"Ciao Filippo, come stai?”.
“Bene!”.
“Che cosa hai fatto di oggi di bello?”.
“Giocato”.
“E poi”.
“Piantato i pomodori nell’orto con la nonna, mi sono tutto sporcato di terra…e la zia mi ha lavato. Non volevo!”
Silenzio… e in sottofondo sento: “Basta, nonna, vado a giocare”.
Colloquio con figlio in vacanza dalla nonna: durata 20 secondi!
Eppure Filippo a casa è un super coccolone della mamma, ma soprattutto del papà!
Quando è con la nonna in montagna (o con l’altra nonna qui a 200 mt da casa) rivela un lato di sé che mi (ci) stupisce: la sua adattabilità (si dice così?), il suo sentirsi “a casa” anche lontano da casa.
Ogni volta che io e mia moglie lasciamo o Filippo o Beatrice qualche giorno dai nonni o per esigenze particolari o anche solo (come in questo caso) per concedere un momento di rigenerazione fisica in un ambiente più compassato e tranquillo, per qualche momento compare in noi una specie di groppo in gola. Sindrome “d’abbandonamento”? Senso di colpa? Non so.
Allargare i loro orizzonti grazie anche a insoliti e particolari incontri con persone, situazioni e cose diverse. Trascendere per qualche giorno l’ordinario per essere sempre pronti all’eventuale straordinario. Mi ripeto: la diversità, l’insolito e il nuovo come risorsa e ricchezza e non come minaccia! Sono convinto che non solo “tutto fa brodo” nella loro crescita, ma il “ brodo buono” vada ricercato con attenzione perché diventi per loro nutrimento gradito e quindi non gli rimanga sullo stomaco.
Siete fortunati ad avere questo aiuto dalle nonne! e sono fortunati i bimbi.
RispondiEliminaLe nostre "nonne" sarebbero da radiare dall'albo... vabè!
Noi le definiamo ( e le ho anche descritte in un post iniziale) le superNonnne... e noi siamo superfortunati (noi e i nipoti).
Eliminad'accordissimo. i bambini che sanno adattarsi a situazioni diverse e relazionarsi con persone diverse hanno sicuramente una marcia in più! Il mese scorso mio figlio "grande" (9 anni) di ritorno dal campo scout ci disse: sapete che al campo io mica ho pensato a voi, ho pensato solo a giocare. (groppo in gola i primi 3 secondi, e poi una gran bella soddisfazione).
RispondiEliminaA 6 anni i miei mi hanno mandato in Colonia al mare (1 mese lontano da casa)... il secondo giorno mandai una cartolina chiedendo ai miei di venirmi a riprender. Il quarto ne inviai un'altra chiedendo il permesso di fare un secondo turno...mia mamma ne sorride ancora oggi.
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