Bea e Filippo

Bea e Filippo

martedì 5 marzo 2013

Educazione siberiana ... "regime educativo"?

Sabato ho avuto la mia serata libera... e mi sono giocato il mio slot a cinema. Con un paio di miei amici eccoci a vedere l'ultimo film di Gabriele Salvatores: Educazione Siberiana.
Per anni sono stato un super fan di Salvatores. Adoravo i suoi film dal mitico Marrakech Express, agli altri: Turnè, Mediterraneo, Puerto Escondido, Sud.
Poi c'è stato un distacco, da Nirvana in avanti mi è piaciuto meno. Questione di gusti.
Ma Educazione Siberiana mi ispirava. Ne avevo letto il romanzo da cui era stato tratto.
Avevo letto anche un altro libro di Nicolai Linin e nonostante alcune critiche sull'attendibilità delle vicende narrate i suoi libri sono particolari. Non tanto per la particolare cura o abilità letteraria, ma per le atmosfere misteriose, intriganti. Per il clima cupo di ambienti, luoghi e vicende.

Torno al film: non mi è dispiaciuto affatto, anzi.
La storia di Kolima e della comunità (criminale) dei siberiani si  intreccia tra presente e passato, il tutto ben saldato dal filo conduttore del contesto educativo sociale molto particolare. Kolima è cresciuto in una società su basi solide: quelli criminali, "Ogni crimine lascia una traccia. Ogni educazione ha la sua fine"
Passioni, drammi, furti, omicidi, gesti eroici, unità, fedeltà agli ideali, senso della famiglia, rispetto dei nonni, amicizia, cameratismo. Tutto miscelato nella visione poco rassicurante di un mondo che cambia fuori ma non muta dentro gli anfratti di chi abita a "fiume basso". Tutto in un mondo che sembra irreale, ma che dovrebbe essere vero. O il contrario? Una storia narrata sui corpi dei protagonisti, ma una storia impressa perché vera o semplicemente incisa sulla pelle come fiaba dei tempi moderni?

Ma che sto facendo? Il critico cinematografico? Mi stavo facendo prendere la mano, un po' di narcisistico sconfinamento.
Quando ho iniziato a scrivere questo post avevo in mente altro: il concetto di applicabilità dell'Educazione Siberiana. La voglio mettere sull'attualizzazione dello spirito e dell'obiettivo (con un pizzico di ironia e un sano distacco). Ma tant'è!
La comunità Siberiana alleva e forma criminali: non ci sono dubbi che un bambino respirando odio verso i soldi, gli sbirri, gli usurai, verso il lavoro, verso la società dominante, si avvii in maniera naturale al destino già scritto, "Ricordati: dobbiamo avere rispetto per tutte le creature viventi eccetto la polizia, i banchieri, gli usurai. Rubare a queste persone è permesso". Un futuro già segnato.
E' un crescendo che ha il suo esordio nella consegna della "picca" (il coltello serramanico). Un sacco massime per certi versi universali: "Un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare; Tu non appartieni a nessuno e nessuno appartiene a te!".
Valori caldi in mondo - e destino - freddo.
Valori, forse caricaturali e retorici, per un futuro oggettivamente "sbagliato".

Kolima, per la verità, alla fine capisce che l'unico modo per fuggire a questo destino è abbandonare tutto: lottare dall'interno è inutile. E forse manco gli fregava. Ma questo non annulla il resto. se ne va al compimento del suo destino, e riapre l'esistenza ad un futuro nuovo.

Immagino i miei bambini. A che destino li sto avviando? Il destino di un bambino come si costruisce? E' più semplice indirizzare (educare) in un contesto chiuso, blindato, dove tutti respirano la stessa atmosfera, o in una società liquida, dove la grammatica dell'educazione passa solo in parte dal contesto familiare?

Già oggi i miei figli mi stupiscono: a volte hanno atteggiamenti o reazioni che non riconosco come frutto del clima della nostra famiglia. Forse che il percorso di crescita dei miei figli si avvalga di dinamiche per me non sempre penetrabili? Valori e dis-valori di eludono o si integrano?
Il percorso educativo ha più effetto in un contesto rigido", dentro un "regime"?

Un film e tante domande. Oggi mi fermo a quelle.
Per le risposte prendo tempo... o  consigli.




1 commento:

  1. interrogativi per cui non ho risposta.
    Non ho visto il film, ma ho letto il libro ed anche il seguito e ho parlato di entrambi sul mio blog, in occasione dei venerdì del libro.
    Mi sono piaciuti molto.
    Purtroppo o per fortuna, temo che l'impronta di noi genitori, seppur più importante, non sarà mai l'unica da cui prenderà il nano, non fosse altro che per la quantità di tempo che passa a scuola e con gli amici o nei contesti sportivi /ricreativi.
    certo, educare "contro corrente" è sempre più difficile.

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