... sempre in mezzo! |
Papà e mamma sono sempre allineati? Mi piacerebbe indire un sondaggio per capire le dinamiche altrui... per ora mi soffermo su quelle di casa mia.... mi bastano. Non guardo ai massimi sistemi, al lungo termine. Mi concentro sul banalissimo quotidiano.
Il tasso di disaccordo su opinioni, atteggiamenti, opportunità o modalità delle reprimende rispetto ai figli mantiene sempre una discreta e costante presenza. A volte va un po' su, altre volte scende... ma i figli hanno questa grande dote: sanno mantenerla viva, anzi vivissima.
Un fatto è certo: "stasera che non c'eri tu, sono stati bravissimi...". Manco a dirlo e questo indipendentemente che il solitario a casa fosse la mamma o il papà.
Ne avevo già parlato in uno dei primi post del blog, precisamente in questo ( chi ha ragione?), ma non posso esimermi dall'affondare il colpo rispetto ad un tema troppo quotidiano. Troppo normale. Troppo scontato. Per questo, dal mio punto di vista, giustamente interessante.
Il tempo passa, i figli crescono. Cominciano ad esprimere valutazioni, piccoli giudizi, preferenze. I no e i sì non sono frutto di fasi di crescita (il classico periodo del no) ma cominciano ad assumere contorni di scelta o di protesta. L'orizzonte educativo s'allarga e con lui le prese di posisizone, gli atteggiamenti, le linee di comportamento da salvaguardare o da reprimere... i piccoli mica scherzano: la testa la sanno usare, e le parole pure: ribattono, contestano, usano il perchè a ragion veduta... altro livello!
Ma io e mia moglie non siamo solo spettatori, siamo co-protagonisti di un percorso che si fa via via più interessante (per certi versi), ma anche più impegnativo.
Il problema è che, senza un copione predefinito e totalmente concordato, la possibilità di interpretazioni diverse si amplifica. "Lascialo - uso il maschile per comodità espressiva, ma vale anche per la bambina - perdere, non dovevi reagire così, perchè ti arrabbi tanto, che senso ha quel castigo, ma ascoltalo, non farlo piangere, lasciali tranquilli che se la sbrigano da soli, guarda che in questo caso lui/lei non c'entra, ma che si vestano come vogliono (questa la dico io... poco incline alle implicazioni estetiche di abbinamenti improponibili), stavolta hai sbagliato, guarda che disordine è colpa tua, no tua, non esagerare con i rimproveri, dovevi fare così, ecc."... e si potrebbe continuare.
I figli in mezzo, e ai lati un papà e una mamma che spesso si sovrappongono in un sottile gioco delle parti che ruota attorno all'appoccio migliore, in quel momento. Approccio che il protagonista di turno ha certamente calibrato male, nei contenuti o nei toni. Il troppo o il troppo poco, l'opportuno o l'inopportuno, campeggiano sempre come variante non considerata. Il meglio è sulla bocca di chi osserva... quasi sempre.
I figli in mezzo danno filo da torcere. Non sempre è un male, perchè le divergenze poi si trasformano in confronto, dialogo, strategie future. Scambi di vedute a volte accesi, ma sempre utili per aiutarsi a comprenderli meglio e a comprendersi negli approcci quotidiani.
Ma i figli sono in mezzo e di lì non si spostano. Anzi riempiono spazi e tempi con il loro carico di vitalità a 360° che tenderà sempre di più a far emergere le nostre piccole o grandi divergenze.
E' il bello della diretta... senza copione!
Ma i figli sono in mezzo e di lì non si spostano. Anzi riempiono spazi e tempi con il loro carico di vitalità a 360° che tenderà sempre di più a far emergere le nostre piccole o grandi divergenze.
E' il bello della diretta... senza copione!