Bea e Filippo

Bea e Filippo

giovedì 6 febbraio 2014

Di arrabbiature e no ...

Condivido "a casa mia" due estratti di articoli pubblicati sul magazine On Line I Nuovi Papà.

Sono due temi a cui sono molto legato. Perché toccano la mia vita quotidiana e a volte smascherano difficoltà reali di coerenza  rispetto alle piccole scelte che sono costretto a fare.
Sono temi allo stesso tempo normali e complessi. Per il presente e di prospettiva. Uniscono e dividono. Pacificano e causano piccoli conflitti.
E mi fanno riflettere. Son fatto così, che ci posso fare?

Sto parlano di alcuni no detti ai miei figli per aiutarli, almeno questa è la mia intenzione, a crescere rispetto al loro grado di autonomia. 


Ebbene sì, ogni tanto i miei figli me lo chiedono. Forse che mi travesta di uomo crudele e indifferente ai loro bisogni? Forse che mi diverta, ogni tanto, nel vederli in difficoltà alle prese con qualche richiesta specifica, subdolamente imposta?
Non mi sembra, ma questo “perché” nasce da un dato di fatto: non è semplice abituarli all'autonomia.
E quando ci si prova i primi ad obiettare sono proprio loro. Sì quegli stessi bambini, e mi riferisco proprio ai miei figli,  che se da una parte, in altre circostanze (soprattutto precedenti), rivendicavano proprio il “poter fare da soli”, in altri frangenti chiedono aiuto. Un supporto che faciliti, richiesto o per pigrizia o per oggettiva difficoltà. O semplicemente come compagnia rassicurante.
Il problema, però, non è la domanda, apparentemente stonata: come, un papà che non aiuta i propri figli? Ma la risposta: come comportarsi? E’ giusto, opportuno, utile offrire sempre il proprio aiuto o, in certi casi, è più educativo lasciare che se la sbroglino da soli?
La casistica è davvero varia, non solo quella legata agli episodi con protagonisti i bambini, ma soprattutto quella che ha messo in gioco le mie certezze o i miei sentimenti di papà.
Per un certo periodo (che non si è del tutto concluso), e in relazione a determinate situazioni, molto forte è stata in me la tentazione di “fare cambio”. Il desiderio di sostituirmi a loro.

Sto parlando delle mie arrabbiature... quelle che che fan parte di una relazione (la mia di certo) con i propri figli. Quelle che se esistono avranno un perché ... non sempre corretto, però.


“E me lo chiedete pure? Vi lascio un minuto da soli e vi mettete la mani addosso. Vi chiedo di rimettere a posto i pennarelli e vi trovo a lanciarvi cuscini. Vi invito gentilmente ad andare a lavarvi i denti e vi viene in mente di svuotare la cesta dei pupazzi! 
Come faccio a non arrabbiarmi? E sempre poi a scaricare le eventuali colpe sull’altro: è stata la Bea! No, è colpa di Filippo. Mi ha colpito per primo, no, ha iniziato lei! Sapete simulare meglio dei calciatori! A me non piace proprio arrabbiarmi. Se alzo la voce, se mi esce la faccia da cattivo, se parto col pippotto che vi ricorda quello che dovevate fare e non avete fatto, il perché e il per come ci si deve comportare in un altro modo … arrivare a questo punto mi irrita. Mi da fastidio. 
Perché mi arrabbio? 
Non tanto perché vi vorrei perfetti, ma ogni tanto sembrate voler fare il contrario di quanto richiesto. E ci resto male, mi sembra sempre di contribuire a creare un clima di tensione che non sopporto. Dovete ammettere che non arrabbiarsi mai è impossibile. Come si fa? Ditemi voi! Ma anche voi vi arrabbiate: se vi dico qualche no, a volte sembra cascare il mondo. 
Ma torniamo alla vostra domanda: insomma, dovrei continuamente far finta che non sia mai successo nulla, che il disubbidire sia sempre accettabile o comunque un comportamento naturale e accolto senza problemi. Ubbidire, non esageriamo, che poi mica vi do’  ordini da caserma. 
Vi chiedo (anzi, io e la mamma vi chiediamo) il minimo sindacale. Più che ordini sia chiamano memo di comportamenti alla base della convivenza civile: non picchiatevi, sistemate, lavatevi, vestitevi, non allagate il bagno, provate ad allacciarvi la scarpe da soli, mangiate sui piatti per non sbriciolare da tutte le parti, non buttate i vestiti a terra, ecc. Siamo ben al di sotto anche dei 10 comandamenti. 
Suvvia, avete pure di che lamentarvi? Perché mi arrabbio? Perché nonostante tutto spesso fingete di non sentire. Vi sembra del tutto naturale fingere di non aver capito. Non sempre, lo so, ma spesso ci cascate. Perché in certi casi è davvero complicato farne a meno. Alzo la voce: mi impongo e vedo che capite che dovete cambiare registro. Lo capite perché non siete stupidi... e lo fate. E’ chiaro?”
“Papà, però tante volte non ti arrabbi e noi poi ti ubbidiamo lo stesso? E allora perché ti arrabbi?”
... continua Qui

4 commenti:

  1. 2 temi molto importanti che valgono anche per noi mamme! 2 grandi spunti di riflessione...

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  2. Molto interessanti! Non riesco a leggere il seguito del secondo, però, e ormai mi hai incuriosito...e' un problema solo mio?

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    1. Strano il link pare funzionare... al limite vai direttamente sul sito: i nuovi papà! ciao!

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