Bea e Filippo

Bea e Filippo

mercoledì 27 marzo 2013

I figli... educazione e "culo"!

.... chissà come diventeranno
Lunedì sera l'asilo dei miei figli ha proposto un incontro su alcuni temi proposti negli incontri di classe dai genitori. Temi molto ampi: i conflitti, le dinamiche educative, la diversità ecc. tanta carne  da mettere sul fuoco. A don Luca (sacerdote salesiano) il compito di mettere insieme il tutto e proporre un percorso di riflessione.
E così è stato. Molti stimoli, molti pensieri, suggerimenti, analisi,  esempi condivisi con lo spirito non tanto di dettare semplici soluzioni, ma di tracciare nella vita delle nostre famiglie percorsi di riflessione. Tutto molto concreto. Immediato. Senza fronzoli.
A me piace la teoria che si tocca. Quella che nasce da valori, da principi ma che sa entrare nell'esperienza quotidiana per cercare di darne un senso, delle direzioni.
Al centro noi genitori e i nostri figli. 

A me queste occasioni piacciono, mi ricordano che ogni tanto è utile prendersi delle pause in cui si riattivi la mente, perché impari a guardare in modo sereno l'esperienza di ogni giorno, staccandosi da essa, ma tenendola presente.
Mentre don Luca ci parlava, mi apparivano fatti, situazioni vissute. Un insieme di episodi di normale vita familiare dove il mio operare non sempre ha assunto contorni limpidissimi. In pochi anni di vita di bea e Filippo l'intrecciarsi di quanto vissuto è ricco di luci e di ombre. Di passi in vanti e di ripartenze. Di piccole cadute e di soddisfazioni. Un vissuto intenso e orientato a cercare di educare i miei figli per il loro bene, perchè sappiano e siano in grado di crescere capaci di affrontare la vita.
E di affrontarla come? Dentro un orizzonte di valori, atteggiamenti, scelte, priorità, visioni che, come genitori, riteniamo giusti ed necessari per il loro bene.
E' impossibile lasciarli come dei fogli bianchi. 
La neutralità è comunque una scelta. Parole, gesti, approcci alle cose, espressioni, giudizi, raccomandazioni, richiami, consigli, sguardi, sorrisi, umori tutto questo, e tanto altro, incide sulla loro crescita. 
In più a quanto un papà e una mamma vivono, dicono e fanno, c'è anche il resto: asilo, amici, nonni, tv ecc.
Tante agenzie educative che possono anche confondersi o addirittura sovrapporsi.

Ma dentro tutto questo, dentro la necessità di riconoscere il proprio ruolo educativo mi rimane una convinzione: i figli comunque non sono pre-determinabili. Nè a monte nè a valle!
I figli hanno comunque un non so che di interiore che li renderà unici, che li aiuterà o meno ad accogliere o addirittura a respingere quanto un genitore cerca di trasmettere.
E' la loro unicità, particolarità, verità di fronte a  se stessi. E' la loro misteriosità!
Ogni tanto mi vien da dire, tra il serio e il faceto, che  "i figli sono anche una questione di culo": il bello o il brutto del loro destino è a prescindere da quanto bene o male come genitori si fa o si disfa".
Figli bravi (secondo i parametri dei genitori) = culo.
Figli non bravi (idem come sopra) = sfortuna.
E' la sorte intrinseca alla libertà, al libero pensiero, al DNA non ripetibile.
E poi è pur vero che bravo o stronzo, disperato o vivace, sveglio o irrequieto, arrogante o sicuro di sè, buono o arrendevole ecc. sono tutti binomi che si prestano ad interpretazioni diverse... per cui quello che per me è "culo" per altri può essere sfortuna!

Un mio vecchio e saggio parroco diceva che rispetto ai figli i genitori dovrebbero limitarsi a "non fare danni", non tanto come politica conservativa, ma come consapevolezza che se si evitano questi danni, il futuro poi se lo costruiscono meglio per conto loro!

Credo che senza cedere al fatalismo, da una parte si debba mettere in conto un certo grado di indeterminatezza rispetto ai risultati di processi educativi.
Dall'altro non si debba mai, per questo, rinunciare a costruire un percorso educativo. Ad amarne i contenuti e le potenzialità. E la sua ricchezza.
Percorso che alla fine, comunque vada a finire, fa bene a chi cerca di costruirlo.
In questo caso so con certezza che farà bene a me!

Alla faccia del culo... che comunque rimane.






5 commenti:

  1. Credo che il risultato dipenda da tanti fattori diversi e collegati fra loro.

    Credo sia piuttosto comune identificare nei bambini delle caratteristiche innate che probabilmente rimarranno tali per tutta la loro vita. L'essere più o meno introversi, timidi ecc.
    Certi aspetti della mia personalità attuale li ricordo chiari e limpidi in ogni fase della crescita.

    Poi l'ambiente (familiare, scolastico, le amicizie..) leviga, smussa, accentua o anche crea nuovi aspetti, nuovo sfaccettature di quel primo abbozzo di personalità.

    Ti serve tanto "culo" solo se demandi l'educazione dei tuoi figli al resto del mondo.

    Da genitore puoi dare aiuto e dare esempio. Poi diverranno individui comunque.

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    Risposte
    1. ... Il "culo" è una metafora per dire che un genitore non sarà mai in grado di determinare l'esito di un'esistenza e se questo succedesse temo sia crudele per dei figli (anche con tutte le buone intenzioni)...
      Ed è verissimo che demandare al resto del mondo significa sottrarsi ad una responsabilità, che io ritengo ineludibile.

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  2. Questo post mi ci voleva proprio, soprattutto dopo il mio di ieri!!! Grazie!!! :-)))

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