"Filippo resisti, vedrai che ce la farai pure tu!"
"Ma io sono grande, voglio stare con Bea!"
"Stai tranquillo... fra un po', quando sarai ben inserito, rimarrai con Bea".
E poi Filippo il problema è mica solo tuo. Per una settimana finisci alle 11.00, quella successiva alle 13.00 e poi finalmente alle 15.45 (neppure la cifra tonda delle 16.00).
Ma non si può dire nulla, si sorride e si approva col volto di genitori lieti, quasi contenti per queste attenzioni pedagogiche.
E sì, la psico pedagogia ha maturato tutta la sua teoria del distacco. E quella dell'inserimento in un "mondo" nuovo: quello della scuola materna. Si accetta, perchè doveroso. Perchè (probabilmente) giusto. Perchè altrimenti si passa per quelli che non amano abbastanza i propri bambini.
Oggi questi passaggi generano traumi, vanno calibrati, gestiti nella progressività. ecc. Infatti generazioni di poveri cristi (tra i quali mi ci metto), che non hanno potuto sperimentare queste coccole sociali, stanno crescendo destabilizzati interiormente dal mancato inserimento all'asilo.
Per la cronaca 2 figli, VI° inserimento in 5 anni (un po' ce li siamo cercati, un po' ci sono cascati addosso...).
In fondo non ce l'ho con l'inserimento in sè, che in fin dei conti è un modo per tutelare il percorso educativo del bambino.
Faccio fatica a cogliere questi percorsi in un armonico desiderio che ogni agenzia educativa dovrebbe avere nel salvaguardare la globalità dell'impianto educativo di un bambino: la famiglia.
Come fa una famiglia con più figli piccoli (cioè vicini d'ètà) a gestire quasi un mese di inserimenti? Ho molti di esempi di amici e conoscenti: spesso quasi compagni di "sventura".
Sì perchè a settembre è davvero un casino: se non hai chi ti aiuta (nonni vari) devi spendere fortune in baby sitter. Se non te lo puoi permettere ti giochi i permessi non retribuiti. Se non ti puoi permettere neppure quelli.... ecchenesò.
In più tu sei costretto a fare i salti mortali per il lavoro, con immancabili incazzature dei capi di turno. E' vero che i figli sono al primo posto: che cos'è l'isteria settembrina di fronte al valore dell'inserimento? Certo che da una parte lo si inserisce e dall'altra diventa quasi un "problema" e via alla ricerca di soluzioni... perchè oggi "scherzare col lavoro" non sempre si può.
Lo so sto esagerando... sarà perchè non fumo da un giorno e quindi ho la nicotina che si ribella. Ma è da un po' che ho voglia di sto sfogo. Perchè, sotto sotto, a me questi inserimenti così lunghi, nella mia cultura pre-pedagogica, mi (a me mi volutamente rafforzativo) sembrano quasi inutili.
Filippo lo scorso anno all'inserimento del nido: "Mamma, vai via, cosa fai qui. Tu sei grande per l'asilo".