Bea e Filippo

Bea e Filippo

venerdì 18 maggio 2012

"... Vite senza ieri". Parentesi letteraria

Questa sera mi voglio prendermi una parentesi letteraria. Amo leggere, non riesco più a divorare libri come qualche anno fa, ma ogni sera non spengo la luce senza aver letto un po’: una pagina o poche righe, capitoli interi o pochi capoversi. Dipende dalla stanchezza, ma non riesco a rinunciare a tenere in mano anche solo per pochi secondi il libro del momento.

In questi giorni sono alle prese con “Le nostre vite senza ieri” di Edoardo Nesi. Nesi mi piace, mi ha rapito con “Storie della mia gente” e quando un autore mi prende non lo mollo. E questo libro mi impedisce di rimanere indifferente, perché a partire dal titolo mi ha  tirato dentro il vortice del mio presente.
L’orizzonte generale è quello dell’Italia (vista con gli occhi e con le storie della sua gente, che non manca mai: i pratesi) che annaspa per non sprofondare del tutto dentro una  crisi che non vuol sapere di passare.  Ad un certo punto un capoverso in particolare mi ha colpito. Nesi scrive “Dobbiamo abituarci all’idea di essere soli, privi del conforto delle lezioni del passato perché il passato non ha più lezioni per noi, se non quelle che ci hanno regalato i grandi artisti, gli unici da sempre a poter vedere il futuro. Siamo condannati a vivere una vita senza ieri, proiettati a grande velocità verso il domani – ma forse potrebbe non essere così male. Dobbiamo convincerci che il nostro futuro può ancora essere immenso. Perché un giorno la crisi finirà…”. Amo i libri e chi li scrive non solo per quanto racchiuso dalla prima all’ultima pagina, ma perché spesso mi permettono di tirar fuori capoversi , come quello citato, che da soli a volte valgono l’intero libro. Magari non sono i migliori, forse per l’autore valgono meno di altri: ma un libro parla a chi lo legge, e quelle poche righe a me hanno colpito in modo particolare.
Nonostante sia per indole, per natura o per difetto genetico un tipo positivo, uno che guarda avanti e cerca di trovare l’appiglio per il sorriso catartico, in questi ultimi tempi non nego che dentro di me aleggi un senso di disagio, di rabbia repressa, di delusione. Il tutto misto ad un grande senso di impotenza. La vita senza ieri: ecco l’immagine che cercavo, quella che sa interpretare il mio malessere: è come se il passato (quello di ieri) stesse scivolando via sgretolato da tantissimi fattori (per lo più a me ignoti), lasciando a me – a noi -  un presente senza fiducia. La sfiducia è come un freno a mano tirato, ma non del tutto come quelli di una volta e ti accorgi che qualcosa non va quando senti la puzza dei freni che stanno bruciando, e il rischio è che ormai è troppo tardi.  Chi ha avuto in mano il nostro ieri (non tutti per carità) è stato talmente impegnato a godere del suo oggi da dimenticare il domani degli altri.
 Sono immagini iperboliche, ne sono consapevole, ma oggi tutto è fermo. Il lavoro sparisce o non si trova, la ricchezza generale diminuisce riducendo non tanto il tenore di vita (chi se ne frega) ma le possibilità che ti potrebbe offrire la vita (questo conta molto di più). I vecchi (non necessariamente anagraficamente) leader appaiono più presi dal timore di diventare insignificanti che dalla responsabilità di fare qualcosa. Se il possibile di ieri diventa rinuncia necessaria per l’oggi o ti disperi o provi a sperare nel futuro. “Dobbiamo convincerci che il nostro futuro può essere ancora immenso”: caro Edoardo, che coraggio hai avuto a scrivere queste parole. Ci voglio credere con te. Non come ultima spiaggia ma come una possibilità nuova per me, ma soprattutto per i mei figli. Che sono ancora tanto piccoli.  Mi auguro possano raggiungere “l’età della ragione“ dentro uno scenario diverso da quello attuale. Mi auguro che il loro presente “sia immenso” come il futuro che immagino perché dalla vita possano strappare tutto il bene che sa contenere!

2 commenti:

  1. Non possiamo permetterci di non avere fiducia nel domani. E' proprio un lusso che non possiamo permetterci, vivere solo per l'oggi. Almeno per chi ha figli. Per chi ha deciso di accettare questa sfida per il futuro lanciando nel domani, oltre quanto potrà andare il proprio sguardo, quanto di più prezioso si possa avere.
    Molte volte ci sentiamo impotenti, sentiamo addosso tutta la fatica di cercare di costruire un futuro che sembra già scritto da altri. Molte volte mi chiedo, vedendo questo presente nel quale francamente mi riconosco proprio poco, come sarà difficile cercare di insegnare certi valori che si scontreranno con tutto quello che c'è fuori. Ma solo in questo modo possiamo pensare di cambiare qualcosa. So che dovrò asciugare delle lacrime, prepararmi ad abbracci forti e essere pronto ad ascoltare e parlare.
    Sono convinto che avrò fatto il mio dovere di genitore se farò in modo che mia figlia sarà in grado di lottare per i valori in cui crede.

    Non voglio ripetere cose già scritte proprio ieri sul tema "Quale futuro per i nostri figli" in questo post del mio blog:
    http://babbonline.blogspot.it/2012/05/quale-futuro-per-i-nostri-figli.html

    RispondiElimina
  2. Ho letto il tuo post e grazie del commento: d'accordissimo su tutto. Credo nel futuro e la fiducia è un sentimento che mi guida ogni giorno, ma questo non cancella un presente dal quale dobbiamo riemergere perchè ai nostri figli si apra un futuro più luminoso, non tanto di cose, ma di ideali.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...