Bea e Filippo

Bea e Filippo

lunedì 26 marzo 2012

Tempi e modi per insegnare le prime cose importanti

Quando si cerca di trasmettere ai propri figli alcuni valori importanti, bisogna saper  fare i conti con tre possibilità: che non siano ancora del tutto pronti per comprendere fino in fondo quello che si cerca di insegnare, che li prendano talmente sul serio da assumerli come regole assolute senza senso critico nell'applicarle o che, in maniera totalmente naturale, se ne freghino altamente.
Una mia  amica ieri mi ha raccontato un episodio che su questo tema calza proprio a pennello.
Negli ultimi mesi lei e suo marito (soprattutto il marito) si sono messi d'impegno nel cercare di spiegare alla figlia di sette anni il valore e l'importanza del denaro. Con molta buona volontà le hanno spiegato che i soldi sono importanti, non vanno sciupati in cose inutili e superflue, che per guadagnarli il papà e la mamma lavorano con molto impegno e che quindi servono per le cose importanti, ecc. La bimba, molto ricettiva (pare fin troppo), ha quindi cominciato prendere sul serio il tema: ogni volta che la madre arrivava a casa con un acquisto chiedeva con aria inquisitrice quanto avesse speso, nel far la spesa iniziava a  vigilare sulla gestione delle finanze suggerendo spesso di rinunciare a ciò che lei ritenesse non necessario, addirittura ha detto alla madre che preferiva rinucuare a certe abitudini per risparmiare: insomma una specie di governo Monti, determinata a far applicare finanziarie durissime. Lei e suo marito hanno iniziato ad insospettirsi: "stiamo generando un bimba dal braccino corto"? Al padre, comunque, la prospettiva cominciava a piacergli e stava già  calcolando l'effetto risparmio negl'anni grazie a questa predisposizione della figlia, sono cifre importanti. La madre, invece, si poneva degli interrogativi più esistenziali cominciando a sospettare che la figlia avesse preso troppo alla lettera i loro insegnamenti e  si stava preoccupando della piega che un irrigidimento del genere potesse prendere.
Sospetti confermati qualche giorno successivo quando, tornando a casa dopo la piscina con la figlia e la sua migliore amichetta, propone ad entrambe una pizzetta in compagnia. La figlia subito le dice: "Mamma la pizzetta non è necessaria, ma se proprio la vuoi comperare ne devi prendere solo una!". La made rimane interdetta e per riuscire ad acquistare le due pizzette deve insistere non poco.
A questo punto non ci sono dubbi: per la bambina parlare di valore del denaro è stato un po' prematuro.
Riflettendo insieme di questa esperienza abbiamo convenuto sia su questa evidenza, ma anche del fatto che spesso è difficile non solo azzeccare i tempi e i modi giusti per trasmettere ai propri figli certi insegnamenti, ma che è ugualmente complicato prevedere le reazioni o il livello di comprensione che essi posseggono in quel momento. Si corre il rischio di sopravvalutare o sottovalutare.
E alla fine ci si è domandato:"Adesso che si fa?". "E' una femmina -  mi sono permesso di dire -  vedrete che guarisce presto!"

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