Bea e Filippo

Bea e Filippo

lunedì 9 luglio 2012

Al prossimo anno... forse.

Sono passati. Due fine settimana senza bambini (sapete ormai che sono felicemente al mare con i nonni) sono trascorsi. Pufff, volati via. Magari torneranno la prossima estate. Chissà che cosa ci riserverà il futuro.
Mi viene spontaneo dire: "Finalmente", non perchè siano stati noiosi, vuoti, inutili, ma perchè ho una gran voglia di rivedere Bea e Filippo. Ma questo è un tema un po' ridondante. Lasciamolo nel cassetto.
Il dato di fatto è che io e mia moglie abbiamo preso al volo quest'occasione e, nonostante le migliori intenzioni e i propositi delle mille cose da fare, siamo stati capaci "soltanto" di riempire il tempo di poco. Forse è più corretto dire che il tempo lo abbiamo svuotato.
Ci siamo rintanati per due fine settimana consecutivi nel notro rifugio alpino, da una parte per sfuggire la caldo torrido della città, dall'altra perchè avevamo voglia di silenzio, di pace, di tempi vuoti. E così abbiamo fatto. Meglio non fatto. Ci siamo dedicadi un po' a noi stessi, cercando di fare con calma quello che, di solito e a stento, occupa ritagli improbabili di giornate piene. Ci siamo dedicati a qualche amico, per fortuna con lo stesso desiderio di lentezza riposante (... in giro c'è un sacco di gente davvero cotta!). Poter conversare, uscire a cena, permettersi qualche momento sotto il caldo sole alpino senza  ansie (e senza protezione... mia moglie docet), senza dover attivare per forza orecchi attenti o occhi vigili. Senza scadenze o appuntamenti. Che cosa chiedere di più?
Ci siamo accorti che, a famiglia riunita, l'assente principale non è tanto la vita "di prima" (qualche serata in compagnia ce la siamo ritagliata, comunque. Mica siamo in isolamento), è il riposo. E, accanto a lui, un po' di tranquillità e sereno non far nulla di particolare.
Bea e Filippo, infatti,  non fanno sconti: impongono di essere sempre sul pezzo. Nessuna distrazione (neppure notturna.... erano mesi che non dormino la  notte senza interruzioni): per loro ogni momento è uno spazio che il papà o la mamma devono aiutare a riempire. E quando ti concedono un minuto di tregua devi essere bravo ad incastrare tutto quello che è necessario fare (cucinare o  riordinare. Lavatrice o spazzatura. Asciugatrice o pavimento. E così via).
Il riposo e la tranquillità: sono bastati due fine settimana liberi che questo salutare rifornimento ci ha ricaricato le batterie. Ci è stata offerta l'opportunità e l'abbiamo presa al volo, per nulla pentiti di non aver sfruttato l'occasione per buttarci in qualche avventura da "tempi passati". Ci saranno (ne siamo certi) altre occasioni.
Ora sono in attesa di raggiunegere sabato Bea e Filippo. Ho una volgia matta di stare con loro, di riprendere i ritmi che sanno darmi. Di ricominciare con i loro riti. Di riassoporare fino in fondo la loro presenza, per fortuna ingombrante: li voglio così, non come dei soprammobili.  Non mi basta più sentirli da lontano!
So che per la pace e la tranquillità forse se ne riparla al prossimo anno. Ma chissenefrega, ora guardo avanti!

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