Bea e Filippo

Bea e Filippo

venerdì 26 ottobre 2012

La "guerra" è iniziata!

E' iniziata. Doveva succedere e mo' ci siamo dentro in pieno: Bea e Filippo sono in guerra. Quella vera, fatta di strategie studiate, colpi bassi, reazioni, rappresaglie, agguati. E chi li tiene più?
Bea "non lo fa mai apposta": lo spinge, gli ruba le cose, gli dà in testa il mestolo di legno, ma tutto ciò si svolge inesorabilmente senza intenzione. Filippo è un buono iracondo: si mostra tutto tranquillo, anche allegro e serafico, ma se parte sono dolori. Anche per la sorella più grande. Mena che è un piacere.
La guerra è iniziata.
Ormai non c'è momento che non scatti qualche scintilla per cui in qualche modo, o per qualche ragione, non debbano litigare.
Basta un nulla.
Bea fa la fredda calcolatrice ed espone sempre ragioni apparentemente incontrovertibili: quando non fa apposta, è evidente legittima difesa. Se non si difende contrattacca in maniera preventiva, manco Filippo possedesse armi di distruzione di massa.
Filippo mostra le ferite: "è stata la Bea", spesso invisibili...fa il furbetto indifeso: il frigno tattico (e col suo faccino a volte funziona pure).
Poi, però, va al contrattacco: si arrangia come può, e bene... la teppa.
Che cosa deve fare un genitore? Ad esempio un papà che con la propria sorella ha vissuto l'infazia nel sano clima di guerriglia casalinga? Ricordo i litigi, gli scontri continui... lo ammetto, ai tempi ero bravo pure io a far ricadere la colpa sulla femmina più maligna: la sorella! Cani e gatti ci definiva mia madre, e aveva ragione.
Ora con Bea e Filippo cheffaccio? Punire? Mediare? Rasserenare? Indagare? Contrattaccare? A volte mi viene quasi da ridere e mi devo trattenre... nel litigio sanno pur essere buffi. Ma non posso transigere: fermezza e richiamo ai principi della non violenza!
Per prima cosa li divido, per evitare il peggio. Poi cerco di ricostruire le dinamiche dei fatti per determinare non tanto il vero colpevole, ma almeno il grado maggiore di responsabilità. Per ora la dialettica di Bea la pone in vantaggio, ma visto che è la più grande è costretta ad andare di recupero... e mica sempre riesce.
Poi ramanzo l'uno e l'altro - tentando di calcare la mano su chi ha subito in quel momento il verdetto di colpevolezza -  nella speranza che comprendano l'inutilità della violenza tra fratelli: rompe solo il clima, alla fine la pagano entrambi. Faccio il duro, e se perdo la pazienza riescono a vedermi bell'incavolato.
Ogni tanto li metterei in quarantena, ma i ricordi mi frenano... i mei che ci avrebbero dovuto fare? Soprattutto a mia sorella. Aveva sempre torto.
Faccio quel che si può, ma in certi momenti verrebbe davvero voglia di ..... lasciamo perdere.
E li guardo fiducioso: anche le guerre finiscono!

3 commenti:

  1. Io e mia sorella abbiamo finito la guerra quando siamo uscite di casa.. Ci aspettano anni difficili!

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  2. Ma fino ad ora sono sempre andati d'accordo?

    Secondo me, comunque, è meglio lasciarli fare. Ovviamente stando attenti che non si facciano davvero male. E poi un bel discorsetto, come fai tu, a tutti e due.
    I miei sono piccolini, ma già se le danno di santa ragione. E il bello è che adesso il provocatore, l'aizzatore, il terribile, è proprio il più piccolo dei due, un anno e 8 mesi...

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