.
- le scocciature: niente asili, scuole, cartelle, quaderni, colloqui con le insegnati, compiti, niente sport (corsi di nuoto, di danza, scuole calcio del cavolo o giù di lì), pediatri ecc.
- l'illegalità: niente baby sitter in nero, ripetizioni pagate sottobanco agli stessi prof  che impongono recuperi lampo.

In fondo uno stato migliore, più ricco, più sereno.
Per incentivare questo implicito invito a non fare figli chiederei a Renzi di applicare da subito una patrimoniale speciale (non saprei come chiamarla): chi fa il secondo figlio viega ridotto immediatamente in povertà, senza passare per l'inutile agonia dell'impoverimento progressivo. Certe scelte devono essere radicali!
Quoziente familiare? Ma chi rompe le palle con queste proposte anacronistiche, idiote e illusorie? Bisognerebbe espellere questi dal parlamento! Subito!

Purtroppo io faccio parte di quei cretini che hanno il secondo figlio! Appartengo ad uno stato che però nella sua lungimiranza me lo sta facendo pagare ed in futuro probabilmente mi aiuterà a peggiorare la mia situazione. Ben ci sta (ci metto anche mia moglie)!

L'Italia merita un futuro radioso: che diventi il  Paese dell'invecchiamento sereno, tutelato e valorizzato. Che gli asili vengano trasformati in residenze per anziani. Che le scuole in circoli ricreativi per il tempo libero dei cassaintegrati o dei pre-pensionati.
E quel cazzone di Renzi (ma si facciamo fare tutto a lui) che ha parlato di rottamazione se ne torni a cuccia. Ridiamo i posti a chi se li merita, a chi ha aperto orizzonti di futuro alla nostra Italia. 
Anzi che si faccia immediatamente una legge: tutti i posti di responsabilità debbo assolutamente essere affidati a persone sopra i 75 anni. E i genitori che hanno più di un figlio (e non sono tra i 10 più ricchi d'Italia) devono essere assolutamente inibiti sia a qualsiasi posizione dirigenziale che a cariche pubbliche rilevanti.
Mettiamo le cose a posto!

E' giusto così!
Lo dice il Censis!







lunedì 5 maggio 2014

Tutti su due ruote! Finalmente.

Dovevamo farcela. L'obiettivo del lungo ponte del primo maggio era uno solo: mettere finalmente Bea e Filippo sulle due ruote. Quelle della bicicletta.
Per Filippo lo scoglio era più impegnativo, bisognava prenderla sta bicicletta. Detto fatto. Primo passo compiuto.
Anche per Beatrice si prospettava un bell'impegno: doveva assolutamente imparare ad andarci senza le rotelle. I tentativi autunnali non avevano sortito risultati soddisfacenti, ora ci voleva una svolta.

Fatto sta che sabato 3 maggio ci si è messi d'impegno. Full time: mattina e pomeriggio: senza soste e con tenacia.
Filippo si è impossessato con naturalezza della sua nuova bici - da rotelle munita  - e ha iniziato a scorrazzare attorno al condominio prima e al parco subito dopo. Tranquillo e beato. Tutto contento non l'ha mollata un minuto.
Con Bea è stato più complesso, ma devo ammettere che la sua tenacia e voglia le ha permesso di spuntarla.
Non ha mollato. Cadeva, si rialzava e ripartiva! Un simpatico signore anziano, vedendomi in difficoltà ad un certo punto mi ha consigliato: "Mio figlio - tantissimi anni fa -  lo tenevo per il collo, da dietro, aiuta l'equilibrio iniziale...". Anche se un po' scettico l'ho ascoltato e da lì è stata tutta una discesa.
Alla fine è riuscita a domare il mezzo! Ginocchia e polpacci leggermente provati, ma nulla di drammatico! La soddisfazione della pedalata libera ed autonoma ha coperto ogni dolorino o piccola sbucciatura!

Domenica pomeriggio per la prima volta siamo riusciti, a coronamento delle fatiche del giorno prima, a fare la prima uscita di famiglia in bicicletta.
Baciati da un sole irreale ci siamo immersi nel Parco Nord e, nonostante il traffico di punta, ce la siamo cavata tutti in modo egregio.

Ammetto che sto decantando un trionfo abbastanza naturale. Per certi versi, soprattutto per Bea, ottenuto con un po' di ritardo.
Ma ogni conquista pur banale che possa sembrare va assaporata. Soprattutto quando i bambini dimostrano grande soddisfazione per quanto ottenuto.
Ieri sera erano entrambi stravolti, ma felicissimi! Chiedevano a quando il giro successivo!
... che bello aprire nuovi, piccoli ma simpatici, orizzonti!

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