Bea e Filippo

Bea e Filippo

martedì 27 marzo 2012

I cartoni animati: diavolo o acqua santa?

I nostri figli amano guardare i cartoni animati. A parte una recente passione di Beatrice  per quello sport dove “si ammucchiano” (per caso mi ha visto guardare un po’ di rugby ed è stata folgorata), per loro la tv è il Cartone e i cartoni sono il top! Quando hanno il loro momento divano-tv spariscono, si eclissano, catatonicamente sono affascinati da quanto guardano: in effetti è una sorta di anestetico o di sedativo mediatico-naturale. Non credo proprio di scoprire l’acqua calda, alla fine i miei figli di fronte al cartone sono come me davanti alla partita dell’Inter o  come mia moglie davanti a “Grey's Anatomy” (quando non s’addormenta): se una cosa piace rapisce l’attenzione!
Il binomio bambini- tv, prese le debite precauzioni rispetto ai contenuti e ai tempi globali di esposizione (in casa nostra 1 h. max giorni feriali, 2 h. max festivi e pre-festivi,  se è brutto tempo può scattare il bonus di mezz'ora)  per certi versi può diventare anche uno strumento utile. Anzi, se utilizzato con un minimo di astuzia, strategia e senza abusarne perché perderebbe efficacia, può essere anche una piccola  risorsa o ancora di salvataggio. Facciamo qualche esempio.
Il cartone baby sitter: a volte capita che di aver  voglia di chiacchierare in santa pace con amici che sono venuti a trovarvi, ma proprio in quelle occasioni i vostri figli sono in stato di grazia: corrono per la casa, litigano, desiderano farsi notare in qualche modo: in poche parole rompono le scatole. Se non è ancora ora della nanna ecco il propostone: “Bambini volete per caso vedere un momentino i cartoni?”… pace ritrovata e  la conversazione può iniziare. Unica controindicazione: se avete tutto in salotto (tv e spazio accoglienza amici) vi ritroverete a parlare a bassa voce, infastiditi dai continui “non si sente” dei bambini!
Il cartone antistress: non vi è mai capitato di passare un pomeriggio intero con i figli, di aver organizzato mille cose, di aver cercato di  riempire ogni momento, cercando di andare oltre ai loro capricci e alle loro  insofferenze,  fino al punto da non poterne più,  al limite di una crisi di nervi? In questo caso vedete la TV come l’oasi nel deserto e prendere in mano il telecomando è una attimo: vuol dire pace per un po’! Evviva i cartoni!
Il cartone pacificatore:  al caso precedente assomiglia la situazione “della giornata dei conflitti”. Ci sono dei momenti in cui fratellini proprio non riescono ad ingranare. Vere e proprie giornate no! Magari uno dei due è stanco o semi ammalato e quindi molto meno incline al compromesso, forse è solo questione di luna storta,  fatto sta che passano il tempo a litigare, a strapparsi i giochi dalle mani, a usare i giochi stessi come armi improprie e così via. Non sempre in queste occasioni si riesce a riprendere la situazione in mano con rapidità e allora  tra strilli e accuse reciproche per stemperare il clima e riportare un po’ di tranquillità ci affidiamo eccezionalmente alla camomilla tecnologica: largo ad un po’ di cartoni animati.
Sono pentito (ma non tantissimo…) solo di una cosa che ho fatto una volta  “sfruttando” i cartoni animati: una sera pur di riuscire a far mangiare ai miei figli il passato di verdura ho deciso di metterli davanti al loro cartone preferito e li ho imboccati… me lo hanno mangiato tutto! Brutta cosa, direte, altamente diseducativa: lo so, ho detto che sono pentito, ma guardando il piatto vuoto ho sussurrato tra me:”Grande  Jake e i pirati dell’isola che non c’è!”

Non sto esaltando improbabili poteri taumaturgici dell'opzione cartoni animati, semplicemente non riesco a demonizzare in tutto e per tutto la TV, e quindi neppure i cartoni animati. Che sia necessario porre dei limiti temporali ed essere molto vigili sui contenuti non c’è dubbio, ma dare anche il giusto merito a interessanti prodotti di creatività e di intelligenza, non mi sembra sbagliato. E poi guai a chi mi tocca Goldrake, Heidi e Anna dai capelli rossi!

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