Bea e Filippo

Bea e Filippo

giovedì 5 luglio 2012

Certezze e sensazioni: a Bea e Filippo

"Ciao Papà, lo sai che fra poco andiamo a vedere il tramonto nella pineta?". "Ciao Papà, lo sai che oggi abbiamo fatto i tuffi?". "Ciao Papà, lo sai che stamattina un'onda mi ha fatto cadere, ma non ho bevuto e mi sono alzata da sola?". "Ciao Papà, lo sai che....".
No, non lo so. Lo immagino e vi penso. Vi sento contenti e so che lo siete. Certo che state bene, lo si capisce dalle vostre parole, dal tono delle vostre voci, sempre allegro e desideroso di raccontare a me e alla mamma quanto vi accade: che sia un fatto semplice, o una piccola avventura. Che bello sentirvi raccontare: fino allo scorso anno era difficile parlarvi al telefono, oggi è uno spasso. Crescete. E imparate a narrare trasmettendo emozioni.
Dopo ogni telefonata con mamma ci scambiamo un sorriso e stiamo qualche istante in silenzio: non riusciamo a non far volare i nostri pensieri a voi per immaginare, trasformare in fotogrammi quanto ci avete appena fatto sentire con  le vostre parole.
La mente per pochi istanti ci avvicina tantissimo a voi, perchè sa riprodurre i suoni in immagini. Istantanee tanto distanti quanto reali. Le nostre certezze, che siete parte di noi. Un paradosso?
Al contempo si insinua una sensazione: quella che ci stiamo perdendo qualcosa. In effetti, non si tratta solo di una sensazione: sta nella natura di quel tempo che trascorriamo senza avervi accanto. In questi momenti questa sensazione è più forte, perchè la distanza nè amplifica gli effetti.
Senza avervi accanto: ma quante volte succede e di fatto non ce ne accorgiamo? O non ne diamo peso? Quante piccole esperienze ci perdiamo, ci sfuggono e sicuramente ci sfuggiranno?
Non riusciremo mai ad avervi sempre accanto. E' impossibile. Per fortuna, mi vien da dire. Dobbiamo e dovremmo spesso affidarci ai vostri racconti, ai vostri sguardi. Sappiamo bene che non tutto di quello che ci sfugge (e sfuggirà) riusciremo a saperlo. Dovremmo saper ascoltare anche i vostri silenzi.
Quella sensazione lì, del post vicinanza (anche solo telefonica), sarà sempre una nostra compagna di viaggio. E questi giorni prolungati lontano da voi, ci  aiutano a renderla più evidente come un mezzo di conoscenza e non come un sintomo di disagio.
Cari Bea e Filippo: sapete darci molte certezze, perchè vi sentiamo parte di noi, ma allo stesso tempo è giusto che "ci sfuggiate un po'", per ricordarci che non siete una nostra proprietà.
Avanti con la vostra vacanza!


3 commenti:

  1. Bellissime emozioni, sei proprio bravo a descriverle. Quando saranno abbastanza grandi fagli leggere questi post, sarà un grande regalo.

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  2. Grazie. Chissà se avranno voglia di leggerli...

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  3. Non sono nostri ma sono il nostro prolungamento, non sono "noi" ma la parte migliore di noi, sono altro eppure noi stessi. Com'è difficile vederli con occhi distaccati, pensarli alla ricerca della loro identità e soffocare l'impulso di direzionarla, di proteggerla. Com'è difficile non fare da tappeto alle loro cadute. Io sto imparando a crescere insieme a lui.
    Raffaella

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