Bea e Filippo

Bea e Filippo

mercoledì 25 settembre 2013

Papà… e rimanere marito

In questa riflessione “socio paternalistica” voglio ribadire ai quattro venti che il papà (che sarei io) e la mamma sono anzitutto marito e moglie.
La nascita  dei figli però, nel caso specifico desiderati, è riuscita a rimettere in gioco questa dimensione. Di certo non apposta.
La dimentico io, che mi considero spesso più papà, e la dimentica pure – lo confesso, meno di me -  la moglie che tende (anche perché spesso fisicamente più coinvolta) a sentirsi più mamma, molto mamma… tendente alla super mamma (nel caso nostro è una tendenza abbastanza embrionale, ma il concetto è funzionale al ragionamento).
E così i figli, a loro insaputa, diventano il centro di tutto: delle attenzioni, del tempo, degli affetti, dei programmi …
Al centro delle discussioni:  col tempo hanno come protagonisti i figli. “Non fare così… stai sbagliando … lo fai piangere …. Stai attento/a … non capisci che si deve fare così, … ecc.”.
Al centro della gestione tempo: “Non possiamo fare quella cosa lì perché poi viene tardi si stancano, …. Vacci tu”. “Bambini, veloci è tardi…”. “Che facciamo in qs we?” “Che vuoi fare: Bea è invitata dall’amica X, Filippo ha la festa di compleanno del compagno Y: facciamo gli autisti…”.
Al centro di pensieri, preoccupazioni, progetti a breve e medio termine, dei bisogni ecc. un centro in cui necessariamente gravita la gran parte delle decisioni che si prendono. Un centro volutamente condizionante.

Essere marito (e moglie) diventa una condizione vaporosa, quasi addizionale.
Giusto o sbagliato che sia a volte è così, … o spesso?

Mi limito a registrare questo fatto che ho vissuto (e sto vivendo) perché lo ritengo non banale.
Alla fine vengono un po’ trascurati quelli che sono i nostri bisogni di coppia…. Superati da quelli che si presentano per confermare la condizione di paternità o maternità.
Sono convinto che il rapporto originario (e originale) sarà sempre quello di coppia, non quello con i figli. Essere dei “bravi” genitori (uso le virgolette perché capire che significa quel bravi è un bel problema) si genera nella capacità di consolidare il proprio rapporto di coppia. Il papà deve cercare di essere anzitutto marito e la mamma moglie.
Sono un marito anzitutto. (azz… me lo devo assolutamente ricordare!). A dire il vero ci pensa più lei, mia moglie, a ricordarmelo spesso chiedendomi più  attenzioni, cazziandomi il giusto (sempre troppo… ma si accetta), mantenendo dinamico e quindi in crescita un rapporto che non si è fermato nei giorni della nascita di Bea e Filippo.
Sono certo che proprio loro beneficerebbero di questa dinamica.

I bisogni reciproci: questi sono importanti. I bambini impongono i loro, e portano con sé  una serie di doveri, indotti dal loro esserci e dal nostro (direi innato) desiderio di cura, protezione, amorevole paternità.
Ma i nostri bisogni restano. Perché limitarsi a sostituirli con quelli dei figli? Che ci guadagniamo? Metterli in disparte per poi riproporli? Non è che si finisce per dimenticarli? Quasi da allontanarsi inconsciamente dal partner?

In fondo siamo spesso contornati da …azzi vari, brutti e buoni che siano, e non sempre sono collegati ai figli. Il lavoro, il contorno amico-socio-parentale, il tirare avanti la baracca, stanchezze, scadenze, desideri frustrati, incavolature…. In questi rompicapi quotidiani i figli possono diventare un appiglio o un “peso”.

Mantenere la complicità. Parlarne. Non farsi travolgere….  
Rimanere marito, fino in fondo!

16 commenti:

  1. Rilfessioni condivisibili e importanti.
    A volte temo che i figli diventino una scusa per non alimentare il rapporto. Sarebbe tristissimo.
    Essere coppia ogni tanto, poi, giova anche ai figli, che ci vedono come persone più complete e a cui abbiamo il dovere di dare l'esempio anche come innamorati.

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  2. Vale per le coppie e vale per i single (che non possono annichilirsi sui figli neppure loro). È forse la fatica maggiore di diventare genitore.

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  3. sono in piena sintonia con le tue parole...
    occorre sempre trovare nuovi stimoli, senza adagiarsi mai...

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Sembra una banalità, ma e' il tempo che manca per essere moglie e marito!

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  6. davvero saggio il nostro superpapà, condivido la teoria e la zoppicatura nella pratica...sono stati anni difficili, forse ora con 3enne e 6enne possiamo tirare un po' il fiato e prenderci spazi...complicità per ora solo nella condivisa speranza...

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  7. Come diceva la mia saggia nonna: " Guarda che, prima o poi, i figli se ne andranno e rimarrete voi. Non trascuratevi." Con la fatica quotidiana sempre incombente, cerchiamo di seguire il consiglio.
    Impe

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  8. Condivido tutto. E adesso finalmente i momenti in cui torniamo coppia stanno aumentando e va meglio per tutti, figlio compreso.

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  9. Da scoprire...
    http://www.babbonline.blogspot.it/2013/09/un-nuovo-premio-per-babbonline.html

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