Bea e Filippo

Bea e Filippo

lunedì 11 giugno 2012

Papà ai fornelli! ... per sopravvivere...

Mio padre mi aveva indicato la strada: ai fonelli ci sta la mamma. Al massimo sapeva farsi un caffè, per il resto non ci ha mai provato. Ed io non ci ho mai pensato: cucinare? Ecchicipensa? C'è la mamma, la nonna, la sorella... al limite la pizzeria, la trattoria da "Nando", poche lire e pancia piena. Vecchi tempi.
Poi mi sono sposato e ho capito in poco tempo che il passato non sarebbe ritornato. Cucinare, imparare a farlo almeno, è diventata una necessità. Una questione di sopravvivenza. Mia moglie non ama i fornelli, li eliminerebbe dalla casa. Vivrebbe di piatti da microonde o da asporto. Di cinese o giapponese: tutto estremamente semplice e allo stesso tempo potenzialmente dannoso. La mia duodenite cronica e il reflusso da ernia iatale sarebbero andate a nozze.
Io meno. Probabilmente sarei andato da qualche altra parte. Mi sono dovuto, allora, rimboccare le maniche. Piatti semplici all'inizio. Poca fantasia, tutto molto elementare ma almeno potenzialmente sano e tracciabile: frutto delle mie mani.
 Paste a go go, insalate, tanta carne, cucinata andando sul sicuro. Pian piano ho preso possesso del frigo, dei fornelli, delle pentole... non ho trovato resistenze particolari. In pochi mesi la cucina intera è diventata mia. Tanto che nella nuova casa è l'unico locale che mia moglie mi ha concesso di arredare... (a parte il colore, lei sosteine che non ho gusto).
Poi sono arrivati i bimbi. In poco tempo sono diventato il re della pappe: crema di riso, mais e tapioca, brodini e frullati. Qui poca fantasia, ma tanta attenzione: era per i piccoli. Intanto cominciavo a migliorare anche sulla cucina tradizionale: i sughi diventano più elaborati. Scopro che il risotto è semplice e si  personalizza che è un piacere. Addirittura imparo a cucinare il pesce. Per me, montanaro doc, è la conquista più bella. Pian piano riduco l'uso del burro, comincio ad apprezzare l'olio, quello vero: l'extravergine. Pure l'aglio. Per non parlare di capperi, olive e acciughe.

Cominciano a nascere piatti un po' più elaborati. Ricordo la sera in cui organizzai per alcuni colleghi di mia moglie una cena tutta a base di funghi porcini (dalle tagliatelle, alla tagliata con trifolato, ai funghi alla piastra...). Un super successo. E le tante volte di piatti sperimentati per amici, con esiti quasi sempre discreti. Invecchiando, poi, miglioro.
Oggi mia moglie in cucina non entra praticamente mai se non per mangiare.
Le concedo, sempre più raramente per la verità,  qualche, scorribanda  (http://ilmiosuperpapa.blogspot.it/2012/03/moglie-ai-fornelli.html), ma ormai lì comando io. Pure la spesa è roba mia. Programmo una specie di menù settimanale. Provo combinazioni per i bimbi, perchè possano variare e mangiare un po' di tutto. In verità se non ho ospiti rimango sul basico, ma almeno cerco di cucinare con un minimo di qualità: mi diverte e mi piace gustarne i risultati. Ma soprattutto mi piace vedere Bea e Filippo mangiare. Sì se mangiano sono tranquillo. Sul cibo son fatto così. Stasera, ad esempio, vederli divorarsi una semplice pasta fredda con basilico, pomodorini e mozzarella e soprattutto la tartare condita con olio, sale e limone (il tutto preparato in 15 minuti) mi ha dato un'enorme soddisfazione.
Mi sento ancora molto artigiano, non domino nè ingredienti, nè ricette. Non ho la fantasia che contraddistingue gli chef. Ma so improvvisare e creare (e fare disastri..). n qualche modo so elaborare una cena o un pranzo senza difficoltà. Mi sento soddisfatto: sopravviviamo e la mia duodenite è sotto controllo. I bambini apprezzano, gli amici pure. La moglie non protesta più di tanto, e ormai s'è rassegnata: cinese o giapponese non lo cucinerò mai!

4 commenti:

  1. bravo! è la dimostrazione che non ci sono compiti maschili e femminili, e che non sono le donne "gli angeli del focolare" e gli uomini al massimo aiutano... ma tutti contribuiscono per ciò che gli piace fare e che gli riesce meglio (per quanto possibile, certe cose si devono fare e si fanno lo stesso). e in più, che tutto si può imparare, basta un po' d'impegno!

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  2. senti superpapi, ma non è che qualche volta verresti a cucinare da noi? No perchè mio marito è bravo...quando ci si mette....ed in 11 anni che ci conosciamo ha cucinato tre volte in tutto...quindi, quando vuoi, se vuoi porta anche Mary Poppins ed il maggiordomo, per loro c'è sempre spazio! ;-)

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  3. ... Beato lui! CMQ faccio prima e preferisco eventualmente invitarvi a cena! Se vengo mangio e basta! Non mi importa chi cucina.

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