Bea e Filippo

Bea e Filippo

martedì 6 novembre 2012

Il volto sereno

Questo Post partecipa al Blogstorming sul tema del mese: l'autostima.
In Genitoricrescono mica vanno per il sottile. Ogni mese mettono sul piatto temi importanti, interessanti, che fanno riflettere. E ogni tema viene affrontato da destra, sinistra, sopra e sotto. Con esperienze e riflessioni.
Novembre è il mese dell'autostima. E' un tema che mi ha costretto a pensare perchè riguarda me, ma come papà tocca anche i miei bambini. Perchè è una condizione che ci si porta dietro e che, per certi versi, si può anche trasmettere. Determina non solo una certa visione della vita, ma un approccio alla stessa tale da renderla più o meno serena.
Autostima e sè stessi.
Non riesco a non legare questo tema a quello della libertà. Quella dentro di sè. Quella che si conquista nel tempo e che permette di non ancorarsi a sovrastrutture di qualsiasi genere.
L'autostima è la serena e consapevole visione di sè. Serena perchè obiettiva rispetto ai propri pregi e difetti. Consapevole perchè non li nasconde e li accetta: i primi - i pregi - per valorizzarli, i secondi - i difetti - per vincerli.
L'autostima ti permette di non sentirti mai schiacciato dal timore del giudizio. Non lo eludi perchè a volte aiuta (mica si è perfetti), ma non ti lasci abbattere. Permetti al tuo volto di rimanere sereno, nonostante le piccole sconfitte quotidiane.
L'autostima crea prossimità, è contagiosa, non si lascia abbattere. Non è autoreferenzialità, nè arroganza intesa come pretesa di totale autosufficienza. Non è sentirsi "di più" ma star bene per come si è: senza rimpianti per eventuali doti non possedute o invidie per traguardi non raggiungibili.
Mi piace, inoltre, accostare l'autostima ad una certa dose di autoironia. Saper sorridere di se stessi è "catartico". Non per minimizzare o essere superficiali, ma per dare il giusto peso a tutto. Anche alle proprie cavolate.
Autostima e figli.
Per un genitore, inoltre, l'autostima è fondamentale come risorsa quasi osmotica per i propri figli. I bambini assorbono molto. Da varie fonti.  Sono delle piccole spugne. L'autostima quindi può essere almeno trasmessa come stile percepito: come atmosfera attraente, perchè la si respira. I figli saranno comunque un mondo a sè e quindi non è assolutamente detto che tutto sia determinabile. Ma se scorgono genitori che stanno bene con se stessi probabilmente impareranno pian piano ad asservarsi con meno distacco o timore.
L'autostina dei propri figli può passare anche dal modo con cui ci si pone nei loro confronti: pretese eccessive, sfide inutili. Dare troppo peso agli errori, ai presunti difetti o limiti. Tutto questo può far insorgere un disagio, spesso latente, che impedisce all'autostima di consolidarsi in loro. Faranno un'enorme fatica a volersi bene. Perchè devo credere in me stesso se non sono apprezzato neppure dai miei genitori?
C'è pure l'altra faccia della medaglia: confondere l'autostima con improprie esaltazioni. Far credere di essere quel che non si è: quasi imporrre una maschera. Prima o poi cascherà per conto suo, lasciando a terra cocci difficilmente ricomponibili.
Il peggio è indurre ansie e paure. Timori inutili. Insicurezze. Alimentano le delusioni e non li aiuteranno mai ad essere pienamente se stessi.

Infine
L'autostima si alimenta dalla capacità di essere veri con se stessi: pregi e difetti, doti e limiti convivono in noi e in loro: sono gli elementi imprescindibili "dell'unicità che si è". Nascondere i secondi ed esaltare i primi è inutile. Convivere serenamente con entrambi è libertà. E' autostima.


2 commenti:

  1. Mi piace molto come hai affrontato il tema: non hai lasciato vuoti per la comprensione piena di questa parolona che è l'autostima. Una cosa su tutte non potrebbe mai mancare quella dose di autoironia di cui parli: vitale come l'aria! E quanto è apprezzata dai figli, altro che minimizzare. E' davvero sentirsi liberi di essere quello che si è sempre e con serenità.

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