Bea e Filippo

Bea e Filippo

martedì 19 giugno 2012

Estate: libertà e scoperta... e un po' di fastidio.

Soffro l’estate cittadina. Il caldo non mi dispiace, ma quando esplode tutto d’un colpo in città mi dà fastidio. Il fastidio dell’appiccicaticcio continuo, il fastidio dell’aria condizionata  in ogni luogo chiuso, il fastidio dell’asfalto che emana calore in ogni momento rendendo spesso la notte peggio del giorno. Per non parlare del fastidio delle zanzare. Soffro e credo che difficilmente riuscirò ad abituarmi a questo clima a me così poco caro. Ma per fortuna l’estate non è solo questo. L’estate va oltre la città.
L’estate, allora,  diventa soprattutto scoperta, novità, star fuori di casa. Per Bea e Filippo il corso normale dell’anno rappresenta, anche da piccoli, il periodo dell’apprendimento. Graduale, lento, proporzionato e attento al loro grado di crescita. Autunno, inverno e primavera, nonostante siano tutte stagioni con caratteri molto belli, sono accumunate da ritmi sostanzialmente ripetitivi. Durante l’estate, invece, i bambini  possono liberarsi a scoprire: meno didattica  e molta libertà per incontrare, scovare, ammirare cose nuove. L’estate con i nostri bambini, indipendentemente dal luogo frequentato, cerchiamo di indirizzarla verso questa direzione. Nessun affanno nell’inseguire ritmi poco sostenibili, ma molta libertà nel lasciar scorrere il tempo necessario a gustare quanto incontrato e scoperto. Possibilmente molta natura e poco caos. Molto movimento, quello sì!
Ricordo lo scorso anno le passeggiate nel bosco con Filippo (non ancora duenne) e Bea: pochi metri ad osservare ogni dettaglio. Che fosse un fiore, un insetto, una fragola, una pianta e così via. Momenti lunghissimi dove il senso della scoperta riempiva di meraviglia i loro sguardi, con Beatrice sempre pronta a porre domande di ogni genere. Ricordo i pomeriggi a catturare girini (poi liberati…), a raccogliere ciliegie, a selezionare pigne, ad osservare il formicaio gigante, a scrutare gli animali incontrati (mucche, uccelli o pesci). Proprio per questo motivo crediamo molto nel fatto che i bambini non debbano semplicemente vedere, osservare o sfiorare tante cose, ma le debbano toccare con mano. Incontrarle, sperimentarle, imparare a capirne le caratteristiche o le diversità. Che sia mare o montagna non importa… importa a me, che prediligo la montagna, ma non fa nulla.
L’estate rimane il tempo privilegiato per tutto questo perché permette in certi momenti di rendere superfluo l’orologio. Nel rispetto dei tempi del corpo (cibo e sonno sono sacri) per il resto si cerca sempre di prendersi il tempo che serve per andare a fondo di quanto s’è deciso di vivere in quel momento: che sia gioco, stare con gli amici. Che sia andare alla scoperta di luoghi nuovi o semplicemente osservare o scoprire.
E i bambini in tutto questo sanno lasciarsi contagiare: assimilano il senso di sorpresa e stanno attenti se li si prepara a qualcosa che non conoscono. Se stimolati sorprendono per la voglia di saperne di più e per il desiderio di capire.  Quando capiscono accolgono, e accogliendo riescono finalmente a scorgere in ciò sta loro attorno non una minaccia o un niente, ma una ricchezza!
L’estate ufficialmente non è ancora iniziata e il caldo cittadino mi sta già infastidendo, nonostante si sia fatto attendere più del previsto. Al di là di questo dettaglio, aspetto con molta voglia le settimane che potrò trascorrere in famiglia: le aspetto perché spero di  renderle ricche di quel senso di scoperta e libertà che solo l’estate riesce a donarci!

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