Bea e Filippo

Bea e Filippo

martedì 20 marzo 2012

Bimbi al parco: le insidie della natura

Nella nostra policy familiare, al capitolo “Utilizzo  del tempo libero” in compagnia dei figli,   è vivamente consigliato  dare molto spazio al gioco. Visto che sono “montanaro” per me è quasi un obbligo farlo all’aperto e appena il clima è “praticabile” si esce, insomma si gioca in casa solo se non se ne può fare a meno (maltempo, malattie, alla sera ecc.). Per fortuna dove abitiamo  ci sono parecchi parchetti che aiutano a trovare anche soluzioni mirate. Se va tutto liscio i bambini non fanno altro che passare da un gioco all’altro e più crescono più riescono a farlo in autonomia e quindi il parco può essere anche un piacevole momento di relax pure per me. Ma non è tutto oro quello che luccica e i parchetti possono nascondere insidie poco piacevoli, e a volte assolutamente  non declinabili con concetto di relax.
 Oggi mi soffermerò sulle insidie di carattere animal-naturale, più avanti mi occuperò di quelle umane .
 La cacca dei cani! Finché te la trovi sul marciapiede,  se la calpesti alla fine la colpa è un po’ tua, ma quando  è ben nascosta vicino al cespuglio appena a ridosso dell’altalena, o proprio in fondo all’arrivo dello scivolo, o di fianco alla panchinetta dove accosti il passeggino, come fare a evitarla? Non è mica possibile tutte le volte bonificare l’area come si fa in “CSI sulla scena del crimine!” E poi: dove esiste lo spray che colora il terreno, ad esempio di rosso fuoco, quando viene a contatto con la cacca di cane (una specie di luminol da parco)? Non mi resta che rassegnarmi a portare sempre le scarpette di ricambio e pulire immediatamente quelle sporche, perché se non lo si fa subito è un dramma! Nel contempo mi  auguro che i padroni dei cani vengano a compassione e spinti da un anelito di civiltà siano più solerti a pulire il terreno dalle deiezioni del loro migliore amichetto.
Le zanzare: da maggio ad ottobre questo è realmente il MIO nemico numero uno! Per una persona come il sottoscritto che non sapeva neppure che cosa fossero le zanzare (beata montagna!) l’incontro con questo insettaccio è stato ed è tutt’ora una specie di  pestilenza. Nei periodi a rischio (ahimè ogni anno sempre più lunghi)  prima di andare al parco è necessario munirsi di spray antizanzara e (quello che vale per tutte le razze) e crema lenitiva (qualche puntura ci scappa sempre). Fin qui nulla di impossibile. Il problema sono io: la zanzara scatena in me il desiderio di “guerra globale”. Il parchetto è il mio piccolo campo di battaglia, così mi ritrovo ad osservare in continuazione i miei figli con attenzione, non tanto per seguirli nel gioco ma per vedere se qualche zanzara, superata la barriera repellente dello spray, stia tentando di pungerli. Quando la vedo: slam! Schiaffo omicida e con orgoglio mostro al figlio/a, (a volte piangente per eccesso di irruenza del colpo, ma credo conveniate con me che si possa considerare un giustificato effetto collaterale),  il trofeo: la zanzara stecchita! Potrei sembrare eccessivo, ma la zanzara non perdona, va combattuta con tenacia e  senza esclusione di colpi.
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L’acqua: questo fondamentale e apparentemente innocuo elemento della natura, in un parchetto è un pericolosissimo avversario. Innanzitutto attorno alla fontanella si crea sempre la super pozzanghera (ma progettare tombini o scoli decenti è troppo complicato?), per cui quando ingenuamente concedi ai tuoi figli di andare a dissetarsi è già troppo tardi: scarpe, calze e pantaloni bagnati. Se va bene, spesso la fontanella è piantata in mezzo al prato e così alla semplice acqua si aggiunge il fango!  Se non c’è la pozzanghera killer, c’è il gruppetto di ragazzetti che fingendo di bere si divertono ad annaffiare tutti coloro che si avvicinano.  Insomma perennemente vestiti bagnati! Proposta: se un parco è piccolino le fontanelle non sarebbe più salutare disporle all’ingresso?
Morale: un montanaro come me nel tempo sta riscoprendo il valore del giocare in casa.

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