Bea e Filippo

Bea e Filippo

lunedì 27 gennaio 2014

Mai più

Sono passati vent'anni (era il '93). Un'eternità, ma lo ricordo benissimo. A Gerusalemme. Città che mi è rimasta dentro. Cultura, storia, conflitti e integrazioni. Religioni che si intrecciano. Città sacra e della contraddizione.
Immancabile la visita al Memoriale dello Yad Vasehem (Museo dell'Olocausto). Siamo all'ingresso e la guida ci invita ad osservare il bassorilievo che avvicina all'entrata. Sono due le scene che campeggiano: a sinistra a capo chino un gruppo di ebrei che camminano verso un campo di concentramento. Sulla destra, con volto fiero, gli eroi di Masada, che resistettero per mesi ai romani e pur di non farsi catturare, decisero di porre fine alla propria vita. Non la consegnarono.
Due immagini che ancor oggi sono un simbolo imprescindibile per la cultura ebraica e per la sua prospettiva rispetto al futuro: mai più col capo chino. mai più vite consegnate ad un destino di morte senza combattere! Piuttosto come gli eroi di Masada. E questo spiega molte cose, nel bene e nel male.

Da quel giorno, rientrato a casa cominciai a riempire la mia piccola biblioteca personale di libri sulla Shoah. Volevo capire. Non tanto la semplice cronaca dell'accaduto, che a scuola mi fecero studiare abbastanza diffusamente. Non riuscivo a capacitarmi che sei milioni di persone "si fossero lasciate" sterminare in quel modo. Quasi senza reazione. La mia rabbia, perché non è diventata anche la loro?
Lessi Wisel, Wisenthal, Levi, Anna Franc e tantissimi altri autori. E ho continuato ad approfondire il tema  e ogni anno con puntualità aggiungo alla mia bibliografia almeno un paio di altri libri. 
Con i film ho avuto molte più resistenze. A parte Shindler List, ho faticato addirittura a vedere "La vita è bella" o "Jona che visse nella balena" (questo è fantastico!) ... non so perché ma la rappresentazione di quel tipo male mi turba sempre.
Sono stato anche ad Aushwitz. Quella visita, nel silenzio, ha aumentato ancor di più i dubbi e le domande.

Come si può desiderare di annientare un popolo intero? Quale ragione umana può anche solo pensare un destino del genere? Come è possibile che si possa pianificare un genocidio di quelle dimensioni? E realizzarlo in quel modo?
In parte la risposta è racchiusa proprio in queste domande: l'incredulità.
Il "non è possibile" una cosa del genere: l'uomo non ne può essere capace. 
Questa incredulità ha illuso. Ha generato false speranze. Ha spinto all'attesa. Ha infine annientato milioni di persone, renedole inermi. Incapaci di qualsiasi reazione.
E fino alla fine l'incredulità, il dubbio, il "non è possibile", ha generato un alone di incertezza sulla famigerata "soluzione finale". Non degna di essere neppure immaginata: nessuno potrebbe arrivare a questo.

Ecco perché è essenziale celebrare ogni anno la Giornata della Memoria! Perché quel genocidio ci mostri  che nulla purtroppo è impossibile: che la malvagità dell'uomo esiste e può arrivare a limiti estremi.
La memoria. Questa memoria ci deve scuotere. Non per la pur sempre doverosa e umanissima pietà dei morti, ma per la volontà ferrea di non assecondare mai, nella nostra vita, qualsiasi barlume di malvagità.

Lo scorso anno a Berlino camminavo, sempre in silenzio, tra i blocchi di cemento disposti fuori del Museo della Shoah. Un desidero di fuga da quel freddo labirinto freddo e impersonale mi ha rapito in pochi istanti. La fuga da un destino che non mi ha toccato direttamente ma che mi ha segnato dentro, e che non dovrà toccare nessun uomo, mai più. 

Mai più!




4 commenti:

  1. Anche io me lo sono chiesta spesso. Perchè subire? Me lo chiedo ancora pensando a quei paesi in cui le donne, tutte le donne, subiscono in silenzio dietro i loro veli/burca o simili.
    Forse, di fronte a un orrore così grande, non si riesce neppure a reagire.
    diciamo mai più ma nel mondo ancora troppi muoiono senza un perchè, prede dell'altrui follia. E non fanno altrettanta notizia.
    Non bisogna dimenticare, mai.

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  2. Hai messo in fila una serie di idee su come si possa insegnare ai bimbi cosa sia stata la Shoah. Personalmente è la cosa che trovo più difficile da fare...

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  3. Ciao!
    E' sempre un argomento molto delicato, nel mio paese tutti i 27 Gennaio espongono i manifesti comunali con scritto : PER NON DIMENTICARE e tutte le volte il mio pensiero si rivolge a chi invece vuole dimenticare,e non ci riesce!

    Ho difficoltà anch'io a guardare i film che trattano questo argomento, avevo iniziato a guardare " il bambino col pigiama a righe " ma non sono riuscito ad andare oltre il primo tempo, in compenso "train de vie" l'ho trovato geniale.

    buona serata

    Roberto













    Ho un po di resistenza anch'io a guardare certi film,

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  4. Me lo sono chiesta anche io... perchè la nostra rabbia non è diventata anche la loro? Hai trovato le parole giuste.

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