Bea e Filippo

Bea e Filippo

martedì 13 novembre 2012

Siamo grandi!

Sono molti gli episodi, le situazioni o i semplici dettagli che fanno capire quanto i figli cerchino di imitare i genitori. e il mondo degli adulti in generale. Questo nel bene e nel male. O comunque assorbano molto più di quanto si possa immaginare. Spesso mi capita di vedere Beatrice  e Filippo alle prese con giochi estemporanei sulla falsa riga di quanto noi o altri adulti facciamo.
Sono divertenti quando si lanciano a giocare a "mamma e figlio" con Bea totalmente immersa nel ruolo sullo stile di sua madre o a "Maestra e cucciolo". Anche qui Bea se la cava alla grande. Filippo regge la parte anche se a volte (giustamente) scatta la ribellione...
Pure Filippo, nel suo piccolo, ogni tanto trasferisce quanto osservato o assorbito dal mondo degli adulti nel suo modo di fare. Lo fa con i vestiti... li vuole come il papà, o nel magiare, negli attegiamenti. Vuole fare il grande.
L'imitazione probabilmente è una condizione naturale di approccio alle cose e tale prospettiva a volte diventa pure retroattiva. Se mi capita di dire: "Oggi ho mal di testa", ecco subito Filippo e Beatrice che mi ricordano gli episodi in cui pure loro hanno avuto lo stesso problema. Episodi non sempre reali, spesso immaginari: "Quando avevo un anno ed ero piccola (o) è vero che anche io ho avuto il mal di testa?". E via di questo passo rispetto a moltissimi casi. Non sempre inventano, per carità, ma spesso il loro rimando al fantomatico "un anno" è semplice retrospettiva immaginaria. Desidero di essere come il papà o la mamma.
Per non parlare di quando entra in gioco il linguaggio... qui si toccano livelli altissimi. Ad esempio ieri sera Filippo, a tavola, nella sua solita diatriba col cibo ad un certo punto se ne esce con questa espressione: "Papà, sono confuso...". Al che mi sono permesso di chiedere a Filippo che cosa  volesse dire e al suo piccolo imbarazzo è iniziata una simpatica serie di esempi per spiegare il senso di quell'affermazione. Una specie di gioco dei significati con esempi di ogni tipo: ci siamo divertiti e hanno imparato...
Utilizzare termini "da grandi" con significati impropri è comunque ricerca di qualcosa, che pian piano fiorirà in una sempre più consapevole capacità comunicativa.
Mi piace questo loro interesse, almeno fanno lavorare la testa... e la fantasia.
E' un percorso simpatico quello che si costruiscono i bambini: pur rimanendo tali desiderano andare oltre perchè comunque il mondo dei grandi, nonostante sia ancora oggettivamente lontano, ha pure il suo fascino. Questo è un bel segnale.

Chiudo con un ultimo episodio di cronaca che riassume bene tutto quanto espresso prima.
Il protagonista è Filippo, ma Bea lo aveva anticipato nella dinamica (Filippo qui in verità imita più Bea che noi genitori... ma Bea chi imitava?), anche se oggi non ho le prove da mostrare, .... di Filippo sì.
Caro Filippo mi scuso da subito se in questo momento sto violando la tua privacy, ma anche noi grandi abbiamo bisogno di sorridere e tu ogni tanto riesci a regalarci istanti di ilarità inimitabile! Perdonaci.

Ieri Filippo va in bagno e mi dice.... "Vai via, ti chiamo quando ho finito". Vabbè, contento lui. Dopo qualche minuto, preoccupato da un insolito silenzio, vado a controllare e la scena che mi trovo di fronte è questa)cfr foto): Filippo, sul water che legge Sportweek. S'è avvicinato il cestino, s'è creato un appoggio (quest'idea per la verità è di Bea) e via con la lettura.  Legge si fa per dire. Lo sfoglia assorto, concentrato, in modo estremamente professionale.
Come un grande! Appunto!
Sorrido. E non resisto e gli faccio una foto. Fantastico!

Ebbene sì, mamma è papà fanno scuola!
Ma voi imparate troppo in fretta!!

6 commenti:

  1. Beh...impossibile rinunciare ad una foto. è fantastico! Dovrai fargliela vedere quando avrà 14-15 anni..

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  2. Irresistibile! E molto bella tutta la tua riflessione che ci sta dietro.
    Passa a trovarmi che ho un premio per te.
    Un abbraccio
    Ale Mammadibea
    http://wwwmammadibea.blogspot.it/2012/11/e-arrivato-un-dardo.html

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  3. Tra 10 anni non la prenderà benissimo, te lo dico, ma per ora sia i racconti sia la foto sono troppo forti!

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