Bea e Filippo

Bea e Filippo

giovedì 22 maggio 2014

Addomesticare?

"Papà, allora tu ci hai addomesticati?" 
Quasi in coro e a bruciapelo Bea e Filippo mi pongono la domanda. Sono diretti. Poso il libro. Il Piccolo Principe, ci siete arrivati, vero? Avevo appena terminato di leggere l'episodio della volpe, quello celeberrimo, ma che ormai avevo dimenticato.
"L'essenziale è invisibile agli occhi... addomesticare vuol dire creare legami ...tu diventi sempre responsabile di quello che hai addomesticato"... probabilmente l'ultima volta che ho ripreso queste parole sarà stato più di 20 anni fa. 
Ma torniamo alla cronaca: "In un certo senso è proprio così. Da quando siete nati io e la mamma abbiamo creato un legame speciale con voi. Unico. In giro ci sono tantissimi bambini, ma voi due siete unici per me e la mamma! ma è la stessa cosa anche tra di voi... se ci pensate bene...".

E' un poco più tardi del solito e sono stanchi. I loro occhi ormai a fatica a vincere il richiamo al sonno. Scorgo, però, una certa serenità nel loro addormentarsi con questo pensiero. Come se, ancora una volta, la lettura serale trasmettesse un surplus di serenità. Non lo so.
E pure a me questo tipo di pensiero ronza nella mia testa e mi richiama, ancora una volta, alla necessità e alla bellezza del leggere bene. Testi di valore.
Più volte nel mio blog ho parlato di quanto ritenga la lettura una vera miniera d'oro. La possibilità di lasciarsi quasi "riempire" di pensieri, immagini, situazioni, considerazioni... e più passa il tempo più mi accorgo che questo approccio è fondamentale anche per i miei figli.
Non credo alla lettura come necessità moralistica, con una valenza puramente etica. Credo al valore delle storie, che quando sono raccontate bene dicono sempre di più di quanto l'autore volesse comunicare.

In questo mesi ai nostri bambini, prima della nanna, io e mia moglie (ci alterniamo rigorosamente per esplicita richiesta di Bea e Filippo), abbiamo letto due libri di Sepùlveda: "Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza" e "Storia del gatto e del topo che diventò suo amico". Ed ora stiamo terminando il Piccolo Principe.
Le sere in cui tocca a mia moglie, mi vado poi a rileggere quanto mi sono perso. Non riesco a rimanere con i pezzi mancanti.

Questi tre libri - che consiglio vivamente a tutti... soprattutto come letture per chi ha figli - a mio avviso hanno questo potere: quello di pacificare. Di esprimere concetti quasi scontati con uno stile avvolgente. Delicato ma mai noioso o pesante. E di far pensare anche i bambini. Pratica quantomai in disuso. Purtroppo... e non solo nei bambini.

Ad esempio, nella "Storia del gatto e il topo che diventò suo amico", Sepùlveda aggiunge all'intreccio narrativo come sintesi delle piccole azioni descritte, una frase sull'amicizia: "i veri amici condividono sogni e speranze ... i veri amici si prendono cura l'uno dell'altro ... un amico capisce i limiti dell'altro e lo aiuta... ecc." Il filo conduttore è l'amicizia. Mai banalizzata. Sempre ricondotta a contorni di concretezza e verità.

Non mi importa quante di quelle frasi siano diventate patrimonio di bea e Filippo: mi importa sapere che le abbiano ascoltate. Che si siano interessati a quella vicenda semplice e bellissima, quella di Mix, Max e Mex... e in questi personaggi abbiano avuto la possibilità di scoprire un modo di intendere l'amicizia. 

"Addomesticare" forse è un po' anche questo. "Riempire i legami" con i propri figli non solo di momenti di vita in cui si condivide naturalmente un po' tutto, ma cercare di renderli partecipi di pensieri importanti. 
Di storie che mi superano, perché non sarei stato in gradi di inventarle. Così che abbiano la possibilità di attivare un loro modo di riflettere. 

Che sappiano scoprire da soli l'essenziale... quello invisibile agli occhi.



3 commenti:

  1. Abbiamo letto tutti questi libri e ci sono piaciuti tanto! Poi il Piccolo Principe è certamente tra le mie letture preferite da sempre e ogni volta ci trovo una riflessione in più ... forse nel mio caso è più mio figlio che "addomestica" me ma va bene lo stesso :)!

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  3. Complimenti! Il Piccolo Principe l'ho sempre creduto un ottimo libro ma per bambini un po' piu' grandicelli! I tuoi figli lo hanno compreso bene? In genere lo consigliano dagli 8 anni... ma i tuoi, soprattutto Filippo, sono ben piu' piccoli. Io non vedo l'ora di leggerlo a mia figlia anche se temo di dover aspettare ancora qualche annetto. Ha solo 5 anni e mezzo, all'ultimo anno di scuola materna e a settembre iniziera' la scuola primaria. Mi pare prestino sia per il linguaggio che per gli argomenti trattati, non sempre di facile comprensione a quell'eta'. Se i tuoi lo stanno capendo bene complimenti, vuol dire che hanno una marcia in piu' ;-)
    Bravo superpapa'!
    Ciao, Emanuela

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