Bea e Filippo

Bea e Filippo

sabato 2 novembre 2013

"Ridere a Catinelle"

In una seconda vita - se mai me la concedessero (a proposito a chi si deve chiedere?) -, giuro che studio da critico cinematografico. Si va al cinema, di solito gratis e poi si scrive. Solitamente si stronca, perchè un critico buonista non vale una mazza. Ma mica devo parlare di questo.
Ieri sera avevo serata libera. Moglie con Jet Lag operativo (arrivava da Dallas...), Bea e Filippo a nanna alle 20.45. Ho fiutato l'opportunità: l'amico Zanardi e Paolino disponibili ad assecondare una mia voglia: quell'americanata di Ender's Games. Guerre stellari, azione. Sfide interplanetarie. Film libera pensieri.
Purtroppo giunti al cinema ci dicono che c'è un problema tecnico ed Ender's Games non verrà proiettato... abbiamo pochi secondi per decidere un'alternativa (c'era una fila infinita). "Allora ci facciamo Checco Zalone", diciamo in coro. In terza fila  laterale... ma chi se ne frega. Si va.
"Il Sole a Catinelle" (mo' comincio a fare il critico) non so se si possa definire un bel film, in senso artistico. Ma in fondo non ho mai capito come si possano considerare opere d'arte certe espressioni dell'arte contemporanea. 
Non so con quale criterio gli abbiano attribuito tre stelle. Posso solamente condividere quello che ho vissuto: ho riso un casino. Ma tanto. Non solo io, la sala intera. Per le trovate, le gag, le battute, le situazioni. 
Un sorriso istintivo. Bello fresco. Il tempo è volato: un'ora o due, non so quanto sia durato... 
L'inteccio narrativo si gioca su due dinamiche quasi contrapposte: da una parte la storia di un papà oggettivamente svarionato che, con la moglie subisce, a suo modo, le conseguenze della crisi economica. Dall'altra quella di una parte della società che, guardando la crisi dal porto sicuro della propria condizione privilegiata, pare bearsi della capacità di approfittarsene. E Checco, il papà svarionato, accompagnato da un bambino bello sveglio, inconsciamente ribalta la prospettiva. Toglie certezze ai ricchi. Smaschera ipocrisie. Ci gioca. La rende da vincente a perdente. E manco se ne accorge.
Un Superpapà, come si definisce in una delle sue canzoni (quella "Che ho fatto di male" è fantastica - che ne dite mamme? -), quasi alieno. Proprio perchè tale così vicino a quanto accade: alla verità di sentimenti che non muoiono nel cuore della gente.... specialmente nel suo, in quello di suo figlio e di sua moglie. Tocca la nostra "pancia", ma non ci impedisce di attivare il cervello.
Un film divertente, satirico nell'intreccio e nella prospettiva. 
Si ride "a catinelle" perchè Zalone è un fenomeno di comicità
Un film che consiglio... perchè ridere fa bene!



3 commenti:

  1. Ciao Vittore il bailamme mediatico intorno al film di cassetta, mi avrebbe portato a soprassedere e di solito questo è il tipo di pellicola che aspetto passi in tv...invece la tua critica m'ha spinto alla visione e siamo riusciti a liberarci per un paio d'ore...confermo si ride assai e non è così sciocco come vuol sembrare...grazie per la dritta!

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    1. ... in effetti non è proprio sciocco... e divertente! ciao

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