Bea e Filippo

Bea e Filippo

sabato 24 marzo 2012

Porgere l'altra guancia?

Niente drammi, niente moralismi. Nessun eccessivo allarmismo o ansie improprie, ma uno dei miei "dilemmi educativi" di questo periodo è questo: quando uno dei miei figli (o tutte e due come succede ultimamente) torna dall'asilo con graffi o lamentando dispetti più o meno importanti, come mi devo comportare? Mi butto nei corsi di autodifesa? Mi studio il manuale d'assalto dei Marines e rendo i miei bambini capaci non solo di difendersi ma anche di contrattaccare? Mi ergo a  paladino delle buone maniere e istituisco il comitato della non violenza all'asilo? Oppure mi affido alla massima evangelica del "porgi l'altra guancia", ... sperando magari che arrivi in seguito la giusta "punizione divina" a mettere tutto a posto?
Che dilemma! Da una parte mi sembra ingiusto far finta di nulla perchè comunque i bambini soffrono certe situazioni anche se fortunatamente non sanno ancora portare rancore, dall'altra non vorrei enfatizzare episodi che a volte sono anche abbastanza naturali, anche perchè i miei figli non sono  propriamente degli angioletti. Inoltre mi raccontava una mia amica, che sua figlia (5 anni) quando subisce queste cattiverie tende a chiudersi e a nasconderle. Anche Beatrice a volte fa così. Che disagio vivranno?
Rispetto a queste questioni io e mia moglie siamo ancora in fase esplorativa e ci stiamo limitando (per ora) a suggerire ai nostri figli di cambiare, se è il caso, compagni di gioco o semplicemente di dire ai compagni un po' più maneschi di non fare certe cose perchè sono brutte. Non sappiamo se questo per ora sia l'approccio giusto e più appropriato: lo scopriremo dai frutti che porterà. Ciò che, però,  a me stupisce è che nei bambini oggi è evidente questa tendenza all'aggressività. Visto che non esistono genitori (mi rifiuto di pensarlo) che insegnano ad essere cattivi,  mi chiedo da che cosa scaturisca tale tendenza. Magari è l'insieme di nostri comportamenti: la fretta, gli scatti di impazienza, l'intolleranza a certe loro esigenze, la nostra indisponibilità all'ascolto in certi frangenti, a incider negativamente in loro. Forse  la combinazione di tutte queste cose implicitamente tocca la sensibilità dei nostri bambini. Probabilmente il bambino recepisce, senza che noi ce ne accorgiamo,  qualcosa che lo spinge ad essere aggressivo e a, in qualche modo, indirizzare questo atteggiamento verso i propri compagni o amici.
Faccio ancora fatica a saper dare un nome o un significato a certi comportamenti anche dei miei figli, ma credo già un passo importante sia quello di non rimanerne indifferenti.

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