"Papà ci fai ascoltare la Machina del ziu toni?". Bea ultimamente, ogni volta che ci mettiamo in strada, avanza questa richiesta. Le canzoni dei "bambini" sono al secondo posto.
Prima, ora, viene Davide Van De Sfroos.
Sono contento. Li ha rapiti, e nonostante le proteste della moglie, inizia l'ascolto.
So di essere un pessimo ascoltatore di musica... non ho grandi collezioni di CD. Preferisco leggere o scrivere. Non ho doti canore o attitudini artistiche per giudicare o criticare.
Ma da un po' di tempo mi frulla in testa questo omaggio.
Ed ora che piace anche ai miei figli non riesco a trattenermi.
A Davide sono affezionato. Lo seguo da una vita, quando tra giovani ci scambiavamo le copie dell'introvabile primo CD "Manicomi". Dall'esordio non l'ho più perso di vista... mi è pure capitato di organizzarne un concerto in Valtellina.
Lo adoro per lo stile, le sonorità, l'ironia, le storie che racconta.
Perché canta in dialetto. Questa lingua della gente semplice (si fa per dire): di mia nonna, dei miei genitori... e un po' anche la mia perché la capisco e la so parlare.
Il dialetto che nelle sue canzoni non è solo una lingua, è una specie di lasciapassare nell'anima di un mondo che pian piano sta svanendo... e con la lingua rischia di oscurare ricordi, passioni, emozioni, esistenze.
Davide ha questo dono: trasferisce nelle sue canzoni tutto questo. Lo fa con una capacità poetica originale, con uno sguardo ironico, con una passione che emoziona. Senza retoriche inutili o ammiccamenti artificiosi.
E' genuino... e chi ha memoria del mondo che racconta lo riconosce. E ci si specchia.
Davide ama condividere scenari di luoghi amati (Akuadulza; Breva e tivàn), divertire con ballate uniche e coinvolgenti (La Balera, Pulenta e galena fregia, Nona Lucia). Sa far divertire con caricature di vicende o personaggi che prendono vita tra musiche e parole mai scelte a caso (El Cimino, Il figlio del Guglielmo tell, Il Duello).
E poi emoziona con le esistenze e le storie del nostro mondo: il Lago di Como, le prealpi, e le alpi. Indimenticabili rimarranno Ninna nanna del contrabbandiere, Sciuur capitan, 40 pass, Pica.
Ma quanti ne sto tralasciando? Vorrei continuare.
Quando partecipò al festival di Sanremo con Yanez, dalle mie parti si scatenò un tifo impressionante.
Perché Davide un po' ci rappresentava. Nelle sue canzoni per certi versi diffonde anche la nostra terra, i suoi vissuti.
Perché con il dialetto fa rivivere un'appartenenza che non sa di arcaico, ma di nuovo. Il nuovo che nei cuori della gente non si spegnerà mai.
Ai suoi concerti (gli unici che frequento invero) ogni età è sempre ben rappresentata. Giovani e meno giovani. Ma soprattutto famiglie con bambini. E' sempre uno spettacolo nello spettacolo.
Mi vien voglia di chiedere scusa per questo omaggio un po' barbaro... ma mi è uscito così, istintivo, forse ingenuo.
Chiudo con la canzone con cui ci saluti spesso ai concerti (la Curiera!).
Ciao Davide al prossimo disco!
Ciao... non so nemmeno se è la prima volta che ti commento, comunque non è la prima volta che ti leggo, ed oggi ti ho pensato: se passi da me c'è un premio per te!
RispondiEliminaGrazie!!
EliminaMi è piaciuto molto il tuo omaggio... Mi ritrovo molto nelle tue parole. Anch'io ho "rimbambito"figli e marito con le canzoni di Davide:-):-):-) Sono riuscita a farli innamorare, nonostante siamo molto lontani dal vostro territorio... Abbiamo anche imparato a cantare nel vostro dialetto! Tutto ciò è fantastico! Davide è riuscito a superare confini e barriere! Ci piace :-):-):-) !!!! Rosella(Ascoli P.)
RispondiEliminaE' fantastico davvero!! Un abbraccio!
Eliminaciao Rosella! ti becco anche qui! ahahha siamo insaziabili nella ricerca di tutto ciò che "parla" di Davide Van De Sfroos!! :-)) ciao da Gabriella di Roma! e sempre forza DVDS!!
Eliminaanch'io ho sempre ascoltato Davide. da quello che racconti tu non devi abitare lontano dalla mia città d'origine ;)
RispondiEliminaMa dai... di dove sei?
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