Bea e Filippo

Bea e Filippo

lunedì 2 aprile 2012

Chi di spada perisce!

Sabato mattina è successo un super danno: Filippo ha fatto cadere inavvertitamente la sua spada dei pirati in un tombino. Purtroppo la grata era cementata per cui il recupero è stato impossibile. Povero Filippo, con un lacrimone gigante agli occhi ha detto addio alla sua amata spada;  un regalo che gelosamente custodiva e usava da un annetto. Era un giocattolo simpatico e  quasi innocuo perché, essendo abbastanza morbida, nonostante lui avesse la propensione alla battaglia, i danni che riusciva a procurare su persone e cose erano limitati. Povero Filippo! Non ho retto alla sua tristezza e quindi, da buon papà che incline alla commozione (versione di mia moglie: incline a eccessiva arrendevolezza), sono subito corso, Filippo al seguito, alla ricerca di una spada alternativa.
In un  negozio di giocattoli  mi sono imbattuto in tre categorie di spade per bambini: quelle gigantesche, quelle pesantissime (povero Filippo riusciva a mala pena a trascinarle), e poi quelle dei draghi: carine, grandi al punto giusto e addirittura con scudo annesso. Senza esitazioni ho comperato quest’ultima e l'ho subito consegnata a Filippo che, con sguardo riconoscente, l'ha  abbracciata come se fosse umana!
Ero contento: danno riparato, Filippo felicissimo!
Arrivati a casa però sono iniziati i problemi. Scartata la spada e scudo dall’involucro mi sono accorto immediatamente di un particolare: la "lama" era durissima! Plastica sì, ma proprio dura, un made in China proprio tosto. Filippo ha immediatamente voluto giocare alla battaglia con la sorella alla quale ha affidato lo scudo come strumento di difesa. Se da una parte Beatrice con lo scudo non era proprio ferratissima e aveva problemi di coordinazione difensiva, dall’altra Filippo, invece, dimostrava una impeccabile padronanza dell’arma a disposizione. Dopo 30 secondi di tentativo di battaglia, Beatrice gettando lo scudo per terra, ha capito che per evitare guai peggiori (s’era già beccata un piao si fendenti sulle mani e in testa) ha preferito arrendersi e fuggire (furbe le femminucce).
Filippo, tristissimo, è venuto da me e mi ha detto: “Papà, Bea non vuole più fare la battaglia con me”: “Ci credo – volevo rispondere – la stavi massacrando”, invece “La tua spada è molto dura, se la usi così puoi far davvero male (ma chi te l’ha comprata????): facciamo così, gioca il papà con te!”. Mi sono attrezzato con un tubo di plastica e lo scudo è ho cominciato la battaglia.
Ho capito subito quattro cose: a. Filippo è portato per la scherma (altro che calcio, sarà il Vezzali dell’Hinterland milanese), b. che quella spada è proprio dura (pur giocando d’astuzia e d’attenzione mi sono beccato delle botte dolorosissime sulle dita), c. che un giocattolo se non maneggiato con cura può fare danni anche alle cose (cfr. segni sul muro e mobili)  d. che sostituire a un bambino di due anni una spada di gomma con una di plastica è stata un’idea del cavolo!
Però alla fine Filippo mi ha detto "Papà, tu sei forte!" ed esausto ha deposto la spada! Speriamo si dimentichi di averla!


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