Bea e Filippo

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martedì 7 ottobre 2014

Tutto concorre

Forse pure quest'anno ce  la facciamo. A ripartire intendo (si fa per dire, perché alla fine è un po' tutto consecutivo).
C'è voluto di fatto un mese per definire un calendario settimanale almeno prossimo al definitivo. Non è semplice coordinare le attività obbligatorie (Scuola, asilo e nuoto - da noi il nuoto rientra in questa categoria -  e dopo le impressionanti figure imbarazzanti che faccio in acqua i bambini stesso lo hanno accettato come tale) con quelle ludico facoltative.
Quest'ultime si potrebbero non fare, ma alla fine tra desideri, compagnie, istinto al movimento qualcosa, omologazione sociale (metteteci quel che volete) si deve per forza aggiungere.
Ma finalmente abbiamo partorito: Bea si riconferma apprendista ginnasta, Filippo fa il salto di qualità: mini basket. 
Un vero planning non c'è ancora oltre alla nonna  abbiamo una baby sitter precaria, ma sono fiducioso.
In più si sono accavallate altre cosette non meno importanti: la moglie che mi cambia lavoro e che quindi è impegnata nei saluti con gli "ex colleghi". O il mio lavoro che ha avuto un concentrato di attività che mi ha assorbito più del lecito... 

Di più. Sabato scorso io e mia moglie abbiamo pure pulito il balcone e il box generando incredulità - rispetto a questa azione potenzialmente pericolosa - soprattutto in noi stessi. Al pari della soddisfazione che ho avuto nel presentarmi per la prima volta in discarica per eliminare tutta una serie di reperti archeologici.
E poi domenica c'è pure il compleanno di Filippo. C'è da organizzare la castagnata.... fino ad arrivare al viaggio a Parigi già blindato per il ponte del 2 giungo (... certo che prendere i biglietti aerei - seppure in super sconto - otto mesi, prima significa proprio vivere per il futuro).

Non ci si annoia. Non è che non ci sia tempo per farlo, ma sto benedetto tempo viene preventivamente riempito. E' così, nel bene e nel male.
Basterebbe la quotidiana cronaca spiccia a riempire pagine e pagine di blog, ma spesso la catalogo come non "interessante" e quindi non utile alla causa. 

Eppure è questa cronaca a segnare lo stato di salute del proprio vivere. Almeno del mio.
Sì perché il confine tra il ritenere l'insieme di tutte queste incombenze, soprattutto quelle legate ai bambini, un solenne rottura di palle o un transitoria opportunità per condividere una tratto di vita con loro, questo confine - dicevo - è proprio sottile.

Facciamo due conti: Bea ha 7 anni, Filippo 5. Se va bene ho circa 10 anni per stare con loro in maniera intensiva. Poi, se sono come mamma e papà, chi li vedrà più?
Quindi, al netto delle sparate di Filippo sul mio futuro (proprio ieri sera diceva: "Papà mi sa che quando mi sposo io tu sarai morto...". "Filippo dai, mi piacerebbe fare almeno per un po' il nonno". "Dai papà, mi sa che lo fai con i figli delle Bea..."), voglio puntare sulla possibilità di trasformare le potenziali "rotture di palle" in opportunità.

In fondo non è impossibile. Neppure così faticoso. Basta non subire tutto come un peso.  
I compiti, le riunioni scolastiche o dell'asilo, i vari appuntamenti sportivi o similari. Le feste con gli amichetti, le gite, gli svaghi di vario genere. I capricci, le arrabbiature, i sorrisi o i pianti. Il cibo, i vestiti, la tecnologia a piccoli bocconi. Le domande, i dubbi, le soddisfazioni. I tempi pieni e quelli vuoti. 

Tutto concorre. A che cosa lo decidiamo noi! Lo decido io.








sabato 10 novembre 2012

Ancora pioggia! Ma c'è di peggio.

Pioggia, ancora pioggia.
Incessante. Tanta.
Pioggia, ancora tu.
Ma quanto rompi.
E' il terzo we di fila... cheppalle.
Alla fine ci si arrangia. Amici, attività, un'insieme di piccole cose da interno. Riscoperte alla bisogna.
Il fare la spesa prolungata come attività ludico creativa... altrimenti non passa più.
Pioggia: hai rotto.
La casa che dopo due giorni di sollecitazioni bambinesche diventa impresentabile.
Sempre a rimettere in ordine.
I bimbi mica li puoi legare o relegare.
E relegati in casa i mie soffrono. Forse li ho abituati bene: ma senza poter uscire soffrono.
Accrescono la loro "noiosità", e sanno metterci alla prova. E che prova!
E' pure troppo presto per mettere mano all'albero di Natale o per lavoretti a tema.
Poteva essere una bella idea perchè sono prerogativa della mamma... ma ha rinviato.
Pioggia. Fai uno strano effetto anche su mia moglie.
Anche peggiore di quanto combini con i bambini.
Ne accentui i momenti di pigrizia, ma ne risvegli pericolosissime idee.
"Viglio ribaltare la disposizione del salotto"... Nooooo, perchè? Che ti ha fatto di male?
"Proprio oggi? Ma non è il caso che tu vada a fare un po' di sport, che ne so in piscina a nuotare?"
"No, il salotto così non mi piace! Cambiamo!".
"Ma è un casino... e la TV dove la piazziamo? i cavi non arrivano...". Provo a cercare evidenti ostacoli, ma non c'è nulla da fare. Nulla.
"Vedrai che si sistema tutto! Daiiii!".
Mi tocca.
Vabbè, al ciel non si comanda e neppure alla moglie (e chi riesce a farlo alzi la mano o mi lanci la prima pietra) e si prende quel che viene.
Lo si prende cercando di lasciar fuori casa l'umido, la nebbia, il bagnato molesto e di dissimulare desideri di novità e convergenze estetiche, e voglia, tanta voglia di fare...
Pioggia e moglie: sfogatevi e poi lasciateci in pace per un po'!


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