La nostra tavola serale ormai ha il suo principe. Chi l'avrebbe mai detto? Questo frutto arancione, un po' molliccio, difficile da mangiare.
Sì proprio lui ha conquistato i miei figli. Guai se manca.
Bea e Filippo lo hanno scoperto qualche giorno fa e non se ne vogliono privare per nessun motivo.
La cena è attesa del caco.
Il primo, il secondo, spariscono rapidamente perchè deve arrivare lui.
E' il frutto di stagione per eccellenza. Di più, è diventato un rito.
Non si tratta solo di golosità. Piace un sacco, ma il caco rappresenta una piccola festa dentro la sfida: da una parte io e Filippo, dall'altra Bea e la mamma.
Da una parte il caco affrontato dall'alto al basso: le donne. Dall'altra scientificamente diviso in due e delicatamente consumato metà dopo metà: i saggi maschi.
E tra un cucchiaio e l'altro va in scena un sano scambio di cori da stadio: "noi siamo più veloci, voi siete più pasticcioni, il nostro è più maturo,...". Fantasia al potere tra sorrisi e bocconi divorati all'istante.
Dieci minuti inguardabili. ma anche imperdibili. Per fortuna siamo soli, nessuno osserva e le telecamere a circuito chiuso non le hanno ancora piazzate nella nostra cucina.
Tutto merito del caco: un frutto conviviale, che richiede impegno, coesione, spirito di squadra. Tattica nell'affrontralo, attenzione nel portarlo alla bocca.
Lui inerme si lascia consumare e assiste attonito alle scene che ne accompagnano la sua fine gloriosa.
Grazie caro caco. Sei arrivato da semplice comprimario e ti sei guadagnato in pochissimo tempo il ruolo del protagonista.
Hai reso la cena una piccola festa.
Chi l'avrebbe mai detto?
Pazzesco! Il caco non è un frutto proprio popolare...
RispondiEliminaComunque, da donna, anch'io lo mangio dall'alto in basso!
... alla fine le mie donne si sono convertite a dividerlo in due!
EliminaLiga come i cachi, si dice qui da noi. Se vogliamo non lega solo in bocca ma crea legami. Non male. ;)
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